"Essere figlio di... ha dei vantaggi, non si può negarlo, ma d'altronde tutto costa un po' di più. Ho lottato per dimostrare che ero uguale agli altri e non solo il figlio di...". Intervista a cuore aperto per Giovanni Simeone.
Intervista a cuore aperto per Giovanni Simeone: l'attaccante del Napoli si è raccontato, tra calcio e vita privata. "All'inizio non mi piaceva il soprannome 'Cholito', ma ora so va ancora oltre mio padre - ha dichiarato a La Nacion - Si riferiscono a quello che ho fatto e faccio in Italia".
Simeone, famiglia e vita privata
Giovanni Simeone ha parlato dei fratelli, Giuliano e Gianluca, anche loro calciatori: "Giuliano è il migliore tra i tre per le sue caratteristiche e con la palla. Nel calcio serve molto di più e, d'ora in poi, a 19 anni, dipenderà molto da come risolverà anche le situazioni extra calcio. Ora dipenderà anche dalla sua personalità. Cerco molto di aiutare i miei fratelli e anche mio padre. Sono molto appassionati".
Il calcio è la passione dell'argentino, ma staccare è fondamentale. "L'adrenalina del calcio non mi imprigiona, la metto al suo posto: ne ho bisogno per migliorarmi, ma non mi imprigiona, né mi soffoca, né mi toglie la vita. Mi piace molto la meditazione e ho imparato le tecniche della respirazione. Con mia moglie, si parla molto di argomenti totalmente estranei al calcio. Mi piace viaggiare e imparare altre culture".
Napoli e Maradona
Giovanni Simeone ha scelto il Napoli in estate, squadra che ha un rapporto profondo con l'Argentina anche grazie a Diego Armando Maradona. "È stupendo. Tutti ti parlano di Diego. Tutti ti dicono che hanno vissuto qualcosa con Diego. Te lo raccontano con passione, come se fosse successo a loro ieri e forse erano gli anni '90. Diego non è più qui ma è come se ci fosse. Lo hanno sempre presente, tutti i giorni. La gente soffre ancora la differenza tra nord e sud. Diego li ha salvati dall'oblio. È una gioia per loro che va oltre il calcio. Questa è una città così appassionata: avere Diego tra loro è un grande orgoglio. La gente ha un cuore grande, si dona. Diego ha dato loro luce, speranza, li ha convinti di poter combattere contro il potente nord. È quello che ti dicono ogni giorno. Ha lasciato un segno per sempre. Adesso in tanti mi dicono: 'Dato che non saremo in questo Mondiale, saremo tutti argentini'. Ci si aspetta molto dalla nostra squadra in Qatar ed è merito di Diego. L'Argentina fa parte di questa città".
Sulla volontà di andare a Napoli: "Al di là della grandezza (di Maradona, ndr), di quanto sia competitivo il club, c'era qualcosa dentro di me che mi diceva che era il Napoli: dovevo venire qui. La trattativa a un certo punto si è bloccata, eppure non mi sono mai mosso di un centimetro dal mio desiderio: volevo andare al Napoli. Non mi sono mai sentito come qui, a Napoli. Mi sentivo pronto per competere in una squadra davvero grande, per poter vincere. È giunto il momento e mi sento pronto". E sulla prima rete in Champions League: "Mi sono lasciato trasportare dalla magia del momento. L'avevo sognato e desiderato tante volte. Quindi, in un certo senso, gli altri vedevano quello che io avevo già vissuto".
Simeone: "Argentina? Non rinuncio al mio sogno"
Il Mondiale di Qatar si avvicina e Giovanni Simeone non dovrebbe rappresentare l'Argentina. "Credo sempre nella Nazionale, non rinuncio al sogno di essere nella lista dei Mondiali, ma ci sono tanti bravi giocatori". Non si scoraggia, però, l'ex Hellas Verona: "Le possibilità le ho, e le avrò sempre: ogni domenica ho la possibilità di dimostrare a Scaloni che voglio esserci. Non mi scoraggerò mai".