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Data: 22/11/2016 -

Juventus a 2000 all'ora, Kean rimonta il Bologna: tra l'ennesimo record e un grande rinnovo in vista

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Ha la faccia da bambino, ma sembra comunque più grande della sua età. “Somiglia a Balotelli”. Ci somiglia davvero, Moise Kean. Sia fisicamente, più alto e più potente dei suoi pari età. Sia caratterialmente, così estroverso e incredibilmente determinato. Il ragazzo classe 2000 con origini ivoriane (ma italiano a tutti gli effetti!) è stato convocato da Massimiliano Allegri per la gara contro l’Udinese lo scorso 14 ottobre, poi il 19 novembre - allo Stadium contro il Pescara - è diventato il primo giocatore nato nel nuovo millennio ad aver esordito in Serie A ed oggi il primo 2000 a giocare un match di Champions League. E non solo, mica è finita: c'è di più. Molto di più. Perché l'ultimo guizzo del campionato bianconero è proprio suo, un colpo di testa vincente all'ultimo minuto nella rimonta a domicilio contro il Bologna. Merito di talento e passione, e tanta voglia di stupire. Rompendo un altro record, l'ennesimo: perché con la rete di oggi, Kean è il primo 2000 in assoluto ad aver segnato nei 5 maggiori campionati europei. Ah, menzione d'obbligo per Allegri: il pensatore che con lungimiranza e voglia di creare nuovi campioni lo ha valorizzato e buttato nella mischia. Senza paura. E ora spazio al futuro, roba bianconera, perché il primo luglio Moise firmerà il nuovo contratto con la Juve.

"Ma è solo l'inizio, e che fortuna stare vicino a questi campioni: mi hanno aiutato e accompagnato nella crescita". Umiltà. Parola di Kean poco dopo il gol vittoria. Attimi unici, già. E la dedica? "A mia madre", affettuosissimo Moise. Sognatore e ragazzo ambizioso. Attaccante europeo, sì, E per quanto riguarda la Champions, invece, Kean con i suoi 16 anni e 267 giorni, oltre ad essere il primo 2000, è diventato anche l'italiano più giovane ad esordire su un palcoscenico della stessa competizione europea; mentre nella classifica generale dei debuttanti, si ferma al sesto posto: il record assoluto infatti lo detiene Celestine Babayaro che esordì con la maglia dell'Anderlecht (16 anni e 87 giorni) nel 1994.

Quanti traguardi per Kean, dopo mesi di gol (5 in 5 presenze questa stagione) e prestazioni più che convincenti con la Juventus Primavera. Merito di velocità, tecnica e forza che lo hanno sempre portato a fare la differenza nelle categorie in cui ha giocato. Da Vercelli a Torino passando per Asti, dove Kean è cresciuto calcisticamente. La Juve lo nota e lo strappa al Torino perché vuole puntare su di lui. Dai Giovanissimi Nazionali di Gabetta agli Allievi Nazionali di Tufano, poi (a quindici anni) l’opportunità in Primavera. Altri passi in avanti in un percorso che l’ha visto bruciare le tappe e che ha convinto Fabio Grosso a convocarlo per la gara di Youth League contro il Manchester City, nel settembre 2015. Un regalo ma anche un tentativo di responsabilizzare sempre più un ragazzo con un carattere particolare, da far crescere giorno dopo giorno. Uno così non si può non notare, la Juve sa di avere in casa un piccolo gioiello su cui poter puntare per il futuro. E lo sa anche Grosso. I bianconeri allontanano le pretendenti e “lo consegnano” all’allenatore, che si mette in testa di farlo maturare e di limare anche quegli aspetti del carattere che in passato sono stati un limite.

Corsa, colpo di testa e tiro i suoi punti forti, tanto in bianconero quanto in Nazionale; oggi veste la maglia dell’Under 17, prima ha brillato con l’Under 15 e 16. Non c’è limite d’età che tenga, se sei abbastanza bravo sei anche abbastanza grande. Deve averlo pensato anche Allegri: “Un ragazzo bravetto, ma non è il solo della nostra Primavera”. E pensare che non ha nemmeno un contratto da professionista! Attualmente è in vigore quello del settore giovanile (che vale fino ai 19 anni) e non è prevista a breve la firma di un nuovo accordo. La Juventus e il suo entourage, però, stanno parlando: al centro delle discussioni c’è solo il meglio per Kean, che nei mesi scorsi non ha lasciato Torino in prestito per volontà di tutti – dalla società al padre del ragazzo. Una scelta giusta, numeri e rendimento lo confermano.

Ai suoi interessi ci pensa Mino Raiola. Un ulteriore punto di contatto con un’altra giovane stella come Donnarumma e con quel Balotelli che Moise ammira tanto. Studia lo stile di gioco di Mario (anche se lui è più prima punta), in passato ne ha anche imitato qualche celebre gesto. Come quando contro il Perugia realizzò una doppietta ed esultò mostrando la maglietta con scritto “Why always me?”. Sempre lui quello che brucia le tappe, sempre lui il personaggio più affascinante. Quasi 14 mila followers su Instagram, dove condivide pezzi della sua vita tra foto e video. L’hip hop come colonna sonora di un cammino che l'ha portato all'esordio, prima in Serie A e poi in Champions League. Ma è tutto normale per lui: “Non ho difficoltà a giocare con calciatori più grandi di me, sono abituato. Quello che mi importa è fare bene e segnare”. Predestinato? Si vedrà. Intanto Kean ha vissuto le sue 'prime': in A e in Europa.



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