Anche in Argentina il calcio si è fermato a causa del coronavirus. Lo stop è arrivato dopo 8 giorni dalla conclusione del campionato vinto dal Boca, ma nel frattempo si era giocata la prima giornata della Copa de la Superliga a porte chiuse. Una competizione giunta alla sua seconda edizione, che divide le 24 squadre del campionato in due gironi da 12 nella prima fase, per poi decretare un vincitore facendo affrontare le prime classificate, oltre a mettere in palio punti salvezza. Una pausa che arresta anche la crescita di Thiago Almada, il nuovo talento del calcio albiceleste.
TALENTO PRECOCE
Da bambino i suoi amici della Villa gli misero il soprannome di Guayo perché non riusciva a pronunciare la parola Guacho, ovvero ragazzino, ma che nel linguaggio di strada assume un senso negativo. Così lo conoscono tutti al Fuerte Apache, lo stesso barrio malfamato dal quale è uscito Carlos Tévez, e dalle parti di Liniers, il quartiere dove gioca il Vélez Sarsfield.
Almada è il nuovo talento del calcio argentino. Trequartista, esterno a sinistra o mezzapunta, per il suo ex allenatore, Gabriel Heinze non fa differenza. 'Quando vedo le sue qualità in allenamento penso al fatto che abbia solo 17 anni, ma poi torno a guardarlo e dico che uno che dimostra quelle virtù non puoi non farlo giocare, anche se dovrò prendermi dei rischi e gli dovrà essere data la possibilità di sbagliare' così rispose El Gringo in una conferenza stampa nel 2018, quando Almada era reduce dalla spedizione in Russia come sparring della Seléccion.
Una scelta che a distanza di quasi due anni ha dato i suoi frutti con 45 presenze tra i professionisti, 9 gol e 4 assist. Una crescita in parallelo con quella del club, che nel 2018 era inguaiato nella lotta salvezza e che nei mesi successivi ha raggiunto la qualificazione in Copa Sudamericana.
L'INFANZIA
Per un presente radioso, c'è anche un passato fatto di sacrifici. Come quando da bambino girava per il barrio con un carretto per vendere verdure insieme al vicino di casa, oppure quando riciclava bottiglie in cambio di qualche soldo. Suo padre guida un camion di bevande, mentre la madre prima lavorava e adesso si occupa degli altri quattro fratelli. Tutto ciò, nelle stesse strade e negli stessi potreros, dove aveva tirato i primi calci al pallone Tévez.
I due si conoscono grazie all'amicizia del padre di Thiago e perché ogni anno Carlitos è sempre tornato nei luoghi della sua infanzia. È lì che Thiago ha cominciato a giocare all'età di quattro anni nel campo di terra di baby fútbol del Club Santa Clara, prima di trasferirsi al Vélez l'anno successivo, nonostante ci fossero anche Boca, River e Argentinos Juniors.
Nonostante la storia simile, il suo idolo rimane Juan Román Riquelme, attuale vicepresidente del Boca Juniors che proprio lo scorso anno ha invitato Thiago per un asado a casa sua. Assistere al SuperClásico di andata di Copa Libertadores seduto al fianco dell'Ultimo Diez. Un sogno che si realizza e un privilegio che in pochi possono raccontare. I due in realtà si erano già incontrati una volta in passato, per l'amicizia di Thiago con alcuni amici del fratello di Riquelme.
Ma dopo Sampaoli ed Heinze, anche Román si era accorto che il ragazzino aveva qualcosa di speciale 'Devi sempre chiedere la palla ai tuoi piedi e cercare di convincere tutti i tuoi compagni di squadra a dartela' uno dei consigli ricevuti. Nella partita successiva Almada ha realizzato un gran gol contro l'Independiente. Il modo migliore per ripagare la fiducia.
Thiago gioca con la speranza di poter regalare una casa ai propri genitori, che nel frattempo si sono trasferiti nell'agglomerato urbano di El Palomar. Ma gli altri parenti e i suoi amici sono rimasti al Fuerte e per questo ci torna spesso. A febbraio ha segnato il suo primo gol a livello internazionale. Una rete al 90' contro gli ecuadoriani dell'Aucas, ma soprattutto contro l'altura dei 2850 metri sul livello del mare di Quito, che ha permesso al Vélez di qualificarsi al secondo turno di Copa Sudamericana.
Una clausola rescissoria di 22 milioni e un contratto fino al 2023 lo legano al club, in attesa della prima esperienza europea che probabilmente non tarderà ad arrivare.
A cura di Mattia Zupo