L'ex designatore della Uefa e arbitro Pierluigi Collina ha parlato del Var, e tanto altro, in un'intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport: "Var in Champions? La Fifa ci ha creduto da subito e ha iniziato molto prima la preparazione. Poi ci sono differenze oggettive: per ora la Var è stata utilizzata in campionati disputati in un solo Paese. Farlo in Champions dove si gioca in molti Paesi e dove ci sono più broadcaster è più complicato. Ma sono sicuro che anche la Uefa prenderà la decisione di implementarla e quanto questo accadrà gli arbitri si faranno trovare pronti".
"La Var ti dà maggiore tranquillità, non ti fa cambiare modo di arbitrare. In campo l’arbitro decide sapendo che se commetterà un errore ci sarà un “paracadute” a salvarlo. Ed è importante, come chiesi fin dalla prima riunione Ifab in cui si discusse l’argomento (novembre 2014, ndr), che sia l’arbitro ad avere la decisione finale, Se c’è un fatto oggettivo, ad esempio un fuorigioco, nessun problema, ma altrimenti è l’arbitro che deve poter rivedere le immagini prima di decidere. Però c’è chi ha un po’ cambiato modo di lavorare. Gli assistenti. Ai quali è stato detto di ritardare l’uso della bandierina in alcune occasioni, perché è meglio far segnare il gol e poi valutare al video piuttosto che bloccare un’azione che invece poi si rivela corretta. E in Russia non si è praticamente parlato di fuorigioco...".
Un futuro senza Var? "Credo proprio di no, anche perché la gente non capirebbe. Viviamo in un’epoca in cui tutto quello che facciamo si basa sull’uso della tecnologia. Abbiamo provato anni fa a diminuire gli errori con l’occhio umano, con gli arbitri di porta, ma allora la tecnologia non permetteva la precisione di oggi. E continua a migliorare. Prima del Mondiale siamo passati da una valutazione in 2D del fuorigioco ad una in 3D, indispensabile per valutare con più precisione la posizione di un piede rispetto ad una testa".
L'intervista completa su La Gazzetta dello Sport.