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Prima il Leicester, poi i Rangers: Slavia Praga, la mina vagante d’Europa

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Pareggio in casa, vittoria 0-2 in trasferta. La stessa formula, che si ripete una seconda volta. Lo Slavia Praga ha vinto ancora: dopo l’impresa contro il Leicester, i cechi hanno trionfato anche sui Rangers, guadagnando un posto tra le prime otto in Europa League. Una squadra giovane e promettente, che da anni sforna gioielli per i grandi campionati, e che finalmente ha ripreso un glorioso cammino internazionale. I tempi di Bican e dei trionfi nella Coppa dell’Europa Centrale sono lontani, ma è come se i biancorossi abbiano raccolto la pesante eredità che vagava da settant’anni. E ora, dalle parti dell’Eden Aréna, sognare non è un’utopia.

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IL RITORNO TRA LE GRANDI

La storia trionfale dello Slavia si era interrotta quasi un secolo fa, nel 1948, con l’addio di “PepiBican. Dopo di lui il vuoto, o quasi. Per ritrovare continuità di rendimento, in patria e in Europa, ci è voluto un progetto concreto, arrivato nel 2015, dopo che la China Energy Company ha rilevato il club. L’obiettivo era chiaro: costruire una rosa talentuosa e promettente, in grado di riportare sul tetto di Repubblica Ceca i Sešívaní. Target raggiunto nella stagione 2016/17, dopo anni a guardare i rivali dello Sparta alzare il titolo. In porta c’era Pavlenka (ora titolarissimo in Bundesliga, al Werder) e a centrocampo due nomi che il calcio europeo conosce bene: Antonin Barak, oggi al Verona, e Tomas Soucek, cardine del West Ham, che qualche anno fa fu vicino alla Fiorentina.

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Ma la vera consacrazione è arrivata tra il 2018 e il 2019, con un altro titolo vinto e un cammino europeo che ricorda quello di quest’anno: girone passato da sfavoriti (con Zenit, Bordeaux e Copenaghen), vittorie in grande stile ai sedicesimi (sul Gent) e – soprattutto – agli ottavi, contro il Siviglia. Quello Slavia si fermò solo ai quarti, dopo aver sfiorato l’impresa contro il Chelsea di Sarri, poi vincitore della coppa. Così come, l’anno successivo, i cechi sono usciti a testa alta dai gironi di Champions, contro Inter, Borussia Dortmund e Barcellona.

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IL CAMMINO DI QUEST’ANNO

Lo Slavia è, per storia e filosofia, una squadra a cui piace partire sfavorita, per ribaltare i pronostici. Ma ora in città qualcosa sta cambiando. A est della Moldava – fiume che separa la città e divide il dominio dello Sparta da quello dello Slavia – si respira un’aria diversa. I Sešívaní ora non sono più gli “underdogs” del campionato. E non lo sono più nemmeno in Europa. Guardare una partita per credere.

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Dopo aver passato i gironi assieme al Leverkusen – eliminando Nizza e Hapoel Be’er Sheva, i biancorossi hanno pescato il Leicester nel sorteggio dei sedicesimi. La squadra di Brendan Rodgers, tra le più in forma della Premier, sembrava un ostacolo insormontabile. Per tutti, tranne che per Jindřich Trpišovský e i suoi ragazzi, che con umiltà e sacrificio hanno sorpreso l’Europa. Pareggio in casa per 0-0, vittoria 0-2 a Leicester e prima impresa compiuta.

Ai sorteggi degli ottavi ci sono i Rangers, appena incoronati campioni di Scozia. Morale: pareggio 1-1 a Praga, trionfo a Glasgow. Segnano due delle stelle di questa squadra: Peter Olayinka, di testa, e Nicolae Stanciu, con una punizione magistrale. Nel mezzo, due espulsioni per gli scozzesi e tanto possesso dei cechi, sostenuto dalla corsa sulla fascia di capitan Boril e dal grande lavoro in attacco del giovane Sima (arrivato in estate per la “squadra B” e che ora, invece, è valutato 40 milioni dalla dirigenza). Al triplice fischio, fuori dallo stadio, qualche tifoso in trasferta, a supporto della squadra, accende dei fuochi d’artificio. Festa grande, in attesa dei quarti e del prossimo colpaccio da compiere.

A cura di Luca Bendoni