Akpa Akpro, l’ag. Riva: “Lui esploso due volte. Lazio club perfetto”
Uno degli eroi del ritorno in Champions della Lazio. Sicuramente il più inaspettato: “È al settimo cielo, ma mi ha detto che questo è solo l'inizio. Una storia fantastica, ora può far vedere a tutti di cosa è capace”. Jean-Daniel Akpa Akpro, come passare da sconosciuto a uomo del momento in una sola serata. 13 anni dopo, la Lazio è tornata a vincere in Champions. Un 3-1 al Dortmund su cui il centrocampista ivoriano ha messo la firma definitiva in un momento delicato: “A parte il gol, quando è entrato ha recuperato palloni, preso falli e aiutato la squadra ad alleggerire la pressione. È un ragazzo fantastico, quello che sta facendo in molti non se lo sarebbero aspettato. Il carattere e la tenacia, però, sono le sue armi migliori”.
A parlare a GianlucaDiMarzio.com è Umberto Riva, agente di Akpa Akpro, che lo ha portato in Italia due anni e mezzo fa. Una carriera cominciata in Francia, al Tolosa, di cui a soli 23 anni diventa capitano. Tanta personalità, la stessa che continua a mettere in campo oggi. Nell’estate 2017, però, qualcosa si era inceppato: “Dopo dei fraintendimenti con il Tolosa non aveva rinnovato il contratto. Una cosa strana. Era il capitano, cresciuto lì, adorato da tutti. Conoscendolo, non è stato di certo lui a chiedere cose assurde al club”. Oltre al danno, anche la beffa. Perché dopo aver chiuso il proprio rapporto con il Tolosa continua a perseguitarlo anche un fastidioso infortunio: “La pubalgia gli ha fatto saltare più di un anno”.
Da Tolosa a Salerno
Alla fine la svolta. Nel febbraio 2018 Riva porta infatti Akpa Akpro alla Salernitana. Lo scetticismo iniziale si trasforma in due stagioni e mezzo a grandi livelli: “Ci ho sempre creduto molto e fa piacere sapere di avere dei meriti, ma una menzione speciale va al ds dei granata Fabiani che ha avuto un’ottima intuizione. Al tempo cercava qualcuno in quel ruolo e ci ha scommesso”. Primi 6 mesi non facili, dato il periodo di inattività causato dalla pubalgia, poi la crescita e le prestazioni gli hanno fatto guadagnare l'opzione di acquisto. “L'anno seguente ha fatto benissimo e la scorsa stagione con Ventura è diventato un punto fermo. Non era un giocatore da B, è uno che alla propria squadra dà qualcosa in più. Non tanto nei gol, quanto nel lavoro che fa in mezzo al campo”.
L’arrivo alla Lazio
Così incisivo da guadagnarsi la chiamata della Lazio nell’ultima finestra di mercato: “A fine stagione mi ha detto: ‘Voglio giocare in Serie A’. Con Federico Pastorello ci siamo dati da fare e ci sono stati interessamenti da club in Francia, Spagna e Portogallo. Ma quando la Lazio si è inserita, tramite l’intermediazione di Claudio Peverani, il ragazzo non ha più avuto dubbi”. Arrivato di nuovo tra lo scetticismo: “Ma siamo sempre stati tranquilli e abbiamo sentito subito tanta fiducia da parte di Inzaghi e Tare, erano curiosi di vederlo in ritiro ed è andata benissimo”. Poi le prime 3 giornate in Serie A da subentrato, “dove ha dimostrato di essere già ben inserito negli schemi dell'allenatore”. Fino all’apoteosi del gol al Dortmund.
Il primo “sponsor”? Didier Drogba
“Era l'esordio in Champions e voleva ripagare la fiducia di Inzaghi” prosegue Umberto Riva, che come “sponsor” del suo assistito può vantare un certo Didier Drogba, con cui Akpa Akpro ha giocato i Mondiali 2014: “Didier appena ha saputo che avevo iniziato a seguire Jean-Daniel mi ha detto: 'Impegnati, perché è un ragazzo d'oro e se lo merita. Vi darà grandi soddisfazioni'. C'è tanto rispetto e amicizia tra i due, Drogba è una persona diretta e i complimenti non li fa certo al primo che capita”. Con la Costa d’Avorio Akpa ha anche vinto la Coppa d’Africa nel 2015: “E ora è tornato, giocando le partite della settimana scorsa con la Nazionale”.
“Esploso tardi? No, esploso due volte”
E pensare che ha già 28 anni. Ancora giovane, certo. Ma esploso tardi, verrebbe da dire: “Più che altro esploso due volte. Essere il capitano del Tolosa a 23 anni si poteva già considerare un ottimo traguardo”. Poi l'infortunio e lo svincolo hanno fatto il resto. “Ma questo fa capire la testa e il carattere che ha. Tanti avrebbero quasi mollato, altri magari non sarebbero andati in serie B da capitani del Tolosa. Lui ha capito che per fare due passi in avanti doveva farne uno indietro. Ed è andato alla Salernitana come se fosse il Real Madrid. Ha dato ogni giorno tutto quello che aveva, si è lasciato benissimo con la città e tutti lo amano. Da solo si è guadagnato quello che gli sta accadendo oggi”.
E per il futuro alla Lazio? “Continuerà a fare quello che ha sempre fatto. Non si è montato la testa dopo il gol al Dortmund. Tutti sono stupiti, noi no. È felicissimo, ma ritiene di aver fatto semplicemente il proprio lavoro. Sa che può dare anche di più ed è a disposizione, è consapevole di non essere il titolare di una squadra fortissima in cui se entra sostituisce Milinkovic. È una mezzala, si esprime al meglio in quella posizione ma è uno che ha sempre detto di poter fare qualsiasi ruolo per l'allenatore. Dà sempre intensità, è intelligente e si applica. Ha giocato ovunque, anche terzino o ala”.
“Alla Lazio una macchina perfetta”
“Mi metto nei panni dei tifosi della Lazio che all'inizio non hanno fatto i salti di gioia. Sui social sono attento ai miei clienti e prima vedevo molti commenti poco entusiasti. Ora invece lo adorano tutti. La Lazio è uno dei pochi club in Italia che ha il coraggio di dare certe opportunità mantenendo allo stesso tempo un livello di risultati top in Italia. La macchina Lotito-Tare-Inzaghi ha dimostrato di funzionare in modo impeccabile. Sono orgoglioso, è il posto perfetto per Akpa”. Da Tolosa a Roma, passando per Salerno e tantissime sfide. Per Akpa Akpro, rinato due volte, è arrivato il momento del definitivo riscatto.