Deciso, dritto al punto: "La testata che mi diede Zidane è stata l'esperienza più bella della mia vita". Parola di Jochen Kientz, roccioso difensore che in appena undici anni di carriera ha girato l'Europa. Nel mezzo, anche l'esperienza all'Amburgo che lo ha reso famoso in tutto il mondo. Contatto sulla trequarti con Zizou, entrambi a terra e...sbam! Testata in piena faccia del francese. Era un Juventus-HSV, Champions League del 2000. Solo l'antipasto di quello che sarebbe poi successo sei anni dopo nella finale del Mondiale tedesco.
A distanza di sedici anni, Kientz ha raccontato in esclusiva per www.GianlucaDiMarzio.com le sensazioni di quel giorno: "Pagelsdorf, l'allenatore, mi avvisò prima della partita che avrei giocato io al posto di Kovac. Ero emozionato, era l'occasione di una vita. Mi incaricò di stare vicino a Zidane, di non mollarlo un secondo: 'Stagli alle costole e dagli fastidio per tutta la partita', era il suo messaggio. E questo feci. Si incazzò a tal punto che mi tirò quella testata. E, onestamente, devo ammettere che fu l'esperienza più bella della mia vita".
Quella del 2000 non è stata certo la prima 'follia' della carriera di Zidane: "Per me Zizou è stato un giocatore fantastico - continua Kientz - probabilmente uno dei migliori che io abbia mai affrontato. Ho giocato contro Raul, Elber, Effenberg e tanti altri, ma lui era assolutamente di un altro mondo. Tecnica impressionante, incredibile nelle sue movenze e nella sua eleganza. E a lui devo il fatto di avermi permesso di diventare famoso in tutto il mondo. Tutti, dopo quella testata, parlavano di me. Quando lo ha rifatto con Materazzi rimasi sorpreso, perchè da giocatore di classe mondiale avrebbe dovuto già sapere".
Astio nei suoi confronti? "Assolutamente no. Non sono mai stato arrabbiato con lui, neanche dopo la testata. Penso che questo faccia parte del calcio. Zidane è un grande uomo di sport e tutt'ora gli auguro il meglio. È successo? Bene. Amen. Il massimo che ho fatto è stato saltare qualche azione dopo e tirargli una ginocchiata nella schiena. Questo è il massimo, comunque. Ripeto: bisogna rispettare il calcio e prenderlo come uno spettacolo, certi atteggiamenti si possono anche capire. Chissà, magari aveva litigato con la moglie la sera prima (ride)".
Oggi, Jochen Kientz studia per diventare direttore sportivo. Gli infortuni hanno arrestato la sua carriera molto presto e ora il 43enne tedesco lavora a tempo pieno per inseguire il suo sogno. "Dopo il mio ritiro ho lavorato come coordinatore del settore giovanile di una squadra spagnola, il posto dove ho vissuto meglio nella mia carriera, per imparare le cose del mestiere e per prendere la licenza da allenatore. Dovevo fare pratica, fare esperienza è la cosa più importante per essere preparati nel proprio lavoro".
E ancora: "Dopo questi due anni ho provato a buttarmi nel mondo dei procuratori sportivi, da cui però mi sono defilato molto presto: è lavoro sporco, spesso i giocatori non fanno le cose per bene. Mi sono fermato, perchè mi mancava il football day-by-day. E mi sono rimesso in contatto con società europee, per uno scopo: diventare direttore sportivo. Non è facile entrare in questo mondo, ma è ciò che voglio e ho in testa di fare. Mi hanno ancora offerto di allenare una squadra come secondo, ma ho rifiutato. Conosco 5 lingue, ho la licenza FIFA per essere agente, ho un'esperienza alle spalle di settore giovanile. Tutti gli ingredienti, insomma: ho lavorato tanto, anche con squadre importanti come il Real Madrid per imparare e costruire il mio sapere per essere pronto quando il momento verrà. Ora sto viaggiando, sto cercando di guardare più calcio possibile, in tutta Europa".