Max Taylor, dal cancro all’Europa League col Manchester United
Diciannove anni, un tumore sconfitto e la prima convocazione con la maglia che sognava di vestire da quando era piccolo. La storia di Max Taylor, dal buio ai riflettori dell’Astana Arena.
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“Ero ancora un po' fragile quando camminavo. Mi mancava il respiro…”. Era il settembre 2018 quando a Max Taylor (lo conoscete? Guardate il video) venne diagnosticato un tumore al testicolo all’età di soli 19 anni, la stessa malattia sconfitta da Francesco Acerbi. Una vita da vivere, una carriera da portare avanti e un mostro dentro che diventava giorno dopo giorno sempre più grande. Il primo pensiero era volato subito lì, al sogno che rincorreva fin da bambino: “potrò giocare ancora a calcio?”. Nessun allenamento, solo cicli di chemioterapia. Il campo da calcio lascia il posto ad una sala d’ospedale. Nove settimane dopo sembrava sconfitto, poi la necessità di un nuovo intervento chirurgico per rimuovere i linfonodi che avevano interessato l’aorta. “La parte più complicata è il ritorno alla normalità”, aveva raccontato Max ai giornalisti della BBC. Alla normalità ci era tornato dopo un solo un anno, riprendendo gli allenamenti insieme all’Under 23 del Manchester United.
Oggi, il difensore va spesso a fare visita ai ragazzi ricoverati al Manchester’s Christie Hospital, dove tanti come lui in passato, lottano ogni giorno per sconfiggere il cancro. Il 26 novembre Solskjaer lo ha convocato per la sfida di Europa League contro l’Astana (highlights nella playlist), per realizzare il sogno che ha fin da bambino. La sfida più dura, Max l’ha vinta. Adesso iniziano quelle sul campo, diverse, sicuramente meno importanti, ma comunque fondamentali per crescere. L’obiettivo ora è quello di diventare un grande calciatore, perché un grande uomo ha già dimostrato di esserlo, nel modo migliore in cui avrebbe mai potuto.