Aurelio De Laurentiis è intervenuto al 'Business of Football Summit', un evento promosso dal Financial Times che si tiene a Londra. Il presidente del Napoli ha parlato dei problemi del calcio moderno e del momento che sta vivendo.
Le parole di De Laurentiis
De Laurentiis ha esordito così: "Il calcio è malato. Ma perché è malato? Perché l’economia del calcio è malata. Perché campionati e squadre non sono in grado di competere dal punto di vista finanziario".
Il presidente azzurro ha proseguito: "In questo modo, i campionati non sono produttivi abbastanza. Quindi ogni volta che, ad esempio, la UEFA dice, okay, ora in Champions League stanziamo 2,4 miliardi di euro, in Europa League più di 500€ milioni e nella Conference League più di €238 milioni. Ok, io lo capisco. Ma se tutte le squadre sono indebitate questo vuol dire che questa somma di denaro non è sufficiente".
Su Osimhen: "E' un grandissimo giocatore ma si sa: Napoli è un posto fantastico, ci sono alcuni giocatori che si sono innamorati e ci sono rimasti come Hamsik per 11 anni. O come altri per otto anni. E ce ne sono altri che sono attratti dal Real Madrid, dal Psg, dall'Arsenal, dal Manchester City, dal Chelsea. Quindi non puoi fermarli, soprattutto quando hanno una clausola rescissoria con cui possono essere acquistati. Ha una clausola rescissoria. È una cifra molto alta. Partirà? Vedremo. I soldi sono l'ultimo problema del Napoli. Abbiamo sempre fatto ottimi acquisti come abbiamo fatto in passato. Lo faremo anche in futuro. Quando vedi un giocatore andare via è come un figlio. Sei felice anche se questo figlio ha un successo fantastico ovunque" le sue parole riportate da SportMediaset.
Sul mondiale per club: "Se dovessimo battere il Barcellona e poi fare una vittoria o un pareggio, di diritto dovremmo andare noi al Mondiale per club e non la Juventus. Ma penso che il Napoli dovrebbe andarci comunque, perché se la Juve è fuori dalle coppe europee non dovrebbe essere ammessa al Mondiale per club".
De Laurentiis ha concluso: "Quindi non è questo un calcio sostenibile. Non solo non è sostenibile, ma giochiamo anche tante gare. Quindi, quando questo accade, è come se buttassi tutto all’aria. Finisci per non attrarre più il pubblico".