Ashley Young è ufficialmente un nuovo giocatore dell'Inter. L'inglese, classe '85, arriva in nerazzurro a titolo definitivo dal Manchester United e firma un contratto fino a giugno 2020 con opzione per un'altra stagione.
Dieci giorni fa l'Inter aveva già scelto il suo esterno per rinforzare la rosa di Conte e già da allora il giocatore aveva detto sì ai nerazzurri.
LEGGI ANCHE: L'arrivo a Milano e le visite mediche. Tutte le immagini di Young
LEGGI ANCHE: Fantacalcio | Candreva, Biraghi, Asamoah: cosa cambia con Young?
Il comunicato dell'Inter
Ashley Young è ufficialmente un nuovo giocatore dell'Inter. Il calciatore inglese classe 1985 arriva a titolo definitivo dal Manchester United e ha firmato un contratto fino al 30 giugno 2020 con un’opzione di prolungamento per la stagione successiva.
“Voglio diventare un calciatore professionista”. Non lasciava spazio alle repliche, Ashley Young. Aveva 16 anni e davanti alla responsabile degli studenti nell’istituto che frequentava non ammetteva la presenza di piani B. D’altronde lui e il pallone erano una cosa sola, da quando a 5 anni era entrato a far parte degli Stevenage Colts, la squadra della sua città, quella che ha dato i natali anche a Lewis Hamilton, che frequentava le stesse scuole.
Niente motori, per Ashley: per lui c’era solo il calcio. Quello giocato per strada con i fratelli, fino a quando diventava buio. O in salotto, con il divano utilizzato come porta. Sognava di diventare forte come Ian Wright, leggendario centravanti dell’Arsenal. E a 10 anni prese al volo l’opportunità: allenarsi nelle giovanili del Watford. Ogni giorno 40 km all’andata e 40 al ritorno, fino ai 16 anni. Lì arrivò la prima, vera, prova della sua carriera e della sua vita. Il primo taglio, la possibilità di partecipare solo part-time alla vita da calciatore. E allora la scuola alla mattina, gli allenamenti al pomeriggio, aggregato dall’Under 16 e all’Under 17 del Watford. E mentre gli adulti cercavano di spiegargli che doveva pensare anche ad una possibile alternativa al calcio, Young mise in mostra una delle sue caratteristiche principali, che lo hanno contraddistinto per tutta la carriera: una determinazione fuori dal normale.
Quella che gli ha consentito di farsi spazio, di debuttare con il Watford, di ottenere la promozione in Premier League, di diventare, allora, l’acquisto più costoso della storia dell’Aston Villa, nel 2007. È sempre andato forte, Ashley. Sulla fascia, mettendo cross e segnando. Sir Alex Ferguson lo chiamò al Manchester United nel 2011. Da allora ha disputato 261 partite, segnando 19 gol e collezionando titoli su titoli: una Premier League (2012-2013, l’ultima di Sir Alex), 1 FA Cup, 1 Coppa di Lega, 3 Community Shield, 1 Europa League.
Un’ala veloce, bravo nei dribbling e nei cross, tosto nell’uno contro uno. Una carriera che si è sviluppata, negli ultimi anni, prendendo un’altra piega, un po’ più difensiva. I primi esperimenti come esterno del centrocampo a cinque, poi come terzino sinistro. Un ruolo al quale ha dedicato tutta la propria attenzione e professionalità a tal punto da essere inserito nella top-11 del Mondiale 2018 proprio come miglior terzino sinistro.
Young diventa il terzo calciatore inglese a vestire la maglia dell’Inter. Prima di lui Gerry Hitchens, attaccante nerazzurro dal 1961 al 1963: 43 presenze, 20 gol e uno Scudetto. Poi Paul Ince, il Governatore, dal ’95 al ’97: 73 presenze e 13 gol. Nella nazionale dei Tre Leoni Ashley Young ha disputato 39 partite segnando 7 gol.
Impegnato nella lotta contro il razzismo, nelle ultime stagioni ha vestito la fascia di capitano del Manchester United. Ora è pronto ad affrontare una nuova, grande avventura. A lui va il benvenuto da parte di tutta la famiglia nerazzurra e l'in bocca al lupo di tutti i tifosi interisti.