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Milan, il cambio modulo valorizza i big: perché riproporre in futuro la difesa a 3?

Milan, il cambio modulo valorizza i big: perché riproporre in futuro la difesa a 3?
Tijjani Reijnders e Theo Hernandez, Milan (Imago)

Il passaggio alla difesa a 3 uno dei principali segreti per la rotonda vittoria del Milan sull’Udinese: si prosegue in questa direzione?

Quasi un mese dopo l’ultima volta (15 marzo vs Como) i rossoneri sono tornati a vincere in campionato nella serata di Udine. Un successo schiacciante nel punteggio dal quale emergono svariate chiavi di lettura.

Il tema principale riguarda il cambio modulo adottato da Sérgio Conceição, che per la prima volta da quando allena il Milan ha optato per un passaggio alla difesa a 3. Una mossa della quale pare abbia beneficiato più di qualche pedina.

A partire dai migliori in campo, colonne portanti della squadra e tra i pochi rimasti in rosa dall’annata dello Scudetto 2022: Rafael Leao – Man of the Match per la Lega Serie A – e Theo Hernandez.

Non solo loro però, dato che la nuova soluzione difensiva sembra calzare a pennello anche per un marcatore vecchio stampo come Strahinja Pavlovic. Oltre al secondo centro stagionale, il mancino serbo ha disputato una delle migliori prestazioni individuali dall’approdo estivo in Italia.

Da Theo a Leao: come la difesa a 3 ha cambiato il Milan?

Nel complesso, malgrado le quattro reti segnate, il dato più lampante dell’incontro evidenzia la capacità di mantenere la porta inviolata per la prima volta da due mesi a questa parte. Un elemento mancante addirittura dal 15 febbraio – Milan 1-0 Hellas Verona. Difatti, prima di Udine i rossoneri avevano incassato gol in tutte le recenti nove partite. Il nuovo sistema di gioco, infatti, concede ai terzini – soprattutto a Theo Hernandez – la possibilità di alzare il baricentro e agire da veri e propri esterni di centrocampo, grazie a una maggiore protezione alle proprie spalle.

Da qui scaturiscono le numerose sortite offensive del francese, ma anche le iniziative palla al piede di Alejandro Jimenez sulla corsia opposta. Inoltre, il lavoro in pressione dettato dal centrale Matteo Gabbia favorisce il recupero palla e conferisce fluidità alla fase di possesso. Il duo di centrocampo Fofana-Reijnders, così come Christian Pulisic, ha toccato parecchi palloni, gestendoli con pulizia tecnica e ordine tattico. Ne ha tratto vantaggio lo stesso Rafael Leao, che più volte ha sorpreso in profondità la retroguardia bianconera, ha sbloccato il match e fornito un assist all’olandese.

Milan, il cambio modulo valorizza i big: perché riproporre in futuro la difesa a 3?
Rafael Leao, Milan (Imago)

Una soluzione che convince

A testimonianza della bontà di tutta (ma proprio tutta) la squadra, una statistica eleva Tijjani Reijnders a secondo calciatore rossonero olandese in grado di raggiungere la doppia cifra realizzativa in un singolo campionato di Serie A. Un’impresa riuscita soltanto a Marco van Basten per cinque volte di fila tra il 1988 e il 1993.

Infine, merita una menzione la coppia di attaccanti chiamata a rimpiazzare l’assente Santiago Gimenez. Sia Luka Jovic dal 1′, sia Tammy Abraham entrato in corso d’opera hanno fornito un contributo esemplare. Mobilità e lavoro “oscuro” quello del serbo, verticalità ed efficacia da parte dell’inglese (suo l’assist a Theo). Insomma, la difesa a 3 ha funzionato: dunque, se – come rivelato nel post partita – Sérgio Conceição la testa dalla sosta nazionali di marzo, riproporla potrebbe rivelarsi di buon auspicio per il finale di stagione del Milan.