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Ciao Pablito, il dolore di Giambattista Pastorello: “Abbiamo firmato il primo contratto insieme”

«Leggo i giornali e mi vengono le lacrime agli occhi». È emozionato, Giambattista Pastorello. Parla poco, fiato corto. Sospira. Il ricordo di Paolo Rossi è ancora vivo. «Nell’estate del ’76 abbiamo firmato il suo primo contratto da professionista insieme». A Gambellara, in un ristorante in provincia di Vicenza. Paolo, diciottenne, va in compartecipazione al Vicenza dalla Juventus.

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«Ieri ho chiamato Farina – il presidente del Lanerossi – e abbiamo parlato un bel po’ di momenti particolari vissuti insieme». Giambattista era general manager. «Paolo fu un regalo di Boniperti. Al Como non giocava, ci diceva fosse un ragazzino interessante». L’operazione si chiude in prestito per 10 milioni con un riscatto fissato a 90. Passa un anno e Rossi fa benissimo, trasformandosi capocannoniere e uomo promozione. Ne passa un altro e le due società vanno alle buste. «Prima di fare qualsiasi offerta abbiamo cercato un accordo preventivo con Boniperti sulla cifra della compartecipazione. Io e Farina andiamo a cena direttamente in Galleria San Federico, ricordo ancora i camerieri con i guanti bianchi». Ma l’intesa non si trova.

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Così nel maggio del 1978 il presidente del Lanerossi Vicenza fa di testa sua e combina un pasticcio, scrivendo di proposito l’assurdità di «2 miliardi, 612 milioni e 510mila lire» per l’attaccante Paolo Rossi. Uno «scandalo» per molti. La Juventus arriva a 875 milioni e finirà male per i veneti, con un Rossi in rosa ma un rosso fuoco nel bilancio. 

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«L’ultima volta che ho sentito Paolo è stato un anno fa per invitarlo a un evento. Non poteva, era troppo indaffarato con le dirette». Sospira, Giambattista. Parla lento, chiede tempo. Il dolore è ancora tanto.


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