Juve Stabia, come salvarsi in 10 giornate. Improta: “Siamo pronti”
Il nuovo amministratore unico del club di Castellammare fa il punto a pochi giorni dalla ripartenza. “Non ci siamo mai fermati. E Caserta farà valere i 5 cambi”
Dicono che un uomo calmo sia come un albero ombreggiante. Per questo le persone che hanno bisogno di un rifugio andranno a ripararsi in lui. Gianni Improta da pochi giorni è diventato l’amministratore unico della Juve Stabia. La quiete dopo la tempesta scaturita dallo scontro – poi ricucito davanti al sindaco – tra i soci Manniello e Langella. Sono stati proprio loro a sceglierlo, promuovendolo dal ruolo di club manager. Basta sentirlo parlare alcuni minuti per capire perché hanno scelto lui: “Sono onorato. Nella mia vita ho sempre cercato di fare andare tutti d’accordo. Qui conosco tutti e dopo i problemi delle scorse settimane, sono orgoglioso di contribuire a riportare la serenità”.
LA FORZA TRANQUILLA
Lui ne è il ritratto. Da sempre. Quando giocava nel Napoli degli anni ’70, lo chiamavano il “baronetto”. Definizione coniata da Antonio Ghirelli per l’eleganza in campo e fuori. “Non sono mai stato squalificato in tutta la carriera. Solo una volta per somma di ammonizioni ai tempi del Catanzaro. Avevo protestato per avere la distanza su una punizione. L’arbitro tirò fuori il giallo. Ero diffidato. Poi allontanò la barriera. In settimana ammise l’errore e mi fu tolta la sanzione”.
Il tempo non lo ha cambiato. Sulla foto di whatsapp conserva l’immagine di quei giorni, nella vita quotidiana mantiene la stessa capacità di spegnere incendi sul nascere. Vive nella stessa casa di Posillipo da sempre. “Quella in cui sono cresciuto. Dormo addirittura nella stessa camera in cui sono nato”. Là davanti, nel 1973, la gente di Napoli scatenò una rivolta dopo aver saputo del suo imminente passaggio alla Sampdoria. “Girava un aereo con la scritta ‘il Vesuvio si può vendere, Improta no’. Furono fatti cortei a Posillipo e poi purtroppo ci furono anche scontri”. E anche allora, tutti guardarono a lui per calmare le acque: “Seppi dei disordini mentre eravamo a Bergamo. Mi fu chiesto di intervenire. Feci una telefonata e riuscii a stemperare la tensione”.
SPEGNERE L’INCENDIO PER SALVARSI INSIEME
Quasi mezzo secolo dopo, si è trovato in una situazione simile. La necessità di essere pompiere, la voglia di portare a termine un percorso fatto insieme. “Mancano dieci giornate alla fine di questa stagione. Siamo sul pezzo più che mai. Al momento dello stop, eravamo in grande forma. E l’abbiamo mantenuta perché non ci siamo mai veramente fermati. Di fatto i ragazzi sono stati fermi solo una decina di giorni: lo staff li ha sempre seguiti e monitorati. Nessuno si è tirato indietro. Questa buona condizione fisica si tocca già con mano dagli allenamenti di questi giorni”.
La Juve Stabia si prepara a vivere il finale di stagione ripartendo dal tredicesimo posto. Quattro punti di vantaggio sulla zona playout, cinque di distanza dai playoff. Un limbo che non mette paura a Improta: “Vedo grande serenità e sono convinto che la regola dei 5 cambi sarà un vantaggio per noi. Il nostro allenatore Fabio Caserta è un maestro nel leggere in corsa le partite e nell’imporre ritmi alti. In più conosce già questa dinamica, avendola sperimentata in C”.
CASERTA, UN VALORE AGGIUNTO
Fiducia e forze fresche. La Juve Stabia del resto è la squadra che ha fatto più sostituzioni in tutta la stagione. Un primato che le ha consentito di mantenere gli standard agonistici richiesti da un allenatore su cui diversi club hanno messo gli occhi addosso. “Già nella scorsa estate si erano mosse squadre importanti (il Frosinone su tutte, ndr). Ne parlammo con lui e gli chiesi di rimanere perché ci saremmo tolti delle soddisfazioni. Mi fa piacere che lo abbia fatto e che stia dimostrando tutto il suo valore. Ha sempre avuto la totale fiducia, anche nei momenti più critici della stagione. Ha un altro anno di contratto, è a tutti gli effetti un cittadino di Castellammare. Starà poi a lui decidere, ma qui di sicuro ha un ambiente che gli vuole bene”.
IL RISCATTO DI FORTE
E per salvarsi senza eccessivi patemi, Caserta dovrà contare sui gol di un attaccante che quest’anno ha trovato una continuità impressionante: Francesco Forte. Per lui 13 reti e un riscatto non solo morale. Durante il lockdown, la società ne ha infatti completato l’acquisto dal Beveren. Ad agosto pioveranno richieste, ma per il momento conta solo il campo: “È un ragazzo che ci ha dato grandi soddisfazioni e penso sia lo stesso per lui. Ha trovato una situazione ideale ed è felicissimo di essere stato riscattato. Peraltro è da poco diventato papà e si è potuto godere questa gioia al massimo”.
PRESTITI E SCADENZE: "NESSUN PROBLEMA"
In settimana anche Di Mariano è diventato padre. È uno dei tanti giocatori in prestito fino al 30 giugno. Una situazione che assilla molte società, ma non la Juve Stabia. “Siamo tranquilli sotto questo punto di vista. Abbiamo ottimi rapporti con i club d’appartenenza e non ci saranno problemi sulla proroga bimestrale. In più tutti i ragazzi hanno manifestato il desiderio di portare il loro mattoncino alla salvezza”. Tra questi anche un ragazzo che rientra da un lungo infortunio. “Recuperiamo Mastalli, che è stato un pilastro nelle passate stagioni. Darà certamente un contributo, così come Cissé che si è pienamente ristabilito”.
Una salvezza che dovrà passare dalle proverbiali accelerazioni di Canotto e dai piedi di Calò, che a centrocampo ricorda un po’ l’Improta calciatore. “Sta maturando molto. Deve capire che non si deve cullare su quanto di buono ha fatto. Il nostro allenatore su questo aspetto è un martello. Però certo, in mezzo al campo Calò è un baronetto”.
Parola di quello originale. Gianni Improta, made in Posillipo e paladino di Castellammare. Baronetto, pompiere e albero ombreggiante sotto cui cercare salvezza.