Come funziona il Football Video Support

Football Video Support: abituatevi a chiamarlo così, o al massimo “Video Support”. L’importante è non confonderlo con il VAR, o usare espressioni come “VAR a chiamata” o “VAR Light”.
Sull’argomento sono chiari da sempre sia la FIFA che l’AIA: dal FVS (o VS: la specifica “Football” è dovuta al fatto che si utilizzi anche nel Futsal e nel Beach Soccer) non dovremo aspettarci gli stessi esiti, lo stesso funzionamento, la stessa riduzione del margine d’errore arbitrale che garantisce il VAR.
Ma in cosa consiste di preciso il Football Video Support? Dove e da quando sarà utilizzato?
Cos’è e come funziona il Football Video Support
Stiamo parlando di un nuovo strumento a disposizione degli arbitri e delle squadre, che entrerà in uso nella stagione 2025/2026 di Serie C maschile e di Serie A femminile. L’introduzione del FVS in queste due competizioni segue:
– L’approvazione da parte dell’IFAB nel 2023;
– Un iniziale trial dello strumento in una competizione giovanile della FIFA, la Blue Stars/Fifa Youth Cup, nel 2024;
– Una successiva – ed efficace – sperimentazione nell’ambito di competizioni come il Mondiale femminile Under 20 e Under 17;
– La richiesta della FIGC di poterlo impiegare nelle categorie indicate, accolta dalla FIFA, che dopo il successo nelle competizioni sopraccitate ha deciso di estendere lo strumento anche a livello ‘senior’.
Il Football Video Support è stato introdotto, si legge sul sito della FIFA, “per dare seguito alle molteplici richieste avanzate da federazioni che non avrebbero le risorse umane e finanziarie per implementare la tecnologia VAR“.
Ma cosa cambia rispetto al VAR? Partiamo dall’aspetto puramente tecnico e numerico. Il VAR lavora con un minimo di 8 telecamere; si arriva a più di 40 in eventi di enorme portata come la finale dei Mondiali. Per il corretto funzionamento del protocollo occorrono almeno due VMO (Video Match Officials, quelli che siamo abituati a chiamare volgarmente “i VAR”) e almeno un review operator, un operatore tecnico. Siamo quindi a un numero minimo di 3 persone, fino ad arrivare per esempio ai 5 VMO delle gare di ambito FIFA.
E il FVS? In questo caso non c’è un minimo di telecamere previsto, o meglio il “minimo sindacale” è una camera che fornisca le immagini della gara. Soprattutto, il FVS non prevede alcun VMO. Davanti al monitor (collocato idealmente tra le due panchine) c’è sì un operatore, che però è lì soltanto per mettere a disposizione dell’arbitro le immagini che costui chiederà di visionare. Questa figura si occupa, in sostanza, di “muovere” avanti e indietro le immagini dirimenti per rispondere alla richiesta puntuale fatta dall’arbitro.

Quando entra in gioco il Football Video Support
Quando interviene il FVS? Dobbiamo subito operare una distinzione, isolando un caso specifico: il gol, la segnatura di una rete. In questo caso, entra in gioco subito il quarto uomo: costui verificherà sempre la regolarità della rete usando il monitor a bordocampo. Nel caso in cui dovesse rilevare un’infrazione oggettiva (pallone non completamente entrato in rete nonostante l’assegnazione del gol, fuorigioco evidente non segnalato dall’assistente), ne renderà conto al direttore di gara il quale, senza check al monitor, annullerà la rete (come nel caso dell’overrule del VAR in Serie A). Se invece il quarto uomo percepisse una possibile infrazione la cui valutazione spetti all’arbitro, ci sarà il check al monitor (l’equivalente dell’On Field Review del VAR).
Le chiamate a disposizione degli allenatori
Finita qui? Tutt’altro, anzi, la principale innovazione introdotta dal FVS è un’altra. Si tratta della richiesta di intervento, o meglio delle richieste, al plurale. In ogni gara in cui sia presente il Football Video Support, ciascun allenatore avrà il diritto di richiamare in due occasioni l’arbitro al monitor. Come? Consegnando al quarto uomo una card (in Serie C ci sono due tipi, una viola con rifiniture oro per il Team A, l’altra oro con rifiniture viola per il Team B). I giocatori hanno la possibilità di richiedere l’intervento del FVS ma solo con il “tramite” dell’allenatore: dovranno roteare il dito indice per aria per richiamare l’attenzione, e a quel punto, se lo riterrà necessario, l’allenatore istruirà la review. Se l’esito della review conferma la decisione di campo, la squadra che l’ha richiesta perde uno “slot”; se invece l’arbitro al monitor corregge la sua decisione iniziale, allora la card torna a disposizione dell’allenatore, che conserva lo slot. Non esiste, per l’allenatore, la possibilità di “ritirare” la chiamata dopo averla avanzata.
Quando si può richiamare il Football Video Support
Quali sono le fattispecie nelle quali il FVS può intervenire? Sono le medesime del protocollo VAR: regolarità di una rete, cartellino rosso diretto, scambio di persona (mistaken identity) e assegnazione di un calcio di rigore. A gioco fermo, l’allenatore dovrà “immediatamente” richiamare l’attenzione del quarto ufficiale per istruire la review. All’arbitro viene consigliata elasticità: se si è appena conclusa un’azione convulsa in area, con molte proteste, meglio rimanere in allerta e attendere qualche secondo per dare all’allenatore il tempo di prendere la sua decisione. L’allenatore, quando formula il richiamo, deve esplicitare a quale dei 4 casi sopraccitati faccia riferimento (“Il gol per me è irregolare”). Quanto più la chiamata sarà dettagliata (“Gol irregolare per fallo di mano del numero 4”), tanto meglio sarà per la reciproca collaborazione tra panchine/squadre e arbitri. Immaginiamo però che l’allenatore richiami l’arbitro per valutare la regolarità di un gol, ritenendo che ci sia stato un fallo di mano nell’APP (Attacking Possession Phase); l’arbitro giudica che non ci sia alcun fallo di mano, ma ravvisa un altro tipo di fallo nella stessa azione. Annullerà comunque la rete. Allo stesso modo, come accade in Serie A, se l’arbitro si trova al monitor per valutare una potenziale irregolarità ma ne ravvisa una di altro tipo, realizzerà tutti i provvedimenti tecnici e disciplinari del caso.

