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Licenziato dal Sion, Song non ci sta: “Non capiamo cosa sia successo”

Un licenziamento che per Song è incomprensibile. Nei giorni scorsi, infatti, lui, Johan Djourou, Christian Zock, Pajtim Kasami, Ermir Lenjani, Xavier Kouassi, Birama Ndoye, Mikael Facchinetti e Seydou Doumbia sono rimasti senza squadra dopo la decisione del Sion di invalidare i loro contratti. Il centrocampista non ci sta. "Sono un calciatore, non è il mio lavoro. C’è gente pagata per farlo, per esaminare certi accordi. Io non volevo firmare, non abbiamo avuto neanche una discussione al riguardo – Ha spiegato a RMC Sport riguardo alla decisione del club svizzero, che aveva proposto loro un taglio degli stipendi dettato dall'emergenza Coronavirus per poi licenziarli davanti al loro rifiuto – Tutte le squadre ora ne parlano, ma persino il nostro capitano non ne sapeva nulla. Abbiamo deciso tutti assieme di non firmare, volevamo dialogare. E non abbiamo certamente avuto un comportamento non professionale. Tutti i club parlano con i giocatori per trovare soluzioni. Non capiamo cosa sia successo. Nessuno lo capisce”. Le parole del centrocampista. L' ex Barcellona ricorrerà, quindi, alla Fifa contro il licenziamento.


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Licenziamenti

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Un caso che ha colpito il calcio svizzero in un momento delicato, proprio durante la pandemia del coronavirus. Cos'è successo? Il club aveva chiesto ai calciatori di tagliarsi gli stipendi, ma dopo il rifiuto da parte di molti, ha provveduto a licenziarne 9. Tra i giocatori, al momento, c'è incertezza su come siano andate effettivamente le cose. “Abbiamo giocato un’amichevole venerdì 20 marzo e dovevamo vederci con il presidente, prima il lunedì e poi il martedì. Ma nessuno ci ha fatto sapere nulla. Poi martedì pomeriggio abbiamo ricevuto un messaggio su WhatsApp in cui ci dicevano che avremmo dovuto firmare qualcosa con su scritto che ci abbassavano gli stipendi, che ci avrebbero pagato circa 12mila euro. Dovevamo portare le carte firmate enro il giorno successivo a mezzogiorno. Abbiamo ricevuto questo documento senza che nessuno ci spiegasse nulla”. I calciatori erano, dunque, incerti sul firmare l'accordo. E il club è subito andato all'attacco. 

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