Una situazione che ha dell'incredibile. Andrés Perales, ex dipendente 83enne del Malaga, è confinato in casa a causa dell'emergenza coronavirus. Ma la sua "casa" è La Rosaleda, stadio dei Boquerones. Adesso Perales è in pensione, ma non ha mai abbandonato la sua squadra del cuore. La sua abitazione, si trova proprio all'interno della "pancia" dello stadio dove, al momento, passa le giornate con uno dei suoi figli, anche lui dipendente del club.
“Andiamo molto d’accordo e avere così tanto spazio a disposizione è positivo. Io e le mie sorelle abbiamo personalmente disinfestato lo stadio, compresa ovviamente, la nostra casa”. Il figlio però ha vissuto momenti difficili. "Siamo senza reddito, sto lavorando grazie ad un taxi che mi ha prestato un amico. Fra l’altro con il taxi posso fare anche rifornimento per le falciatrici. Abbiamo comunque il compito di tagliare e mantenere il prato”.
Nostalgia
Andrés Perales soffre però la mancanza dei circa 20.000 tifosi che settimanalmente gli facevano compagnia. La sua storia con il Malaga, infatti, ha radici antiche. Ha iniziato a coccolare La Rosaleda nel 1996, quando ancora esisteva il vecchio Club, ed ha ricoperto ogni tipo di ruolo: dall'autista al giardiniere, dal direttore di campo alla guardia di sicurezza. E ha fatto anche il massaggiatore. Nonostante la pandemia, questo periodo non lo spaventa.
"Siamo malaguisti, non ci perdiamo mai. Serve solo fiducia e impegno, usciremo fuori tutti insieme da questa situazione. Vogliamo lavorare, tornare a vedere di nuovo l’allenamento del team e sperare che il campionato di Segunda possa riprendere al più presto. Se poi riusciamo ad essere promossi... è anche meglio.”