“Forza e onore, il resto è aria e polvere”. Una frase del film Il Gladiatore scelta per raccontare un altro gladiatore. Vestito di gialloblù e con il numero 18 sulle spalle: “Quello di Ridley Scott è il mio film preferito, amo rivederlo ogni tanto. Mi riecheggia in testa prima di ogni partita – racconta l'esterno della Juve Stabia Luigi Canotto ai microfoni di gianlucadimarzio.com -. Quando mi avvio in campo per il riscaldamento, saluto sempre l’amico Antonio Filippi (fratello del dg Clemente Filippi, n.d.r). Lui mi consegna una gomma da masticare. Una specie di rito, che ripetiamo ogni partita. Poi scendo sul terreno di gioco e guardo la curva. Mi dà carica”.
Da Rossano Calabro a Castellammare di Stabia, per prendersi le sue rivincite. Il giocatore classe '94 ha trovato la strada giusta: “Nel 2015 ero nei dilettanti con l’Agropoli. Avevo 21 anni e quasi volevo smettere di giocare. Dovevo reagire”. Detto, fatto: 17 partite e 11 gol in quella stagione. “Così ho dimostrato di non essere un giocatore da Serie D”.
Oggi Canotto è protagonista con la maglia della Juve Stabia: tre i gol realizzati in questa stagione. Un treno sulla fascia, leader carismatico fuori dal campo. Prossima sfida il derby con il Benevento: “La squadra sta bene. Vogliamo dimostrare di essere in corsa anche per le prossime partite. Conquistare la salvezza sarà come vincere il campionato”.
Se gli chiedete la rete più bella realizzata finora, senza dubbio vi risponderà quella con il Trapani. Rivincita personale: “Ho vestito la maglia granata nel 2016 per una stagione. Cosmi mi ha insegnato tanto. Poi, durante la scorsa stagione, i tifosi se la sono presa per un video pubblicato dopo la partita con la Sicula Leonzio in cui festeggiavamo la quasi aritmetica promozione".
Trapani e Juve Stabia, infatti, lo scorso anno si sono date battaglia per guadagnarsi la Serie B. A tre giornate dalla fine del campionato, fu Canotto a realizzare il gol vittoria durante lo scontro al vertice con il Trapani. Il successo gialloblù nella gara successiva a Lentini sancì il decisivo vantaggio sui siciliani secondi in classifica. E la squadra festeggiò, insieme ai tifosi, il risultato (QUI). Per Canotto, giocare da avversario al Provinciale, non è stato semplice. Come la scorsa stagione, anche qualche settimana fa, è comunque riuscito gonfiare la rete: “Ho detto la mia, nonostante i fischi”.
Grinta e forza di volontà. Canotto non ne vuole sapere di mollare. Ha lasciato casa a 17 anni per inseguire il suo sogno. La Primavera con il Siena, poi sei mesi in D al Salerno Calcio (ex Salernitana) e nel 2013 la prima esperienza fra i professionisti, con la maglia del Sorrento, in Seconda Divisione. Poco meno di 20 km da Castellammare, un destino già scritto: “Mi sono subito ambientato. A Castellammare ci venivo spesso. Avevo 19 anni e ho anche preso la patente per le strade della città”.
Dopo tante sfide vinte, nel 2017 Canotto ha trovato la Juve Stabia. In città tutti lo coccolano. Lui ripaga l’affetto della gente e la fiducia dell’allenatore senza mai risparmiarsi in campo. Nel cassetto dei suoi desideri , però, c’è un piccolo spazio dedicato ai sogni: “Mi ricordo quando giocavo con gli amici sul campetto del quartiere. Ogni domenica organizzavamo una partita, come fossero sfide di campionato. Partito da lì, oggi sogno di giocare in Serie A. Spero un giorno di riuscirci”. Canotto, cuore e anima della Juve Stabia. Come un gladiatore, per conquistarsi quanto gli spetta.
Foto Canotto: Juvestabia.it - © Antonio Gargiulo
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