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Manchester United-City, dall’ultimo derby di De Bruyne al pari: il film dell’Old Trafford

Pep Guardiola, allenatore del Manchester City (Imago)

Il derby di Manchester termina 0-0: è l’istantanea di una stagione «no sense» per United e City

Era il 20 dicembre 2020 l’ultima volta che Manchester United e Manchester City fecero registrare un 0-0 nel derby di Manchester. Cinque lunghi anni. Sembra sia passata una vita, ma è l’esatta immagine del momento storico che lega queste due squadre in tremenda difficoltà.

Meglio la squadra di Guardiola in classifica, ma il film della stagione è da dimenticare. Eliminato da Champions e corsa al titolo, i Citizens restano in corsa per la qualificazione alla massima competizione europea e in semifinale di FA CUP. E con l’infortunio di Haaland le cose si fanno sempre più difficili.

Bussola simile, ma diretta verso altri traguardi quella di Ruben Amorím. Arrivato nel novembre del 2024, l’ex allenatore dello Sporting Lisbona non è riuscito a stravolgere i Red Devils: 13 vittorie, 6 pareggi e ben 11 sconfitte. Ma serviva un miracolo.

«Siamo forse la squadra peggiore nella storia del Manchester United, dobbiamo riconoscerlo» aveva dichiarato il manager portoghese. E se la tendenza attuale dovesse continuare esiste realmente il rischio che questa stagione possa terminare con uno dei peggiori risultati nella storia del club.

Manchester United-Manchester City, vince la noia all’Old Trafford. «The last dance» per Kevin De Bruyne

Quella delle 17.30 resta forse uno dei peggiori derby di Manchester. Poche occasioni e tanta tattica. 0.92 xG per i Red Devils, fa addirittura peggio (0.49) la squadra di Guardiola. L’infortunio dell’attaccante norvegese libera le idee dell’allenatore spagnolo: quasi un ritorno al passato. Attacco libero con Foden, Marmoush e Bernardo Silva. E l’ultima danza del talento Kevin De Bruyne in un derby di Manchester. Amorím risponde con un 3-4-2-1 con Dorgu e Dalot sugli esterni. Bruno Fernandes e Garnacho alle spalle di Hojlund.

Ritmi lenti e poche emozioni, non quello che ci si aspetterebbe da un big match di Premier League. Un tiro in porta per parte e riflettori puntati sul capitano degli ospiti. Tutti lo cercano. Compagni di squadra per cercare di infiammare la partita dell’Old Trafford, avversari per una maglietta che profuma di storia. Il più pericoloso – quasi utilizzando un iperbole – è Marmoush, ma è il Manchester United (ai punti) a meritare qualcosina in più.

Ruben Amorim, allenatore Manchester United (Imago)
Ruben Amorim, allenatore Manchester United (Imago)

Corsa Champions, il Manchester City resta in lotta. Stagione da dimenticare per il Manchester United

52 punti in classifica per il Manchester City. Quinto posto a meno un punto dal Chelsea al quarto posto. Ma dietro le squadre corrono veloce: Aston Villa e Newcastle su tutte. Dal triplete a una stagione strana, difficile. Ma forse attesa. Magari il prossimo anno sarà rivoluzione, ma il City ha l’obbligo di entrare in Champions League. «Forse siamo alla fine di un ciclo. Le cose non sono eterne, non tutto dura per sempre» così senza peli sulla lingua l’ex allenatore del Barcellona sul momento del Manchester City.

Chiedere informazioni allo United e al suo passato. Già, passato. Perché il presente è da horror. Il ciclo è terminato da tanto, forse troppo tempo. E la luce in fondo al tunnel continua a non essere nitida. Il piazzamento in Europa – tramite il campionato – resta un’impresa difficile. Impossibile quasi. Ma attenzione all’Europa League: quarti di finale contro il Lione e una coppa che gli inglesi conoscono benissimo. L’hanno già alzata nella stagione 2016/17 con Mourinho. È l’unica strada che porta alla qualificazione in Champions League. Senza, sarà un altro anno difficile. Complicato. L’ultima volta senza Europa per la squadra di Ruben Amorím risale al 2014/2015.