Per anni il Siviglia ha dominato l'Europa League in lungo e in largo. Era la regina della competizione. Cinque coppe in bacheca (record), tre volte di fila dal 2013 al 2016.
Ieri è crollato sotto i colpi dello Slavia Praga, che ha vinto 4-3 ai supplementari dopo il 2-2 dell'andata volando così ai quarti di finale. E' stata una battaglia. Fino all'ultimo secondo, fino all'ultimo pallone. Che l'ex difensore di Palermo e Roma Kjaer si è messo dentro nella propria porta proprio all'ultimo minuto. Game, set, match.
Il Siviglia non usciva in un turno di Europa League dal 2011-12, ma stavolta non è bastato neanche un super gol al volo di Munir. Slavia in paradiso. Anche grazie a quel gol di Kral nella partita d'andata che non si era nemmeno accorto di aver fatto: calcio d'angolo a rientrare dalla sinistra, il pallone gli sbatte in testa e lui si guarda intorno per cercarlo. Non aveva visto che nel frattempo era entrato in porta. Il caso, il destino. Ma anche la voglia di crederci sempre. Non mollare mai.
La squadra di Jindrich Trpisovsky continua l'imbattibilità casalinga che dura dal 18 agosto. In campionato stanno volando a +6 dal Viktoria Plzen e, più in generale, sono la seconda squadra più titolata della Repubblica Ceca dopo lo Sparta. Non proprio gli ultimi arrivati.
Ph: Twitter @Europa League
La qualificazione di ieri è un copia e incolla di quello successo ai sedicesimi con il Genk: pareggio all'andata e vittoria al ritorno. Quattro gol segnati un mese fa e altri quattro stavolta. Lo Slavia ci crede, #roadtobaku è l'hashtag di oggi sui canali social del club e impresso nella mente di tutti i giocatori.
L'ultima competizione vinta lontano dalla Repubblica Ceca è stata la Coppa Piano Karl Rappan nel 1993. La coppa antenata dell'Intertoto.
Ora lo Slavia sogna ad occhi aperti. Servono i gol di Stoch - capocannoniere della squadra con 11 gol stagionali - e la spinta dell'Eden Arena, impianto moderno costruito tra il 2006 e il 2008. Sulla maglia la stella simbolo di speranza. A Praga sperano. E sognano. #roadtobaku.