"Il primo pallone potevi anche non sbagliarlo... (ride ndr)". Chissà cosa avrà pensato Matteo Cancellieri quando avrà visto la notifica su Whatsapp di Nicola Corrent, suo allenatore ai tempi della Primavera del Verona. Intervistato ai microfoni di gianlucadimarzio.com, Corrent ha parlato del ragazzo che nientemeno di 35 anni dopo l'ultima volta ha portato un giocatore dell'Hellas a vestire la maglia dell'Italia.
Nel 1987 le ultime apparazioni di Roberto Tricella e Luigi De Agostini. Ieri contro la Germania, all'85', il debutto in Azzurro del classe 2002. Un viaggio cominciato a Roma, città dove è nato e in cui è cresciuto nelle giovanili giallorosse. Leggi anche: Dalla Polisportiva De Rossi al Verona: scopriamo Cancellieri con un ritorno alle origini.
"Nell'affare Kumbulla potevamo scegliere e abbiamo puntato su di lui"
La capitale, però, cominciava a starli stretta. Oltre a quel brutto episodio come raccattapalle in un Roma-Shakthar (leggi qui cosa era successo), i riflettori sembravano pian piano spegnersi su di lui, nonostante un'ottima qualità tecnica e fisica: "Probabilmente lì non aveva troppo spazio e lui era felice di 'cambiare aria'. Aveva grande desiderio di dimostrare le sue qualità, si è percepito subito. È arrivato a Verona nell'affare Kumbulla: avevamo più scelte come contropartita e e tra questi c'era Matteo, che abbiamo individuato come un ragzzo di prospettiva. Io lo conoscevo prchè avevo guardato qualche partita ma non ci avevo mai giocato cotro in Primavera".
L'impatto è stato importante: "Ha fatto subito gol in Coppa Italia con il Pordenone e doppietta sempre contro gli stessi avversari alla prima di campionato. Ma il realtà all'inizio ha fatto fatica. Solo a gennaio è veramente esploso". Dal 4-3 in rimonta nel derby contro il Chievo al 7-1 dell'ultima giornata: 15 gol in 18 partite, un bottino mica male.
Corrent, Canc e i video di Bale
"E infatti anche Juric si portava spesso 'Canc' in prima squadra...". Lo chiama così Corrent quando parla di lui, Canc. Nelle sue parole si sente il forte legame che lega i due, quasi come un papà e un figlio: "Lavoravo con lui individualmente perchè avevamo un fantastico rapporto. Mi piaceva fargli vedere video dei giocatori top per migliorarlo in alcuni fondamentali e avevo identificato in Gareth Bale il calciatore a cui fare riferimento. Ci assomiglia per facilità di corsa, progressione e attacco della porta".
Da quei video a oggi, "soltanto" 12 presenze e 1 gol in Serie A e l'esordio in Nazionale maggiore. Merito forse anche delle sue doti umane: "In certi momenti è un piaccione. A fine anno faceva l'imitazione delle mie riunioni tecniche, un classico. Un personaggio divertente ma nello stesso tempo di grandissima semplicità e sensibilità, cosa che magari non trasmette subito. Anche nei momenti duri, per esempio quando è successo l'incidente di Gresele - giovane della Primavera del Verona che era rimasto folgorato dopo aver toccato i fili dell'alta tensione - le sue reazioni sono sempre state molto forti".
La strada è tracciata ma il futuro è ancora tutto da scrivere: "Gli ho mandato un messaggio per il suo esordio, è stato molto emozionante anche per me. Mi sono limitato a fargli i complimenti e dirgli che poteva anche non sbagliare il primo pallone... (ride ndr). Non mi ha ancora risposto ma mi chiamerà. Dove lo vedo bene? Sicuramente nelle squadre più importanti di A. I giocatori così vanno sempre fatti giocare, sono determinanti". A Canc rimangono due anni di contratto con il Verona, ma il suo futuro sarà nuovamente nella capitale. Stavolta sponda biancoceleste.