Il Napoli si avvicina con decisione allo scudetto, il terzo della storia (QUI l'artmetica). Tra i tanti artefici della magnifica stagione azzurra c'è anche Victor Osimhen. L'attaccante ex Lille, ora impegnato con la Nigeria, ha parlato ai microfoni di Elegbete TV Sports.
Osimhen: "Voglio diventare campione"
L'attaccante del Napoli ha commentato la sua crescita: "La stagione 2020 è stata grandiosa, mentre l'anno scorso mi sono sottoposto a un'importante operazione alla faccia. È stata dura ma ero circondato dai miei cari. Sono contento di aver avuto una maschera che mi protegga dal precedente infortunio. Ora sto spaccando tutto, sono orgoglioso di me stesso. Sto facendo molto bene per la mia squadra. Ora voglio diventare un campione, voglio fare di tutto per questo gioco: arrivare al top e rendere onore ai miei sogni".
Victor Osimhen ha poi parlato del gruppo del Napoli e del sogno scudetto ormai ad un passo: "Ora siamo in corsa per diventare campioni e festeggiare. Darò tutto me stesso nelle prossime partita per assicurarmi che i miei sogni si avverino, non vedo l'ora! Lo scudetto sta diventando realtà". Determinante nella crescita collettiva e individuale è stato Luciano Spalletti: "Mi piace perché ha il mio stesso tipo di mentalità: non crede che sia fatta finché non è davvero fatta. E questo l'ha trasmesso a tutto lo spogliatoio. In allenamento stiamo lavorando ancora più duramente, come se dovessimo salvarci. È questa la chiave, il segreto, la mentalità di tutta la squadra. E chi come me è al Napoli da più tempo, come Di Lorenzo o Mario Rui, sta cercando di entrare nella testa dei compagni per far capire loro cosa abbiamo passato le scorse stagioni, dove giocavamo, come vivevamo, cosa significa giocare e vincere qui. Questa è la mentalità giusta, ora che il sogno sta iniziando a diventare realtà possiamo sperarci, ma dobbiamo fare bene nelle prossime gare per diventare campioni".
Victor Osimhen ha poi parlato dei diversi problemi fisici avuti negli ultimi anni: "La prima ragione del mio exploit è Dio. Quando sono arrivato in Germania, al Wolfsburg, ho avuto tre volte problemi al ginocchio destro, facendo tre operazioni. Ho avuto un altro problema alla spalla che aveva bisogno di essere operata. Tutte queste cose che ho dovuto affrontare mi hanno formato e mi hanno reso la persona che sono oggi. Quando sono venuto in Italia è stata un'altra storia, a un livello più alto di dove ero prima. A volte pianifichiamo delle cose belle per noi stessi ma subentrano complicazioni. In Italia poi ho avuto il Covid, l'operazione alla mano destra che mi ha fatto stare fuori 3-4 mesi. Sono stati brutti momenti".
La Serie A è stata una sfida importante, ma superata anche grazie alle critiche che hanno fatto da stimolo: "Io sono un tipo di persona a cui non importa quante cose brutte accadano, ho sempre speranza e credo sempre in me stesso. Mi dicevo 'quando tornerò, dovrò annientare tutto e tutti'. Dovevo dimostrarlo. Dicevano 'quando andrà in Serie A non sarà in grado di segnare neanche 4 gol', cercando di abbattere i miei sogni, ma io faccio in modo che queste cose non definiscano la mia carriera e i miei obiettivi. Volevo far stare zitti tutti" .
Infine un commento sulla città di Napoli e i tifosi: "Napoli è una città diversa, ti dà sensazioni completamente differenti rispetto a ogni altro posto. Quando giochi lì capisci perché molti calciatori decidono di restarci per parecchio tempo: a Napoli dimostrano un amore incredibile e in maniere incredibile ai calciatori. Non ho mai visto nulla di simile prima in vita mia. In città c'è un murales enorme di Maradona e questo dimostra che quando fai tanto per questo popolo lo rendi felice. E puoi essere sicuro che loro ti supporteranno sempre. Ogni volta che mi faccio male o sbaglio un gol loro continuano a cantare il mio nome, questo non è scontato. Sono riconoscente nei confronti dell'amore che mi danno. L'unico modo che ho per ripagarli è renderli felici in campo, realizzando il loro sogno che ora sta diventando realtà. Farò di tutto".