Francesco De Gregori cantava, nella sua Leva clacistica della classe '68 che "un calciatore lo vedi dal coraggio, dall'altruismo e dalla fantasia". Tre elementi di cui Robin Gosens è ben fornito. Tedesco, classe '94, nato a Emmerich ha cambiato la sua vita facendo di questi tre aggettivi il suo mantra: con coraggio ha lasciato l'Heracles per provare ad essere protagonista in una squadra importante della Serie A come l'Atalanta, con altruismo - quando gli chiedono dei suoi gol - dice sempre che prima viene il bene della squadra e con fantasia perché per segnare 8 gol in metà stagione, facendo l'esterno sinistro, ci vuole qualità e una buona dose di incoscenza condita dalla voglia di arrivare in alto e mettersi in mostra.
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Gosens, sempre presente nelle vittorie dell'Atalanta
Mettersi in mostra. In vetrina, in questa Atalanta, c'è ovviamente anche lui. Per la prima volta nella sua storia la Dea vince per 7-0 una partita di Serie A, la vittima a questo giro è il Torino, tra le firme alla voce marcatori (oltre a quella di uno straordinario Ilicic) c'è anche la sua. Un caso? No. E' la sua stagione e gli 8 gol e 4 assist in tutte le competizioni raccontano molto di più di quello che una statistica può dire. Nelle vittorie più importanti della stagione dell'Atalanta c'è stata fin qui, quasi sempre, anche la sua firma. C'è stata ieri sera, nel 7-0 al Torino, alla prima giornata nella rimonta contro la Spal, nel 3-3 con la Lazio all'Olimpico, nel 5-0 al Milan e al Parma, nell'1-1 a San Siro con l'Inter e in Champions League, la sua rete nel 3-0, ha spinto l'Atalanta contro lo Shakhtar ad una storica qualificazione agli ottavi.
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Il coraggio
E pensare che nel 2013 non era nemmeno un giocatore professionista. A scoprirlo e a dargli l'opportunità di diventare un calciatore importante fu il Vitesse. A sentire lui, una benedizione: "Credo che se fossi entrato presto in qualche settore giovanile mi sarei stufato di regole e schemi da seguire. Io non sono così, quando ero più giovane mi sono divertito e ho giocato sempre a calcio con gli amici prendendo tutto il tempo che mi serviva. Dal giorno in cui ho firmato il primo contratto da professionista la mia vita è cambiata: ho sempre sognato di fare il calciatore ma in quel momento, avevo 19 anni, ho capito che potevo davvero farcela".
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Farcela sì, perchè Robin ora ha raggiunto il suo obiettivo di fare il calciatore, ma quando non ce la fai e ti manca un po' di convinzione e la fortuna sembra dimenticarsi di te, cominci a pensarle tutte anche a fare il poliziotto: "Andavo a scuola e pensavo che ormai fosse tempo di cercare un lavoro stabile. In Germania esiste un percorso di formazione specifico per entrare in Polizia e stavo intraprendendo proprio quella strada. Poi tutto è cambiato velocemente, sono passato da una piccola realtà al calcio italiano e all’Europa League".
Ed è con la scelta di trasferirsi all'Atalanta nel 2017 che ha dimostrato coraggio e voglia di mettersi in gioco: "All’inizio non pensavo fosse qualcosa di serio. Voglio dire, ho visto che l'Atalanta era tra i primi cinque del campionato di Serie A e non potevo credere che avessero seriamente interesse per me. Ma mi hanno convinto, sapevano tutto di me. Sulla via del ritorno, in aereo, ho detto a mio padre: è una pazzia che devo fare. L’Atalanta è un club caldo e aperto, simile all’Heracles Almelo. Bergamo è una città pazza di calcio, dove tutto ruota intorno al calcio".
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L'altruismo
Eppure lui, come vi dicevamo, è altruista e di essere il difensore dei top 5 campionati europei che ha segnato più gol in tutte le competizioni di questa stagione probabilmente è un fatto a cui bada poco. "Non mi pongo minimamente il problema di arrivare a battere il record di otto gol di Conti: non penso al successo personale e a fare qualcosa per me ma solo al bene della squadra. Cercherò sempre di fare gol per i compagni e per vincere: questo è quello che conta. Personalmente penso solo a fare del mio meglio, mi sento più sicuro ogni partita e credo che anche la squadra si fidi molto di più di me: prima andavo in profondità quindici volte e non me la passavano mai, adesso magari mi cercano in 10-12 occasioni".
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La fantasia
L'Atalanta lo ha cambiato e lui sta cambiando l'Atalanta e i suoi obiettivi grazie ai suoi gol. Ci vuole fantasia per fare certe giocate e ambire a certi traguardi, ma lui sogna e fantastica: vorrebbe un giorno giocare a casa sua in Bundesliga e magari vestire la maglia dello Schalke 04, la sua squadra per cui faceva il tifo da bambino. Per ora il suo cuore batte per la Dea: "Mi piacerebbe comunque giocare allo Schalke 04 in Bundesliga. Se mi vorranno, io andrò perché è la mia squadra, ma per ora penso solo all'Atalanta. Bergamo è casa mia". Bundesliga ma anche la nazionale, un obiettivo che fantastica di raggiungere: "In Germania si sono accorti di me. Essere inserito nella Top 11 della Uefa, nell'ultima giornata dei gironi di Champions League, mi ha dato visibilità anche nel mio paese e in chiave Nazionale il mio nome circola parecchio. Certo, adesso aspetto anche che Low inizi a seguirmi, mi piacerebbe andare al prossimo Europeo, ma per farlo forse devo arrivare alla semifinale di Champions segnando pure dieci gol". Speranze, fantasie di un ragazzo altruista e coraggioso che segna e fa sognare una città intera.
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