Ha un cognome sardo, è cresciuto nelle giovanili dell’Inter, ma la sua carriera calcistica, ad oggi, è stata tutta all’estero. L’identikit è quello di Gabriele Piras, difensore classe ‘99, fresco di trasferimento al Nk Drava Ptuj, nella serie B slovena. “Il progetto mi ha subito affascinato" - racconta Piras (nell’ultima stagione in Austria, al Lafnitz) ai microfoni di gianlucadimarzio.com - "La società è ambiziosa e punta alla massima serie. Accetto la sfida”.
Nato a Rho da padre sardo e madre austriaca, Piras cresce nel settore giovanile dell’Inter. “Feci un provino per entrare nei pulcini: andò bene”. Piras rimane all’Inter fino ai 15 anni. “Sono cresciuto tanto: è stata un’esperienza altamente formativa”. Il ricordo più bello? “Il Torneo di Arousa vinto nel 2011 in Spagna”. Lui era il capitano. In panchina il tandem formato da Michele Ravera e Davide Aggio. “Ai quarti ho firmato il gol decisivo contro lo Sporting Gijón”. In finale, l’Espanyol. “Abbiamo vinto noi. C’era anche Pinamonti, già a quindici anni era un attaccante importante”.
Nel 2016 la famiglia di Piras si trasferisce in Austria. “Scegliemmo Graz, città in cui abitano diversi nostri parenti”. L’Inter si accorda con la squadra del luogo, lo Sturm, organizzando il trasferimento. “All’inizio è stata dura: le difficoltà erano tante”. A partire dal clima. “È stato uno shock: faceva freddissimo, con poche ore di luce al giorno, soprattutto tra autunno e inverno”. Poi, le difficoltà legate alla disciplina austriaca. “Tutt’altro mondo. Già a livello giovanile, ci allenavamo il doppio rispetto all’Italia, con tanto di sedute in palestra”. Infine, un calcio totalmente diverso. “Poca tattica. Più grosso sei meglio è. È un calcio fisico, bisogna correre tanto”.
Nonostante un infortunio al crociato anteriore della gamba destra, Piras completa la trafila giovanile fino alla prima squadra. “In rosa c’era anche Lykogiannis, giocatore di tutt’altro livello. Con lui e Avlonitis, l’altro greco, le risate erano assicurate”. Nell’estate 2019 viene ceduto in Serie B. “Non avevo ancora esordito con lo Sturm, e così mi hanno girato al Lafnitz”. Contro la seconda squadra del Salisburgo, il Liefering, segna anche un gol. “Di testa. Il mio marchio di fabbrica”.
Terminata la stagione, ecco una nuova chiamata. Questa volta dalla Slovenia. “Non vedo l’ora di iniziare”. Anche perché gli obiettivi sono tanti. “Voglio tornare in Italia. In Serie A. Lotto per questo”.
Di Davide Amato