La storia di Aaron Ciammaglichella: chi è il "piccolo Terminator" del...
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Data: 28/03/2023 -

Chi è Aaron Ciammaglichella, il piccolo Terminator del Torino che "studia" Ibrahimovic

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La storia di Aaron Ciammaglichella, dai primi calci alla sua pallina fino alla chiamata dell'Italia U18: tutto passando per 14 anni di Torino
La storia di Aaron Ciammaglichella, dai primi calci alla sua pallina fino alla chiamata dell'Italia U18: tutto passando per 14 anni di Torino

C'è una stellina nel settore giovanile del Torino, che fa già scintille (e gol, e assist) anche con la maglia azzurra dell'Italia: il giovanissimo Aaron Ciammagichella sta già facendo parlare molto di sé tra chi segue più assiduamente il campionato Primavera. E non è difficile credere che, fra un po', il suo nome rimbalzerà ancora di più anche altrove. Convocato dal ct Daniele Franceschini per l'ultimo doppio impegno dell'Italia U18 contro la Romania, ha messo a segno un gol nella prima gara giocata da titolare (vinta 3-1), poi ha fornito un assist nel secondo match (vinto 2-0) dov'è entrato a partita in corso.

 

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Centrocampista offensivo che sa svariare da un lato all'altro nel campo, abile a inserirsi e con il vizio del gol. 18 anni compiuti appena lo scorso gennaio, ma Aaron vuole già prendersi la scena. E ci sta anche riuscendo, silenziosamente, a modo suo: di lui ne ha parlato meglio papà Mattia, che a gianlucadimarzio.com ha raccontato la storia del possibile prossimo fenomeno granata.

Aaron e quella sua pallina: "È stato tutto automatico"

Aaron Ciammaglichella nasce a Torino il 26 gennaio 2005, da mamma Katia - torinese con origini sia siciliane che pugliesi - e appunto da papà Mattia Ciammaglichella, metà etiope e metà giamaicano, ex giocatore di Serie D, Eccellenza ma anche di Futsal, con un'esperienza in Serie A2 con il Torino Calcio a 5. Da queste premesse, sembra facile intuire da chi il piccolo Aaron abbia preso la passione per questo sport. In realtà, non è così scontata la risposta...

"Quando aveva due o tre anni, lui voleva venire sempre a vedermi al campo con una palla in mano. È evidente avesse già una certa predisposizione... In effetti, era davvero attirato da quella pallina. Non dico ci abbia dormito la notte con la palla, ma la portava sempre con sé. Quando mi seguiva in palestra, giocava, calciava e aveva una coordinazione tale da farti capire che aveva qualcosa in più rispetto agli altri. Penso che, probabilmente, non possa prendermi il merito di avergli trasmesso la passione per il calcio, forse è stata davvero una cosa automatica", ci racconta Mattia.

 

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Una delle gemme di Silvano: 14 anni in granata

"Aveva qualcosa in più rispetto agli altri", era questo il pensiero che passava per la testa guardando Aaron correre dietro a quella sua amatissima pallina. È per questo che, intorno all'età di quattro anni e mezzo, papà Mattia accompagnò suo figlio a un "open day" del Torino. In quell'occasione presenziò anche Silvano Benedetti, ex difensore granata e dal 2001 tra i responsabili del suo ampio settore giovanile, che lo vide e non poté far altro che accoglierlo, anche nonostante gli "imprevisti".

"Silvano lo ha portato avanti attraverso le varie categorie e lo ha fatto giocare sempre con i ragazzi di almeno un anno più grandi di lui. Non mi dimenticherò mai una domanda che Silvano fece ad Aaron il giorno in cui lo preserò: chiese a mio figlio «tu per quale squadra fai il tifo?». Ad Aaron piaceva l'Inter, ma aveva paura non l'avrebbero preso più se avesse detto la verità... A quella domanda rispose secco «Torino!» e se ne scappò tra gli altri bambini, terrorizzato", racconta ridendo Mattia.

 

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Aaron, il "tedesco" che ammira Ibrahimovic

Chi guarda Aaron Ciammaglichella per la prima volta, ma anche chi lo conosce da più tempo, può esser tratto in inganno dalla sua folta, estrosa chioma, che può essere simbolo di fantasia e magari di sregolatezza. Qualità che può mettere nel suo gioco, ma nel quotidiano... "È un tedesco. È un ingegnere", spiega il padre Mattia.

 

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"Aaron è sempre preciso, metodico, è uno molto quadrato e che cura parecchio il suo corpo, fa molta attenzione a cosa mangia. Tante volte ha anche saltato l'uscita con gli amici, se in programma aveva una partita importante da giocare. E poi sta facendo tanti sacrifici, perché alternare il calcio alla scuola, che ha sempre e comunque la priorità, non è semplice per i ragazzi". Ma Aaron la testa la allena, in campo, a scuola, legge spesso e non solo tra i banchi del liceo privato.

"Lui adora Ibrahimovic, ha voluto i suoi libri, lo studia. Gli ho regalato la sua maglia, ma di fatto non è il suo modello a livello di gioco, perché loro sono due giocatori molto differenti sia per ruolo che per modo di giocare. Lo segue e lo ammira per la sua faccia tosta, per la sicurezza che sa trasmettere, perché va avanti per la sua strada qualunque difficoltà incontri. Per quell'aspetto lì segue Ibra, è più per un fattore di testa. Per il resto, cerca di rubare il meglio un po' da tutti, in base a ciò che gli serve per crescere e migliorare se stesso".

Un piccolo Terminator

Ciò che contraddistingue di più il 18enne Aaron Ciammaglichella, che gioca ancora oggi da sotto-età, nella Primavera del Torino, può essere la caratteristica che potrà renderlo un futuro campione del calcio italiano: un connubio stretto fra estro e freddezza. Un binomio che sembra impossibile da rendere, ma che Aaron riesce a incarnare. È "un piccolo Terminator", glaciale, spietato, ma nonostante ciò con tanto estro da vendere giocata dopo giocata.

 

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"Ultimamente è capitato che si sia allenato anche con la prima squadra di Ivan Juric e, nella settimana della trasferta con il Lecce, l'allenatore lo ha chiamato: «Aaron, ti porto a Lecce con me, preparati». Era entusiasta e io lo sentivo, da genitore lo percepivo - ha spiegato Mattia Ciammaglichella, per concludere il suo racconto - ma non ha esternato l'emozione. Non ha fatto i salti di gioia, per intenderci, ha goduto la possibilità di vivere in prima persona lo spogliatoio di una prima squadra in trasferta. Aaron è un ragazzo che vive le emozioni a modo suo. Le palesa di più quando perde le partitelle in allenamento, si incazza di brutto".



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