Questo sito contribuisce all'audience di

Auguri a Collina, l’arbitro diventato icona

A ogni parola che memorizziamo, il nostro cervello attribuisce un’immagine, una rappresentazione. E quando sentiamo parlare di ‘arbitro’, non può che venirci in mente la figura di un uomo calvo, dal fisico longilineo e dallo sguardo di ghiaccio. In poche parole, non possiamo che pensare a Pierluigi Collina.

Non un normale direttore di gara. Nel suo libro La storia del calcio in 50 ritratti, Paolo Condò parla infatti di come Collina abbia “oltrepassato lo status di grande arbitro per diventare qualcosa di più, qualcosa che non s’era mai visto prima”. Una figura per cui arbitrare sembra essere “un gesto zen, qualcosa di metafisico. (…) Di Collina ce n’è uno, gelido, infallibile, e con un ego extralarge”. Un ego in senso positivo, che non permette certo di farlo passare inosservato.


Collina_collage_Repka_Davids_screen_GDM.jpg

Collina come icona pop

Più di un arbitro, più di un semplice uomo con il fischietto in mano. Collina ha rappresentato – e rappresenta tuttora – una vera e propria icona pop. Oltre ad aver diretto finali Mondiali ed europee, infatti, Pierluigi è anche l’unico arbitro mai apparso sulle copertine di diversi videogiochi. Lo hanno celebrato in alcuni cartoni animati, ha posato come testimonial per vari marchi pubblicitari e qualche cantante lo ha pure voluto nel proprio video musicale. Da questo punto di vista, nessuno è stato come Collina.

Il suo carisma in campo lo ha fatto emergere anche al di fuori di esso, nel mondo dei comuni mortali, dove tutti continuavano a chiedersi come diavolo facesse a portare tanta personalità di fronte ad alcuni dei più grandi campioni della storia. La risposta, in un’intervista del 2006 al Corriere della Sera, l’ha data direttamente lui: “Senza un pizzico di follia, non ci si mette a rischio in maniera così elevata”. E la sua, di sana follia, la maggior parte degli appassionati l’ha sicuramente apprezzata. Naturalmente anche le critiche non sono mancate, soprattutto dopo quel Perugia-Juventus giocato sotto il diluvio, che costò lo scudetto del 2000 ai bianconeri. Ma d’altronde, per Collina: “Chi non accetta il giudizio degli altri limita la possibilità di migliorarsi”.


Collina_collage_PES.jpg

I problemi dati dalla calvizie

E pensare che, quando aveva 24 anni, Pierluigi rischiò di non poter più arbitrare a causa dell’improvvisa perdita dei capelli. Lo fermarono per circa due mesi, fino a fargli dirigere una partita di Interregionale per verificare la ‘risposta’ del pubblico: “Era un test per capire come la gente avesse reagito a un arbitro senza capelli” ha dichiarato Collina ai microfoni di Sky Sport. “Lo stadio conteneva 5 o 6 mila spettatori, era una Latina-Spes. Quella partita la ricordo meglio di alcune gare di Champions, perché pensare che il mio futuro dipendesse dai miei capelli e non dalle mie qualità mi sembrava assurdo. Però posso solo ringraziare il pubblico di Latina, perché era molto più interessato ai miei fischi che al mio aspetto. Quando vedo un bambino che si vergogna per il mio stesso problema mi commuovo, perché ci sono passato anch’io. Ma vorrei dirgli che una testa è bella anche senza capelli”.


Pierluigi_Collina_2_IMAGE.jpg

I numeri e la sua filosofia

Dal 1991 quindi, anno del suo esordio in Serie A, Collina ha arbitrato 466 partite, fino al ritiro del 2005. 240 in A, 49 in Champions League, tra cui la finale del ’99 con l’incredibile 2-1 nel recupero tra Manchester United e Bayern Monaco. È stato presente in 2 Mondiali – 1998 e 2002, nel quale ha anche diretto la finale – e negli Europei del 2000 e del 2004. Ha arbitrato la finale olimpica del ’96 e quella di Coppa Uefa del 2004. L’IFFHS lo ha premiato per sei anni di fila, dal 1998 al 2003, come miglior arbitro del mondo. Numeri incredibili per una figura altrettanto incredibile, che ha fatto la storia della propria categoria.

Se in Splendori e miserie del gioco del calcio Eduardo Galeano definiva ironicamente l’arbitro come colui il cui “lavoro consiste nel farsi odiare”, Pierluigi Collina ha decisamente cercato di invertire la rotta. E non lo ha fatto con un piano nascosto, ma semplicemente essendo se stesso. Carisma, affidabilità e dialogo. Questi i suoi maggiori princìpi, uniti alla consapevolezza di dover conoscere il calcio in tutti i suoi aspetti: “Ci sono arbitri che preferiscono non sapere nulla della partita, ed è un errore colossale. Io entravo in campo cercando di avere ogni informazione possibile sui protagonisti. Conoscendo gli schemi delle squadre e le caratteristiche dei giocatori, ci si può trovare nelle migliori condizioni per giudicare e decidere”.


Pierluigi_Collina_screen_GDM.jpg

Presente e futuro

Dal 2017 è il presidente della Commissione Arbitrale della FIFA, dopo esserlo stato anche della UEFA dal 2010 al 2018. Fautore del VAR fin dai primi tempi, oggi trasmette la sua esperienza agli arbitri del presente e del futuro. Il prossimo, importante appuntamento per la sua classe arbitrale saranno i Mondiali 2022 in Qatar. Con un occhio sempre puntato verso il progresso tecnologico: “Il cambiamento deve essere visto come un’opportunità di crescita, non come qualcosa di cui avere paura”.

Dai banchi della facoltà di Economia dell’Università di Bologna – dove si è laureato con 110 e lode – ai più grandi palcoscenici del panorama calcistico mondiale. La passione per il basket – e per la Fortitudo Bologna – sempre ad accompagnarlo, ma con il fischietto nel sangue: “Il calcio non è un gioco perfetto. Non capisco perché la gente voglia quindi che l’arbitro sia perfetto”. Di certo, lui, a quella perfezione ci si è avvicinato parecchio.


Pierluigi_Collina_screen_2_GDM.jpg

Un professionista da cui prendere esempio

Collina è stato il primo, vero arbitro professionista. Penso che questa sia stata una figura introdotta da lui” ha affermato Nicola Rizzoli, designatore arbitrale di Serie A, ai microfoni di Sky Sport. “Ho avuto la fortuna di apprendere dai suoi insegnamenti, capendo il suo modo di vedere l’arbitraggio. Tutto ciò ha influito molto nella mia carriera e in ciò che sono riuscito a fare”.

Auguri di buon compleanno a Pierluigi Collina, vera e propria icona dello sport. Perché chiamarlo semplicemente ‘arbitro’, in fin dei conti, sarebbe riduttivo.

 

A cura di Stefano Renzi