L'allenamento è terminato da poco, dopo due giorni di riposo, una seduta intensa in vista della prossima partita contro l'Ascoli. "Tempo di fare streching e arrivo". Prima il dovere, giusto così. Questione di mentalità. Poi ci torneremo. "Eccomi". La voce è quella di Francesco Bardi, portiere della Reggiana, e il volto è quello sorridente, e anche un po' stremato, di un ragazzo umile e dedito al lavoro. Alle spalle una carriera importante vissuta sempre al massimo: dalla sua Livorno all'Inter fino al Novara o l'esperienza in Spagna all'Espanyol, poi Frosinone, Bologna e ora a Reggio Emilia per un nuovo e stimolante capitolo. L'idolo Buffon, gli allenamenti con Handanovic e Julio Cesar... "due fenomeni" o ancora il ricordo dell'uomo, prima che allenatore, Mihajlovic, i modelli Federer e LeBron James. Semplicità e un pizzico di sana 'follia' ma questo fa parte del gioco... A Gianlucadimarzio.com parola di Bardi.
La Reggiana, Nesta e l'obiettivo salvezza
La prima tappa è quella di Reggio Emilia. Una piazza trascinata dall'entusiasmo della promozione e l'arrivo in estate: "Non ho esitato a scegliere. Qui ho sentito subito fiducia e un progetto stimolante, quello che cercavo". Lavoro, costanza e sacrificio per raggiungere l'obiettivo salvezza: "Siamo una neo promossa e non dobbiamo dimenticarcelo. Entriamo in campo al massimo e questo deve essere il nostro spirito". Parole da giocatore esperto che in questo si è calato subito nel ruolo. Esperienza al servizio del gruppo: "Sono contento di far parte di questo gruppo di giovani, siamo un bel mix e questo stimola a crescere. Anche la sana concorrenza con Satalino e Sposito, c'è molta complicità tra di noi". Nel mezzo tanto lavoro soprattutto dopo la sconfitta con il Cosenza: "Due settimane importanti perché abbiamo analizzato gli aspetti da dover migliorare. Stiamo bene e pronti per la prossima gara". Determinazione e dedizione. "Stiamo facendo un percorso e possono esserci 'sbavature', ma dobbiamo limare i difetti e guardare sempre alla prossima partita". E su Nesta: "Già lo conoscevo ai tempi di Frosinone. L'ho trovato motivato e giustamente pretende tanto, ha tanta voglia e noi dobbiamo essere bravi a seguirlo". Da Reggio Emilia a Livorno... 260 chilometri circa di distanza, lì da dove tutto è iniziato...
La sua Livorno, l'esordio in A e l'Inter con Handa e Julio Cesar
Una parola... casa. "Sono sempre il primo tifoso del Livorno. E' la squadra della mia città, ci vive la mia famiglia e quando riesco guardo anche le partite. Mi auguro possa tornare nelle categorie che merita perché la piazza è importante. Quando ero piccolo ero spesso a vedere il Livorno negli anni d'oro. Andavo allo stadio per vedere giocare Protti, Lucarelli ma da portiere io vedevo anche Amelia". Poi i ricordi dell'esordio, sullo stesso campo dell'idolo Buffon, al Tardini contro il Parma: "Avevo 18 anni ma ero abbastanza tranquillo. Aver vestito la maglia della mia città è stata un'emozione unica, un onore". E non capita di certo a tutti. Come ritrovarsi catapultato a Milano, più precisamente all'Inter: "Esperienza formativa. Ho vissuto stagioni gratificanti e importanti" e soprattutto gli allenamenti con la prima squadra. "Ho avuto modo di confrontarmi coi grandi campioni. Handanovic e Julio Cesar mi hanno colpito per la loro umiltà" e ancora "due persone eccezionali a cui ho sempre cercato di rubare qualche segreto. Mi ha sempre colpito la loro dedizione al lavoro". Questione di mentalità, dicevamo. perché quella "va sempre allenata".
L'esperienza all'Espanyol, il Frosinone e il ricordo di Mihajlovic
La mentalità di voler crescere e, soprattutto, tirare fuori aspetti positivi anche nei momenti negativi. Dal ChievoVerona all'Espanyol: "Nel bene e nel male rifarei le scelte che ho fatto in carriera" perché "con i se e con i ma...". Nonostante le poche presenze, con gli spagnoli "è stata una bella esperienza. Oltre al calcio ho imparato un'altra lingua, conosciuto una nuova cultura e lavorato con N'Kono, l'idolo di Buffon" detto con un leggero sorriso. Ci torneremo. In Spagna è stata "un'esperienza formativa" ma a Frosinone "mi sono sentito a casa. La gente mi ha dato tanto e la ringrazierò sempre. Sono stati cinque anni importanti che porterò sempre nel cuore". Lo stesso dove sono custoditi i ricordi di Sinisa: "Con lui ho avuto un rapporto unico. Una persona eccezionale". Il volto si fa serio ed emozionato nel parlare di Mihajlovic. "Ricordo un aneddoto" dice Bardi. "In una conferenza mi chiesero della mia situazione in scadenza (era il 2022 n.d.r.) e subito prese lui la parola e disse 'Francesco resterà a Bologna finché ci sarò io perché oltre che calciatore è una persona speciale' e lì per lì mi veniva da piangere. In un momento difficile abbiamo avuto modo di confrontarci, lo ringrazierò per sempre...".
L'idolo Buffon, i modelli Federer e LeBron James
Portiere sin da piccolo e cresciuto osservando i suoi idoli. Prima Amelia e poi "Buffon, il più forte al mondo". L'esordio in Serie A a Parma e la possibilità di affrontarlo: "Ho avuto la fortuna di giocarci contro e ho scambiato con lui due maglie quando era alla Juve. Mi ha colpito sempre per l'umiltà nonostante la sua grandezza". E l'aneddoto con N'Kono: "Una volta messaggiava con lui e mi ha detto 'Ti saluta Gigi'". Ma perché proprio il portiere? "Pensadoci dici 'chi te l'ha fatto fare?' (ride n.d.r.). E' un ruolo particolare: gli attaccanti devono esultare per un gol e tu esulti negando una gioia". E pensare che da piccolo dopo ogni gol piangeva: "Sì è vero, sono sempre stato molto competitivo. Anche a scuola ero così". Dal campo alla vita privata. "Non ho hobby particolari, passo le serate con la mia fidanzata e gli amici". E un occhio particolare agli altri sport: "Seguivo il tennis per Federer, mentre ora guardo molto l'NBA per LeBron James... spero giochi ancora tanti anni altrimenti mi tocca cambiare sport da seguire (ride n.d.r.)". Mentalità da campioni, dedizione e modelli da seguire perché "niente è lasciato al caso". L'intervista sta per volgere al termine. Sorrisi, risate e un'ultima curiosità. Quello del numero 22, utilizzato in 8 stagioni in carriera: "Nulla di particolare... ma potrebbe essere la data del mio matrimonio, quindi per casualità potrebbe diventare anche un numero importante in questo senso".
Semplicità, dedizione e mentalità: la continuità del lavoro per arrivare ai risultati. Nel calcio come nella vita, parola di Bardi.