Intervistato da Gianluca Di Marzio per Sky Sport a poche ore dall'inizio dell'euroderby tra Milan e Inter, Cristian Brocchi ha spiegato le proprie sensazioni sulla sfida. Inoltre, l'ex centrocampista ha anche raccontato diversi annedoti sulla sfida andata in scena nel 2003. "C'era tensione, adrenalina. Ma una delle qualità del nostro gruppo era essere positivi quindi noi pensavamo solo alla vittoria, non alla sconfitta. Questa era la nostra fortuna, in queste partite non vince sempre la squadra più forte" - spiega Cristian Brocchi.
"La notte prima si dice che si dorme tanto e che si deve riposare, ma noi abbiamo dormito pochissimo, forse tre ore. La Champions League ha qualcosa di diverso nell'aria". Poi, ancora sulla sfida del 2003 contro l'Inter: "Io sono fiero di averla giocata, perché non è da tutti saperla giocare a livello caratteriale, emotivo e nervoso. Per questo non sempre escono delle belle partite. Spero che questo sia bello per tutti noi che non vediamo l'ora di guardarlo".
Verso Milan-Inter, le sensazioni di Cristian Brocchi
Sul Milan attuale, Cristian Brocchi spiega: "Quando girano Theo e Leao il Milan cambia marcia. Lo fa perché ha un lavoro difensivo importante con Tonali, Bennacer e Krunic". Sull'Inter invece: "Ha più individualità perché ha una rosa più completa, hanno ricambi importanti".
Su Rafael Leao, in forte dubbio per una maglia da titolare, Brocchi spiega: "Lo farei giocare solo se è al 90%. Al giorno d'oggi i dottori hanno la capacità di poterti dire se rischi qualcosa. In quel caso può essere controproducente per se stessi, per la squadra e per il prosieguo di stagione. Un Leao al 50% magari ti dà meno di un altro giocatore al 100%".
Da Ancelotti al tatuaggio Champions, Brocchi: "Nel 2003 eravamo un gruppo di amici, questo il segreto"
Infine, Cristian Brocchi conclude parlando ancora dei ricordi ai tempi del Milan, che lo legano a Carlo Ancelotti. "Lui sa gestire a livello emotivo il gruppo. Ieri su Modric ha detto 'Prima lui, poi gli altri', ma non è sminuire gli altri giocatori ma dare importanza a un giocatore meraviglioso. Ha queste modalità che ti portano a fare qualsiasi cosa per lui. Non ho mai sentito giocatori che ha allenato parlare male di lui".
Poi, conclude Cristian Brocchi parlando del tatuaggio dedicato alla Champions Leaugue del 2003. "Labbiamo sempre decantata, è stata la prima per volti. Ha avuto una valenza speciale nel cuore di tanti. Avevamo creato una squadra di amici che andava in campo, lottava e ancora oggi si frequenta. Questo ci ha portato a vincere".