Juventus, Tevez e mail spam. Vlad Marin: “La Kings League mi fa sentire vivo”

L’intervista a Vlad Marin, difensore degli AlpaK e dell’Italia in Kings League Italia
Un campo sterrato in Romania, un pallone tra le case e l’innocenza di un bambino. Comincia tutto così, per gioco, lontano anni luce dai riflettori. Ma in ogni storia ci sono degli snodi, che pian piano portano alla svolta. Prima Pomezia, poi Formello. Da lì, una scalata che profuma di sogno.
La primissima Lazio di Simone Inzaghi, i radar di Chelsea e Manchester City e gli allenamenti con Dzeko, Tevez, Kompany e David Silva. E ancora Juventus, Roma, infortuni seri e porte chiuse in faccia, fino alla Serie D.
Quindi la scelta più difficile: ricominciare da zero. “Ero convinto non mi fosse arrivato nulla finché non ho controllato anche la cartella spam. La mail della Kings League era lì da una settimana, follia“.
Questo e molto altro è Vlad Marin. Non solo il calciatore, ma il ragazzo che ha attraversato mille vite in una sola carriera. I pomeriggi con Keita alla Playstation, le chiacchiere con Balotelli negli spogliatoi e la svolta. “Spero che la gente si sia un po’ ricreduta, questo non è il giochetto degli streamer. È un progetto molto serio e siamo solo all’inizio“. Prima, però, facciamo un passo indietro.
Gli inizi, dalla Romania alla Juventus
“Da piccolo vivevo con mia nonna in campagna in Romania, siccome mia mamma era in Italia. È lì che ho iniziato giocando per strada, sullo sterrato. Una volta arrivato a Roma ho iniziato al Pomezia, poi a un torneo la Lazio mi ha visto e ha deciso di tesserarmi. Avevo 11 anni“. E qui comincia la scalata nelle giovanili biancocelesti, incontrando anche un giovane ‘Demone’.
“Simone Inzaghi ha iniziato allenando il mio gruppo, quello dei 1995, poi ha iniziato a chiamarmi la Primavera da sotto età e sono cresciuto anche a livello caratteriale – rivela Vlad Marin ai nostri microfoni -. Si comincia a parlottare di me e mi vengono a vedere osservatori dal Chelsea e soprattutto dal Manchester City. Con il senno di poi non sarei andato, ma volevo realizzare il mio sogno“.

Il salto in Inghilterra è di quelli che fanno rumore. Vlad è giovane, affamato, ma deve fare i conti con la burocrazia. Niente cittadinanza italiana, niente contratto da professionista. “Mi allenavo senza poter giocare, spesso con la Prima Squadra. Un periodo che mi porterò dietro per sempre, ma quello che mi colpì di più fu l’organizzazione. Cose che in Italia ho visto dopo anni“.
Poi, per tornare ad attuali allenatori di Serie A, anche un confronto con Patrick Vieira e la decisione di tornare in Italia, alla Juventus. Il tutto mentre il Daily Mail, in merito alla sua cessione da parte dei Citizens, titola “Talent Drain” ovvero “Fuga di talenti”. “Ho fatto sei mesi nella Primavera bianconera, una volta al ristorante incontrai Tevez (nella stessa estate passato in bianconero dal City, ndr) che mi disse: ‘Ma che fai, mi segui?’ – rivela il difensore ridendo – Però giocavo poco. Io volevo solo scendere in campo, Juve o non Juve“.
Dalla Roma alla Kings League: “È successo tutto per caso”
Così arriva il prestito alla Roma. “Sono tifoso laziale, ma in giallorosso è dove mi sono trovato meglio proprio dopo la Lazio. Stavo bene mentalmente ed ero vicino a casa, un peccato non essere stato riscattato“. Panchine in Serie A senza esordire, giovanili di tutto rispetto, allenamenti con grandi campioni. Strada spianata per il salto definitivo? Purtroppo no.
E quindi arriva la Serie C con Messina e Rimini, un’esperienza in Serie B belga e la rottura del crociato. “Un anno e mezzo fuori, operazioni, riabilitazione. La Juve non mi rinnova, continuo da solo. Cuneo, un ritiro con il Foggia, poi il Covid-19 e allenamenti in solitaria“. Dalle stelle alle stalle, direbbe qualcuno. Il tutto prima della svolta, più inaspettata che mai.

“Stavo giocando alla play con un amico, mi racconta che Blur stava facendo la squadra per la Kings League, io lo conoscevo ma non lo seguivo. Mi iscrive lui, poi me ne dimentico“. Passa il tempo, il giorno dei draft si avvicina sempre di più. “Controllando le mail non trovo niente, finché non guardo la cartella spam, la convocazione era lì da una settimana. Follia“. Da lì in poi il provino in una Milano gelida e il Mondiale in Messico con gli Stallions, per vivere 10 giorni da favola.
“Mi ha riportato a sentirmi vivo, come da professionista. C’è ancora tanto da migliorare, ma l’ambiente è serio. È solo l’inizio, ma ci credo“. Tanto che arriva la scelta di lasciare il calcio a 11 per abbracciare questo nuovo progetto. “Ho deciso di continuare a giocare e divertirmi senza pormi limiti, questo ambiente mi piace moltissimo“, ci rivela Vlad Marin.
L’Italia, il 3dentazo e il derby AlpaK-Stallions
Tra dirette streaming e nuove amicizie siamo quasi arrivati al presente. “Ho iniziato a streammare su Twitch con Andrea Tarasco dopo il Messico per condividere con la gente un’esperienza che mi porterò dentro per tutta la vita. Ora è un passatempo“. Poi la ‘deludente’ Kings World Cup Nations con l’Italia e la fascia da capitano al braccio. “Dovevano esserci Perrotti e Conte, Colombo ancora non lo si conosceva… siamo arrivati contratti a livello mentale. Bisogna ripartire da lì“.
E quindi eccoci all’inizio della Kings League Lottomatica.sport Italy, con gli Alpaca di KFrenezy. “Sono stati la prima squadra che mi ha scelto, ma sono rimasto legato agli Stallions e per loro giocherei a zero per il valore affettivo enorme – rivela Vlad -. Non mi interessano i numeri di Blur, ma quello che è Gianmarco come persona. Da quando l’ho conosciuto è diventato mio amico e gli voglio bene“.

La Kings League è un mondo magico. Amicizie nuove, un campo da calcio grigio e regole speciali. “Gelsi? Lo conosco da tre mesi e adesso siamo sempre insieme, non so perché. Lo stesso vale con ‘Tara’ e con tanti altri ragazzi. In partita ci facciamo la battaglia perché ognuno vuole raggiungere i propri obiettivi, ma fuori siamo un grande gruppo“, sottolinea il capitano degli AlpaK.
Il classico difensore di cui magari non si ricordano i gol o i dribbling ubriacanti. Non il più cliccato su Tiktok, ma una di quelle persone che, preso un impegno, dà tutto se stesso nella buona e nella cattiva sorte. Dai sogni sfiorati del grande calcio ai riflettori della Kings League: Vlad Marin è tornato a sentirsi vivo e non ha intenzione di fermarsi.
A cura di Simone Bianchi