Il patentino da procuratore in tasca e una valigia piena di speranze. Anzi, con un solo obiettivo.
Da Bologna a Bogotá, per coltivare la propria passione e realizzare il suo sogno nel mondo del calcio.
"Il mio sogno è sempre stato diventare un direttore sportivo"
“Sono diventato agente perché è la maniera più rapida per entrare nel mondo del calcio. Così, invece del viaggio della maturità, una volta uscito dalle superiori ho provato a fare l’esame per ottenere il patentino nel 2011 e a 19 anni sono diventato il più giovane procuratore in Italia. Ma il mio sogno è sempre stato fare il direttore sportivo”. Pensieri e parole in un italiano con accento emiliano, contaminato dallo spagnolo. “Quando sono partito per la Colombia, lo conoscevo solo un po’ grazie a una mia ex spagnola, ma in due mesi qui l’ho imparato”. Così Federico Spada a Gianlucadimarzio.com, da qualche giorno nuovo direttore sportivo dei colombiani del Fortaleza.
Una storia nata tra i campi della provincia di Bologna, dove Spada ha iniziato a cercare giovani talenti. “In Italia però ci sono già tantissimi agenti che vanno a vedere le partite anche di ragazzini di 13 anni e così decisi di studiare due mercati come quello belga e quello colombiano. In Belgio però già c’erano agenti inglesi, francesi e italiani, mentre la Colombia da quel punto di vista era ancora vergine. Analizzando le partite e i giocatori e mi sono reso conto che il livello era interessante”. Ecco che decise di lasciare tutto e partire: detinazione Sud America. “Volevo diventare un punto di riferimento per l’Italia in Colombia e ci sono riuscito grazie al supporto dell’agenzia Reset Group: ci tengo a ringraziare Davide Lippi e Claudio Chiellini, perché hanno scommesso su di me. Ma vorrei dire grazie anche a Gianluca Di Marzio per avermi dato spazio sul suo sito per presentare talenti, raccontare storie del calcio colombiano e per sfatare quei miti che riguardano la Colombia, che oggi non è assolutamente il Paese descritto dalle varie serie sui narcos”.
Arrivato a Bogotá nel 2013, il primo giorno in terra colombiana ha conosciuto Alvaro Poveda, lo scopritore di Radamel Falcao. I primi due anni li ha trascorsi come scout della Reset, per crearsi dei contatti e visionare giocatori, poi nel 2015 è arrivata la svolta. “Ho deciso di lasciare l’agenzia per diventare il direttore sportivo della scuola calcio colombiana del Parma grazie all’incontro con un’altra persona che voglio ringraziare, Angelo Ronconi, con cui sono diventato socio. Lui era l’agente dei giocatori e io il ds della scuola calcio. In quello stesso anno abbiamo vinto il titolo con la Sub-17 affrontando società professionistiche, cosa che in Italia non accade. Dopo qualche mese abbiamo accettato la proposta dell’Udinese, visto che il Parma stava fallendo, e avevamo incontrato anche la Roma di Ricky Massara, un esempio e un dirigente sempre attento ai giovani talenti. L’Udinese ci dava maggiori possibilità di esportare giocatori, grazie alle collaborazioni con Watford e Granada”.
Dopo sei anni di lavoro nell’Udinese Football School, Spada ha ricevuto la chiamata del Fortaleza, club di seconda divisione colombiana che solo qualche settimana fa non ha centrato la promozione a causa dello scandalo tra Llaneros e Union Magdalena, sul quale le autorità stanno ancora investigando. Ma è soprattutto un club moderno, quasi europeo, dotato di sede propria e con la più grande Academia del Paese con 900 ragazzi iscritti. “In realtà il primo contatto è stato circa un anno e mezzo fa, ma gli risposi che per correttezza nei confronti dell’Udinese, per la relazione con Gino Pozzo e Rafa Monfort, prima avrei dovuto riorganizzare le cose qui e tra un anno sarei stato disponibille ad accettare la loro proposta”.
Al Forta avrà l’incarico di direttore sportivo, una figura nuova nel calcio colombiano e in generale a livello sudamericano. “Fortaleza è uno dei club, insieme a Deportivo Cali, Envigado, Cortuluá e Atlético Nacional con un ds, con una visione europea, altrimenti non avrei accettato di lasciare la scuola calcio. Mi hanno fatto firmare un contratto senza scrivere la data e farò sia il ds che il responsabile del settore giovanile. Continueremo a collaborare sicuramente con i Pozzo. Qui credono molto in me, sanno che in 7 anni ho sviluppato una delle migliori scuole calcio del Paese e conoscono i miei contatti con il calcio europeo. Vogliono migliorare il settore giovanile, ma la priorità è andare in Primera”.
Fortaleza, tra obiettivi e talenti
Un obiettivo non facile da raggiungere, visto che ci sono le squadre A (quelle fondatrici o che hanno militato per 3 anni consecutivi in Primera) e le squadre B (la maggior parte di quelle che si trovano in Segunda), e le prime ricevano un milione di dollari ogni anno dalla Dimayor. “Il Fortaleza vuole salire per restarci. Quando mi sono presentato alla società ho detto che il mio modello è quello dell’Envigado, che ogni anno vende talenti all’estero e vogliamo avere una squadra comunque composta da U23. Vogliamo essere una realtà in Primera e magari lottare per la qualificazione alla Copa Sudamericana”.
Ambizioni e idee chiare quelle del 30enne dirigente, realizzabili attraverso scouting e plusvalenze, in quello che è il terzo mercato per esportazione a livello sudamericano, dopo Brasile e Argentina. “I migliori talenti oggi sono Yaser Asprilla e John Duran dell’Envigado, ed entrambi sono già stati ceduti rispettivamente a Watford e Chicago Fire. Noi siamo ai dettagli per la cessione di Daniel Ruiz ai Millonarios, un trequartista che ha già richieste da Stati Uniti ed Europa. Ma la prossima plusvalenza potrebbe essere Rafael Santos Mercado, un attaccante classe 2006 che in questi giorni si sta allenando in Prima Squadra. Poi abbiamo anche Juan Castillo nella nazionale Sub-20 e Sebastian Cortes con la Sub-17, quest’ultimo è già stato venduto al Watford e rimarrà qui fino a 18 anni”.
Dopo pochi giorni dalla sua nomina, Spada ha portato la squadra a Bogotà per il ritiro prestagionale, in una delle strutture di Alvaro Poveda. La stessa persona che aveva incontrato nel suo primo giorno colombiano, con cui si è scattato la stessa foto ad 8 anni di distanza. Un ritorno al passato, in attesa di tornare in patria per realizzare il prossimo sogno, quello di essere entro il 2030, il ds di una società di Serie A. Suerte Fede!