Kean splende a Parigi: 5 gol nelle prime 7 presenze
Dopo Florenzi e Verratti un altro Italiano splende a Parigi. D'altronde il futuro di Moise Kean era già scritto: 20 anni sul passaporto e una vita passata a rincorrere un pallone che lo ha già portato tra i maggiori campionati mondiali (Serie A, Premier League e Ligue 1) e in nazionale. Ieri Kean ha trascinato nuovamente il Psg con una rete al 77' contro il Montpellier, partita finita 3 a 1 per i parigini. Ha aiutato la formazione di Tuchel a consolidare il primato in classifica e lo ha fatto con una rete di livello: doppio passo, difensore saltato e tiro imprendibile per il portiere. Hanno completato il successo Dagba (autore della prima rete del pareggio), e Mbappè al 90+1'. Adesso per l'italiano alla conquista della Francia sono 5 le reti segnate in 7 presenze.
Il gol più veloce
Tre minuti, 180 secondi. Kean il 24/ ottobre contro il Digione aveva segnato il gol più veloce del PSG in Ligue 1 dai tempi di Pablo Sarabia il 29 febbraio contro … proprio il Digione. Coincidenze della vita e del calcio. “Porta intensità al nostro gioco – aveva affermato l'allenatore del Psg Tuchel -, è la sua forza. Parliamo di un calciatore molto atletico. Sono felice che sia stato in grado di dimostrarlo contro il Nimes e contro il Digione". E l'allenatore si tiene stretto il suo campioncino consapevole che ancora la strada per migliorare è lunga, ma le premesse ci sono tutte. Una crescita costante e continua.
Record, difficoltà e riscatto
Il giovane calciatore di origini ivoriane, nato a Vercelli e cresciuto ad Asti in Piemonte guardando le prodezze del suo idolo Martins, è da sempre considerato un predestinato. Ha qualità, velocità, fisico e senso del gol, virtù che piacciono molto al ct Mancini. Sono passati quattro anni dal suo edordio in Serie A il 19 novembre 2016, ad appena 16 anni e 9 mesi, subentrando nella Juve a Mario Mandžukić negli ultimi minuti della sfida contro il Pescara diventando così il primo giocatore nato nel 2000 ad esordire in Serie A. Da quel giorno una crescita costante, fra battute di arresto e difficoltà.
Dai record con la Juve alle difficoltà con l'Everton
Tra i bianconeri i primi traguardi. E' diventato il primo calciatore nato nel 2000 a giocare un match di Champions League e il più giovane a segnare in 4 presenze consecutive in Serie A nell'era della vittoria a 3 punti. Ha toccato il cielo con un dito per poi cadere giù. All'Everton infatti arrivano i primi problemi. Nell'estate del 2019 l'attaccante si trasferisce in Inghilterra ma l'impatto con la nuova realtà è spiazzante e complicato. Il 10 agosto esordisce con la maglia dei Toffees contro il Crystal Palace, poi il buio. Arrivano le prime panchine e il calciatore non convince dentro e fuori dal campo.
In Inghilterra cominciano a chiamarlo "bad boy" e l'aria di Liverpool comincia a soffocarlo. Kean si presenta più volte in ritardo agli allenamenti e la squadra, dopo due panchine consecutive, non lo convoca neanche per la sfida contro il Southampton che Moise dovrà guardare dalla tribuna. La frittata è fatta e i tifosi associano i suoi comportamenti a quelli di Mario Balotelli (altro suo idolo). Una rottura totale che esplode ad aprile, quando il calciatore decide di violare la quarantena in pieno periodo Covid per organizzare una festa: casa piena e danze sfrenate. Il tutto testimoniato da dei video. E l'Everton non ci sta: "Il club è inorridito", scrive in una nota: "Con lui bisogna avere pazienza", dirà Ancelotti. Il prestito al Psg una nuova sfida inziiata nel migliore dei modi.