Gli era già capitata un’agitazione simile. Erano poco meno di cinque anni fa. Allora, giocava in Serie B, aveva vent’anni compiuti da poco e stava per prendere il posto di Arcari, espulso. Brescia-Modena finì 0-1 con gol di Granoche proprio da quel rigore: Lorenzo Andrenacci si era ritrovato di colpo in campo. Non andò bene, ma la gioia del debutto era rimasta.
Il premio di Allegri
Passano sette giorni, nuova occasione: senza Arcari e con il suo vice, Minelli, infortunato, tocca di nuovo a lui. “Vai in campo, fatti valere”, gli dice Calori. Contro la Pro Vercelli, finirà 0-0. E così Lorenzo, che arriva da Fermo, si è ritrovato tra i grandi, dopo averne già assaporato un assaggio un paio di anni prima, quando era nelle giovanili del Milan. Nella stagione 2012/2013 in Primavera aveva fatto benissimo, tanto che a ottobre 2013 Allegri decide di convocarlo in prima squadra per premiarlo. Una partita qualunque? Macché: c’è la Champions League contro il Barcellona. Lui non scende in campo, è in tribuna: davanti a lui ci sono Amelia e Coppola. Ma non importa, ha respirato l’aria della Champions, non se la dimenticherà mai.
Dall'operazione alla Serie A
Passa quindi al Brescia, comincia a fare un po’ di gavetta. Esordisce, ma non basta. Viene prestato al Como (nessuna presenza) e al Fano (13 partite), prima di tornare alla base. La scorsa stagione si è giocato la titolarità con Alfonso. Che quest'anno contro la Juventus, dopo pochi minuti, è costretto ad arrendersi: una forte botta alla testa, chiede il cambio. Lo applaude tutto il pubblico dell’Allianz, come incoraggiamento: lo scontro in attacco è stato duro, qualche attimo di spavento c’è stato. E senza Joronen, la scelta ricade proprio su Lorenzo, che a 25 anni ha potuto realizzare il suo sogno di sempre: la Serie A (non è il primo giovane portiere, si pensi a Turati del Sassuolo). Sudata, agognata. È proprio dello scorso anno la sua grande paura: un neo sospetto, la corsa in ospedale e la constatazione che fosse maligno. “Appena in tempo, per fortuna abbiamo potuto evitare rischi peggiori”, dice lui, che aveva chiesto al Brescia massimo riserbo. Gli fu accordato: la società finse un dolore muscolare, era l’inizio del novembre 2018.
Proprio in quelle settimane che precedettero l’intervento, Andrenacci aveva giocato due buone partite contro Cosenza e Foggia: la titolarità di Alfonso era vacillata, allora. Non abbastanza da stravolgere le gerarchie (7 partite in totale, 9 gol subiti), ma quel tanto che basta da pensare che a Brescia, in silenzio, un nuovo portiere poteva emergere. Passa un anno e mezzo, Torino gli apre le porte. E chissà che in futuro non possa avere altre occasioni.