“Ma tu sai come si pronuncia?” “Bella domanda”. I primi osservatori che lo hanno guardato, se lo sono chiesti parecchio. Serviva rispondere subito, perché dall'oggi al domani Charles De Ketelaere è diventato conosciuto. Tanto conosciuto.
Partiamo da quello che dicono le statistiche: trequartista, ama partire largo a sinistra per accentrarsi, forte nell'inserimento. 21 anni, quella faccia pulita di un adolescente catapultato nel mondo degli adulti: niente barba, taglio di capelli assolutamente regolare. Gioca nel Brugge. Ma non è che entri in campo ogni tanto: è titolare fisso, ha segnato la sua prima rete tra i più grandi in Jupiler nella stagione 2019/2020 contro il Genk quando già aveva avuto diverse occasioni. Col tempo si affermato come punto fermo del Brugge, e decisivo, sia in campionato che in Champions League. In totale, De Ketelaere a oggi conta un totale di 120 presenze con la maglia del Brugge, di cui 78 partite ufficiali in campionato e 16 in Champions League. E 25 gol.
Il primo gol
Pensate cosa voglia significare per uno della sua età, giocare con e contro i più forti. La risposta migliore? Fare come se non fosse nulla di particolare. Era il 20 ottobre 2020: contro lo Zenit, al 90', la risolve proprio lui. Inserimento in area e gol. Tre punti all'esordio stagionale, con la sua firma (ma segnerà anche al ritorno).
Semplicità fiamminga
Non è facile entrare nel mondo di De Ketelaere. I suoi lineamenti nordici tradiscono quelle dure caratteristiche fiamminghe che non lo abbandoneranno mai. In primis, la riservatezza. Vive tra campo e casa sua, che fino a pochi mesi fa era quella dei suoi genitori. Nessuna storia strappalacrime, solo tanta abnegazione: addirittura da litigare con la mamma perché non era abbastanza critica durante l'analisi delle sue prime partite. “D'ora in avanti me le riguardo da solo”, le ha detto una volta, perché non vuole lasciare nulla al caso. A proposito: ogni tentativo di parlare con la famiglia è andato a vuoto. Protezione totale nei confronti del figlio, nessuna sovra esposizione. Abnegazione, si diceva, accompagnata da tanta passione per quei colori nerazzurri che lo hanno sempre accompagnato. Anche sui social.
Posta poco, lo fa solo quando c'è qualcosa di veramente importante da ricordare. La prima foto su Instagram? Il suo cane, con una sciarpetta del club. Poi, qualche trofeo alzato nelle categorie giovanili, fino alle primissime partite. Della sua vita privata, tende a non raccontare quasi niente: solo una foto con la fidanzata, che ha conosciuto ai tempi della scuola superiore. Pure sulla lingua resta legato alle tradizioni: poco francese, molto flemish, la lingua delle Fiandre. Che per adesso rappresentano tutto il suo mondo. La sua è la storia di un ragazzo normale, ma con doti eccezionali. Non ha fretta di cambiare, vuole farlo quando sarà il momento giusto. Un modo per proteggersi da tutte le attenzioni che gli stanno arrivando.
E intanto, il ragazzino si fa sempre di più conoscere. Tanto da finire nel mirino del Milan, che lo ha individuato come "profilo perfetto" della filosofia del club: un ragazzo giovane su cui puntare per crescere ancora, insieme.