Chi l’ha detto che la super estate della Spagna era finita con la vittoria degli Europei? Mentre il 14 luglio scorso scoppiava la festa per le strade di Madrid, un’altra nazionale si stava preparando per il secondo successo di questo 2024 tutto spagnolo. Così, quasi un mese dopo, a Parigi è arrivata anche la medaglia d’oro olimpica. A due giocatori è riuscita la doppietta Europeo-Olimpiade mentre, dopo De La Fuente, un altro c.t. federale ha fatto le fortune della nazionale. Insieme a loro un gruppo giovane, formato da campioni del presente e soprattutto del futuro. Così, quella spagnola, si è confermata un’infermabile fabbrica di talenti.
Spagna, chi sono i protagonisti dell’oro olimpico
Quello olimpico è un gruppo che ha saputo essere da subito vincente, ma che promette soprattutto di regalare diversi giocatori alla nazionale maggiore. I tratti distintivi? Tutti giocatori nati dal 2000 in poi, con Sergio Gomez, Abel Ruiz e Juan Miranda (i tre fuoriquota consentiti dal regolamento) che a 24 anni sono stati i più “anziani” della spedizione. Inoltre, è da sottolineare l'assenza di giocatori del Real Madrid, in parte anomala, ma anche dimostrazione delle altre infinite risorse del movimento spagnolo. Tra queste, la stella più brillante nel cielo di Parigi è stata senza dubbio quella di Fermín Lopez, già campione d’Europa nemmeno un mese fa. Se in quel caso era stato oscurato dai vari Pedri, Dani Olmo e Fabian Ruiz, ai Giochi è stato assoluto trascinatore con 6 gol in altrettante partite, tra cui una doppietta nella pazza finale con la Francia. Il 2003 del Barcellona è riuscito nell’accoppiata Europeo-Olimpiade, così come Alex Baena, riserva a Berlino ma protagonista col 10 sulle spalle a Parigi. Anche il centrocampista del Villarreal si è preso la scena in finale, con un gol su punizione che ne ha evidenziato le grandi doti tecniche.
A proposito della finale, a deciderla è stato, a sorpresa, il meno noto Sergio Camello, attaccante del Rayo Vallecano subentrato all’83’ ad Abel Ruiz. Pochi minuti più tardi, ai supplementari, ha realizzato il primo gol del suo torneo per il vantaggio della Spagna, prima di chiuderla sul 5-3 al 120', firmando così la sua doppietta. Molto più continui sono stati il colchonero Pablo Barrios, perfetta sintesi di qualità e quantità che tanto piace a Simeone, e il blaugrana Pau Cubarsì, “gemellino” di Yamal, centrale di difesa classe 2007 con i piedi da trequartista e la personalità di un veterano. Solo un esempio della qualità di una nazionale in cui c’è anche un po’ di Serie A. In primis un insostituibile come il già citato Miranda, nuovo arrivo del Bologna. Poi anche il talentuoso Bernabé, che dopo la Serie B vinta col Parma ha arricchito ancora la propria bacheca. Li raggiungerà in Italia anche quel Marc Pubill che sta per diventare un nuovo giocatore dell’Atalanta. Non l’unico dei protagonisti di questo calciomercato, dato che anche Samu Omorodion (atteso dal Chelsea), ha preso parte alla spedizione e segnato un gol ai gironi.
Santi Denia sulle orme di De La Fuente
Una mole di talento enorme, messa a regime nel miglior modo possibile dal c.t. Santi Denia. Altra grande scommessa vinta dalla federazione spagnola, che gli ha dato fiducia proprio come fatto con De La Fuente. Un altro commissario tecnico federale, partito dall’U16 nel 2010 e arrivato fino all’U21 e ora alla nazionale olimpica. C.t. formato in casa e vincente, già al suo terzo successo, dopo quelli all’europeo U17 nel 2017 e U19 nel 2019. L’oro olimpico è stato il coronamento di questo percorso e potrebbe essere anche il trampolino di lancio per i tanti giocatori che abbiamo già citato. Tre anni fa fu così per 7/11 della finale di Tokyo contro il Brasile, che da quell’argento olimpico sono arrivati alla vittoria dell’Europeo di quest’anno. Non a caso, il c.t. olimpico del 2021 era proprio Luis De La Fuente, di cui Denia è stato il perfetto successore, migliorandone il risultato e mettendo in vetrina nuovi potenziali campioni. Con l'Olimpiade vinta, la Spagna si è confermata una fabbrica di talento che da più di 20 anni continua a sfornare fuoriclasse e, intanto, non smette di vincere. L’estate d’oro delle Furie Rosse non è stata di certo un caso.
A cura di Simone Solenghi