Chiedete a quel Junior Messias che giocava nei campetti spelacchiati del torinese nei tornei della UISP come potesse immaginarsi un suo eventuale esordio in Champions League. In quei momenti, una situazione del genere gli sarebbe sembrata totalmente irrealizzabile. La realtà è che la sua prima volta in Champions è qualcosa da favola, come del resto gli ultimi 12 mesi della sua vita calcistica.
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Un esordio surreale
Entrato al 65', gli sono bastati 22 minuti per segnare un gol di vitale importanza per il Milan. Voleva essere decisivo al suo esordio in Champions e lo è stato eccome. Prima ci aveva provato regalando a Bakayoko la palla del possibile vantaggio, ma Savic con un'intervento irreale (scivolando ha fermato la palla con il ginocchio a pochi passi dalla linea di porta) ha detto no all'ex Napoli. Allora al secondo tentativo si è messo in proprio.
Esordio, gol e Milan ancora in vita. I rossoneri dovevano vincere a tutti i costi e sperare nella vittoria del Liverpool contro il Porto per poter provare a giocarsi tutto nell'ultima giornata (QUI il punto). Per Messias è stato di certo un esordio surreale. Lo stadio era una bolgia, la posta in palio altissima. Uno scenario che nella testa di un Messias che faceva il corriere, ma sognava di fare il calciatore ci sarà passato tante volte.
Il Milan e il retroscena sull'accordo
Avrà iniziato a pensare che certi sogni si possono realizzare soprattutto nella notte tra il 30 e il 31 agosto, quando dopo un incontro segreto tra i suoi agenti e la dirigenza del Milan, alle 3 di notte lo chiama Maldini in persona: "Sei del Milan, Junior! Muoviti adesso che ti aspettiamo tra poche ore per visite e firma". Così, il giocatore arriva in città in notturna e soggiorna al Westin Palace fino alle otto del mattino: tempo di test medici, poi penna in mano e una firma sul contratto che pesa come un macigno.
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Chi ha sognato per tutta la vita ora regala a una squadra storica la possibilità di sognare ancora una qualificazione agli ottavi di Champions League. La competizione che più di tutte è nel dna del Milan.
