Lo stop della Ligue 1, la battaglia del presidente Aulas, l’addio di Tousart. Gli ultimi mesi del Lione sono stati piuttosto burrascosi. Colpa della decisione della Federazione francese di concludere la stagione in anticipo e assegnare il campionato al Psg.
Da lì una situazione ancora più anomala di quanto già non fosse dopo un’epidemia che ha messo in ginocchio il pianeta. La squadra di Rudi Garcia si è ritrovata senza partite ufficiali da giocare, ma ancora in corsa in Champions League. Dove affronterà la Juventus negli ottavi a una settimana dalla sfida di coppa contro il Paris Saint Germain, già il primo impegno della stagione 2020/21.
Prima dello stop
Il Lione ha giocato la sua ultima partita ufficiale l’8 marzo scorso, quando fu sconfitto di misura sul campo del Lille. Un risultato che aveva allontanato la zona Europa, al momento della sospensione definitiva del campionato distante nove punti.
L’OL non stava vivendo un campionato esaltante: 11 vittorie, 7 pareggi e 10 sconfitte in 28 partite per un totale di 40 punti a dieci giornate dal termine. Ben altro cammino in Champions, dove Les Gones si erano spinti oltre le aspettative. Secondo posto nel girone G dietro il Lipsia e davanti a Benfica e Zenit, poi il 26 febbraio l’impresa del Parc OL con la vittoria targata Tousart. La prima nella storia del club contro la Juve. Un risultato che fa sperare i francesi, anche se in vista del 7 agosto sarà impossibile fare previsioni.
Durante la quarantena
Il Lione è stato il club che durante la quarantena più ha fatto parlare di sé. Inevitabile con un presidente vulcanico come Aulas. Fuori dalle coppe europee e preoccupato dalle perdite economiche dovute allo stop forzato, ha iniziato una battaglia legale e mediatica per la ripresa del torneo.
Una lotta tenace, solitaria, in cui non si è arreso fino alla decisione del Consiglio di Stato di respingere il ricorso e confermare la classifica conseguita al momento della sospensione. Un verdetto che ha reso vani mesi passati all’insegna di attacchi continui e dichiarazioni che hanno fatto discutere. Un po’ come questa: “Visto che dai quarti si gioca su gara secca, poteva essere logico pensare che il Lione fosse già qualificato. Ma siamo per il fair play e accettiamo il ritorno”.
Adesso
Tra l’andata di Lione e il ritorno di Torino saranno passati 5 mesi e mezzo. Mai nella storia del calcio c’era stata una distanza tanto ampia tra una partita e l’altra. I dubbi principali saranno sulle condizioni fisiche: "Abbiamo grandi aspettative anche se la Ligue 1 si è fermata. Stiamo lavorando in vista della Juventus, preparandoci con delle amichevoli. Ci sarà una disparità importante tra noi e loro, ma sono convinto che il Lione potrà andare avanti", ha detto il ds Juninho in collegamento con la UEFA subito al termine del sorteggio di Nyon.
Dopo gli allenamenti di questi mesi, un test amichevole già è andato in scena il 4 luglio: quello contro il Nizza vinto 1-0 grazie al gol di Aouar, talento e uomo copertina di questo Lione (9 gol stagionali). Al ritorno lui ci sarà al contrario di Tousart, il match winner del primo atto tornato all’Herta Berlino, e Terrier, l’ala passata al Rennes.
Addii che hanno fatto parlare, un po’ come quello a parametro zero di Kalulu. La bandiera mancata che ha scelto il Milan per proseguire la sua crescita. All’Allianz ci sarà però anche un ritorno importante, quello di Depay che lo scorso dicembre aveva riportato la rottura del legamento crociato. L’olandese ex United, miglior marcatore del Lione in Champions con 5 gol in altrettante partite, è già tornato ad allenarsi con la squadra. Tra un mese potrà rappresentare un pericolo ulteriore per i bianconeri.
di Gabriele Candelori