Casi particolari legati al Football Video Support
Ma torniamo alla segnatura di una rete. Immaginiamo che il quarto uomo, come da prassi, riveda le immagini per valutare una potenziale irregolarità; non ravvisandone alcuna, darà istruzione all’arbitro che il gioco può riprendere. L’allenatore di una delle due squadre, però, non è d’accordo: potrà spendere una chiamata per invitare il direttore di gara alla review.
Immaginiamo invece che il quarto uomo richiami l’arbitro alla review; il direttore di gara, dopo aver visionato i replay, conferma la decisione del campo. L’allenatore di una delle due squadre non è d’accordo. Può spendere la sua card per un’ulteriore revisione della stessa azione? La risposta è sì, l’allenatore può “rispedire” l’arbitro al monitor una seconda volta. Sarebbe però assurdo o, quantomeno, sconveniente.
Dicevamo che la review può essere richiesta soltanto a gioco fermo. Ci sono due eccezioni: la condotta violenta (come quella di Kalulu in Lazio-Juve) e lo scambio d’identità. In questi due casi, la richiesta di intervento può avvenire anche dopo la ripresa del gioco, come previsto anche dal protocollo VAR.
Si diceva che, idealmente, il monitor del FVS sarà collocato tra le due panchine. Non sempre però, per questioni logistiche, sarà possibile adottare questa soluzione. È stata studiata pertanto un’alternativa: posizionare il monitor dalla parte opposta del campo, affidando il compito della prima revisione a un altro ufficiale di gara appositamente designato, che dunque per ovvi motivi prenderà il posto del quarto uomo nello svolgimento di questa precipua funzione. L’operatore, in ogni caso, in Serie C potrà lavorare all’interno di un box che verrà messo a disposizione dalla Lega Pro.
Come funziona in caso di tempi supplementari e rigori
E in caso di tempi supplementari e rigori, come funzionerà? Se la gara – per esempio ai playoff – dovesse prolungarsi oltre il limite dei regolamentari, alle squadre verrà concessa una terza chiamata aggiuntiva, che potrà essere spesa esattamente secondo le modalità dei regolamentari. Gli slot eventualmente non sfruttati nel corso dei regolamentari non si esauriranno, rimarranno intatti anche nei supplementari.
Ai tiri di rigore, il quarto uomo verificherà di volta in volta la regolarità sia del comportamento del tiratore che di quello del portiere; qualora non dovesse ravvisare infrazioni, agli allenatori sarà data comunque la possibilità di spendere una chiamata.

La logica e la filosofia del Football Video Support
Insomma, il Football Video Support non sarà una rivoluzione, ma una riforma di sicuro impatto, non solo limitato alla Serie C. Per quanto il FVS sia uno strumento innovativo, si è preferito mantenere il suo protocollo di applicazione strettamente attinente a quello VAR, anche per via delle più limitate possibilità tecniche del FVS rispetto al VAR. Non dovremo aspettarci, cioè, che il FVS porti a un cambio di decisione nel caso delle doppie ammonizioni: esattamente come accade in Serie A.
L’obiettivo degli addetti ai lavori è mettere a disposizione uno strumento che corregga gli errori evidenti, tanto che il cambio di decisione dell’arbitro avverrà solo in caso di immagini chiare e dirimenti al riguardo; errori percepibili anche da una telecamera centrale, dai fuorigioco netti ai gol segnati di mano, per fare solo alcuni esempi. Non ci si deve aspettare, invece, che il FVS consenta di cogliere il fuorigioco di un tacchetto. Soprattutto, l’auspicio di tutti gli “stakeholder” è che il FVS agevoli la collaborazione tra squadre e arbitri. Non un guanto di sfida, ma un meccanismo di tutela e di riduzione del margine di errore. Per trasformare le parole in fatti servirà un delicato gioco di equilibri, di pesi e contrappesi, quello preso in considerazione, per esempio, quando si è scelto di affidare all’allenatore – il responsabile del gruppo squadra, colui che decide chi gioca e chi non gioca – e non all’arbitro il compito di richiedere la review: avrebbe significato gravare troppo su di lui e sulla sua figura.
Intanto la Lega Pro porta a casa, insieme ad altri campionati stranieri che si avvarranno del FVS nei prossimi mesi, un’importantissima innovazione. Lo fa grazie all’impegno del suo presidente, Matteo Marani, che da molto tempo lavorava insieme alle istituzioni arbitrali per capire tempi, modalità e momento giusto per introdurre il nuovo strumento. Alla riunione con le squadre del prossimo campionato (in alcuni casi rappresentate dai capitani) erano presenti Massimiliano Irrati, project leader VAR della FIFA, Pierluigi Collina, Presidente della Commissione Arbitrale della FIFA, il presidente dell’AIA Antonio Zappi e anche il nuovo designatore della CAN C, Daniele Orsato. A lui e ai suoi collaboratori il compito di formare gli arbitri in questa nuova, grande sfida.