Andreazzoli, che è molto amico di Nicola, aveva avvisato tutti: "Sarò in panchina, non in Versilia". Tradotto: se la Salernitana vuole salvarsi, dovrà passare anche sull'Empoli. Ormai al sicuro, certo. Ma poco conta. Chi lo ha preso alla lettera è stato Gugliemo Vicario, in prestito dal Cagliari. Per troppo tempo ha fatto il secondo portiere, fin da quando - 17enne - non giocava più di cinque partite con l'Udinese Primavera perché chiuso da Scuffet e Meret.
Voleva una stagione da protagonista, la sua prima in A. Ci è riuscito eccome, per la gioia del suo vecchio presidente Giulini. Se il Cagliari, in attesa dell'Inter, può ancora sperare nella salvezza è merito proprio delle parate di Vicario, insuperabile contro la Salernitana. Provvidenziale dopo 9' su Gyomber, miracoloso su Bonazzoli nella ripresa. Decisivo sul rigore di Perotti all'84', con l'ex Roma che in carriera ne aveva sbagliati appena due (l'ultimo nel settembre 2017) su 29.
Lo ha battuto solo Bonazzoli
A Vicario è sfuggita solo una palla, che Bonazzoli ha scaraventato in rete su rovesciata (un colpo che prova praticamente da sempre, dai primi allenamenti con l'Inter). L'attaccante classe '97 è diventato il terzo giocatore della storia della Salernitana a raggiungere la doppia cifra di gol in A dopo Renzo Merlin (10 nel 1947/48) e Marco Di Vaio, che nel 1999 arrivò a 12 con tanto di tripletta - la prima fra i grandissimi - al Castellani in quella che resta l'unica vittoria dei campani a Empoli. Certo, alla fine di quell'anno fu comunque retrocessione. Chissà che con questo pareggio la storia non possa essere diversa. Intanto Di Vaio in pochi se lo sono dimenticati a Salerno. Tanti i tifosi - fra i seimila che hanno invaso la Toscana - ad indossarne ancora la maglia. Ma stanotte, più dei suoi gol, sogneranno i guantoni di Vicario.
La risalita di Vicario
Un passato da secondo portiere ormai spazzato via e caduto nel dimenticatoio. Un pomeriggio vissuto da numero uno indiscusso, risultato di una risalita ammirevole e ostinata. Vicario ha fatto un regalo al Cagliari, che ne detiene ancora il cartellino. Lui che di regali, però, dalla vita ne ha ricevuti pochi. Ha abbandonato l'Udinese Primavera e si è ritrovato in Serie D, al Fontanafredda, in cerca di spazio. A Venezia, dove è arrivato insieme a Tacopina per riportare il club fra i professionisti, ha giocato da titolare ma solo nei dilettanti. Poi in Serie C ha fatto il secondo a Facchin, in B a Audero. Nell'estate del 2019 ecco la sorpresa Cagliari, che lo acquista ma lo gira subito al Perugia, dove gioca sì da titolare ma senza riuscire a evitare una dolorosissima retroccesione. Quindi l'annata da secondo di Cragno, con cui stringe una bella amicizia (chissà se si sentiranno i due dopo i miracoli contro la Salernitana) e infine l'Empoli. Per lui Andreazzoli stravede, così come di elogi lo aveva ricoperto Antonio Conte: "Ha davvero una grande sicurezza", si complimentò l'allenatore dopo l'esordio in A di Guglielmo a San Siro contro l'Inter di Handanovic, suo idolo fin dai tempi di Udine.
Predestinato dal cuore d'oro
Di lui il presidente Corsi dice solo una cosa: "E' un predestinato". In porta e fuori, dove il cuore non gli manca. E' stato fra i primi ad aiutare una madre ucraina e suo figlio, fuggiti dal proprio Paese a causa del conflitto armato con la Russia. Li ha ospitati nella sua casa di Udine, nella speranza un giorno di poter accogliere anche il padre, rimasto in patria per combattere. In attesa che anche questa storia, come la sua carriera, possa avere un lieto fine.