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Petrachi torna al Torino: i migliori colpi fatti in granata

Gianluca Petrachi (imago)

Petrachi torna a vestire i panni di direttore sportivo del Torino dopo 6 anni: i migliori colpi effettuati con i granata

Serviva un cambio di rotta, una decisione forte, dopo le tre sconfitte consecutive. E così è stato. Il Torino ha esonerato Davide Vagnati, direttore tecnico del club dal 2020, annunciando già il nome del sostituto: Gianluca Petrachi.

Non una novità, visto che il dirigente salentino ha trascorso quasi 10 anni in granata, dal 2010 al 2019, prima di un addio piuttosto burrascoso. “Cairo pensava che io mi stessi accordando con qualche squadra prima della fine del campionato e l’ha visto come un tradimento, siamo stati quattro anni senza parlarci ma poi c’è stato un piccolo avvicinamento. Lo scorso anno abbiamo chiarito, ci sono state delle scuse e questo mi ha fatto enormemente piacere”: aveva detto il classe ’69 qualche mese fa. Un piccolo avvicinamento che, adesso, si è trasformato in un nuovo matrimonio.

Petrachi torna infatti nella società in cui è cresciuto e che allo stesso tempo ha contribuito a far crescere, a livello nazionale e non solo. Con lui sono arrivate le ultime due qualificazioni in Europa – nel 2014 e nel 2019 -, obiettivo che i granata continuano a inseguire senza successo ormai da parecchi anni.

Rapporto molto stretto e diretto con i giocatori e colpi mirati: questi gli elementi che hanno fatto la fortuna del pugliese nella sua prima avventura al Torino. Una sorta di ricetta ideale per lavorare al meglio, che i tifosi e il presidente Cairo sperano possano rivedersi in questo secondo capitolo insieme.

I migliori colpi dei primi anni di Petrachi

Ciò che ha caratterizzato la prima era Petrachi è stata la capacità di pescare giocatori a cifre basse, che in diversi casi sono diventati poi grandi plusvalenze. Essendo difficile fare una classifica, elenchiamo i migliori in ordine cronologico, partendo da Danilo D’Ambrosio, arrivato alla sua prima finestra da direttore sportivo granata, quella del gennaio 2010. Il terzino fu preso dalla Juve Stabia e quattro anni dopo divenne il primo acquisto dell’Inter di Tohir, anche se per meno di 4 milioni a causa di un contratto che andava in scadenza a giugno 2014. Andò meglio con Kamil Glik, preso dal Palermo nell’estate 2011 e diventato anche capitano, prima di passare in un super Monaco nel 2016. Insieme a lui, sempre dal Palermo, arrivò Matteo Darmian, che salutò nel 2015 per un’altra big europea come il Manchester United, per ben 18 milioni, a fronte dei 2,3 investiti da Petrachi per averlo.

Quella di vendere alle big europee divenne quasi un’abitudine per il Torino di Petrachi, dato che anche Alessio Cerci, dopo la miglior stagione della sua carriera con Ventura, salutò andando all’Atletico Madrid nel 2014. Sempre con Ventura, a Ciro Immobile bastò la stagione 2013/14 per convincere il Borussia Dortmund a portarlo in Germania. Una grande chiamata, nell’estate 2013, fu quella di Nikola Maksimovic, pagato meno di 4 milioni dall’Apollon Limassol. Venne venduto dopo 3 anni al Napoli per 26 milioni totali, dopo aver fatto benissimo al centro della difesa del Toro. Addirittura dal Brasile, invece, arrivò Bruno Peres nel 2014, pagato solo 2 milioni al Santos. Poca spesa e massima resa, fino al suo passaggio alla Roma. Il momento che rese indelebile i suoi due anni granata fu l’incredibile gol dopo il coast to coast nel derby contro la Juventus nel novembre 2014.

Milinkovic Savic, portiere del Torino (imago)

Le ultime scoperte

Anche nella seconda parte della sua prima avventura al Torino, Gianluca Petrachi è riuscito a trovare ottimi giocatori. Nel 2015 prese Davide Zappacosta dall’Atalanta per meno di 5 milioni, rivendendolo al Chelsea due anni dopo a più di cinque volte tanto. In quelle due stagioni, l’esterno oggi tornato a Bergamo riuscì a crescere al punto da esordire anche con la Nazionale maggiore nel novembre 2016. Un altro tassello dell’Italia, addirittura campione d’Europa nel 2021, diventato grande al Torino fu Andrea Belotti, anche lui arrivato nell’estate 2015, dal Palermo. Il gallo divenne un simbolo granata, indossandone la maglia e la fascia di capitano fino al 2022, anno dell’addio in direzione Roma.

Altre due super plusvalenze del Torino avvennero dopo l’addio di Petrachi, ma con due giocatori da lui scoperti e portati in Italia dall’estero. Il primo fu Vanja Milinkovic-Savic, arrivato sempre nel 2017 dalla Polonia, quando era semplicemente noto per essere il fratello di Sergej. Dopo una gestione corretta con esperienze in prestito, il serbo arrivò a prendersi la porta del Torino, fino all’addio in estate per il Napoli. L’ultimo in ordine di tempo è stato Gleison Bremer, che ha brillato alla fine dell’era Petrachi e che poi è diventato la cessione più onerosa della storia del club. Il brasiliano arrivò nel 2018 dall’Atletico Mineiro, imponendosi, già prima del passaggio alla Juve, come uno dei migliori difensori della Serie A. Adesso i tifosi del Torino sognano di rivedere colpi come questi.