Premier League, cinque giovani da tenere d'occhio nel 2019
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Data: 01/01/2019 -

Premier League, cinque giovani da tenere d'occhio nel 2019

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Da Alexander-Arnold a Loftus-Cheek, i giovani più interessanti di questa prima parte di Premier League: attenzione anche ai baby di Wolves, Everton e Leicester
Da Alexander-Arnold a Loftus-Cheek, i giovani più interessanti di questa prima parte di Premier League: attenzione anche ai baby di Wolves, Everton e Leicester

Not a League for old men. È la Premier del Liverpool, di Guardiola e di Sarri, ma lo spettacolo nello spettacolo offerto dagli Under 23 del campionato inglese merita un focus a parte. Ecco la nostra baby Top 5 per questa prima parte di stagione.



Trent Alexander-Arnold

(Liverpool)

Il nuovo che avanza tra i nuovi che avanzano nei Reds di Klopp. Terzino destro classe ’98, sulle orme di Ashley Cole per caratteristiche tecniche, su quelle di Steven Gerrard per attaccamento alla maglia della sua città. Trent è già una bandiera del Liverpool (con cui gioca da quando aveva sei anni) con una ricchissima storia da raccontare: sua nonna era stata fidanzata con Sir Alex Ferguson, che aveva messo gli occhi sul difensore ancora quando militava nelle giovanili. Ma di passare allo United, per Alexander-Arnold, non se ne parla: “Sono di Liverpool, la mia casa è qui e mia mamma non guida in autostrada”. Semplice. Come lui: ragazzo di casa, aiuta i suoi con le pulizie ed è impegnato nel sociale. Dalla finale di Champions da titolare al debutto con l'Inghilterra (già cinque presenze e un gol), il 2018 di Alexander-Arnold è stato già un anno super. Il 2019 potrebbe essere quello della definitiva consacrazione.



Richarlison

(Everton)

Plusvalenza esagerata? No, scommessa vinta. Richarlison sta dimostrando sul campo che i 59 milioni sborsati dall’Everton in estate (il Watford lo aveva prelevato dalla Fluminense nel 2017 ad appena 12,5) non erano una semplice fissazione di Marco Silva (passato anche lui dagli Hornets ai Toffees). 9 reti in 18 giornate, da moderna ala sinistra tecnica ed esplosiva: nell’altalenante stagione dell’Everton (10mo in Premier League), Richarlison è la nota più lieta. 22 anni il prossimo maggio, in autunno è arrivata anche la chiamata della Seleçao (3 gol in 6 presenze, tutte amichevoli). Una parabola fantastica per il giocatore nato a Nova Venecia: i tempi in cui rischiava la vita in Brasile sono lontanissimi. Oggi al massimo deve fare i conti con i serpenti finti che i suoi ex tifosi hanno riservato a lui e a Silva durante Everton-Watford. Come ha risposto Richarlison? Ovviamente sul campo, con una doppietta.

Ruben Neves

(Wolves)

“Io meglio di Zidane? Impossibile!”. Forse sì, ma quanta roba il regista portoghese. Giovane simbolo dei giovani lupi (la squadra con l’età media più bassa di tutta la Premier: 25,2 anni) che stanno stupendo l’Inghilterra da neopromossa. L’uomo di Nuno Santo, cantano i tifosi (e non a torto: l’allenatore ha trascinato con sé, da Porto a Wolverhampton, il suo giovane pupillo nel 2017). E di Jorge Mendes, il suo procuratore che raramente mette gli occhi dove non c’è il talento. Neves è un cervello di centrocampo con senso del gol e grandi tempi di gioco. Ma quel che più stupisce di lui è la precocità, unita a una naturale predisposizione alla leadership: a 17 anni e 5 mesi (in occasione di Porto-Lille, superato Ronaldo) diventa il più giovane debuttante in Champions della storia portoghese; a nemmeno 19, durante Porto-Maccabi Tel Aviv, è il più giovane capitano di sempre nella competizione. Oggi è il faro dei Wolves settimi in campionato: all’alba dei 22 anni, siamo sicuri che Neves non ha finito di bruciare le tappe.



Ruben Loftus-Cheek

(Chelsea)

Da un Ruben all’altro, sempre in mezzo al campo. A Londra, c’è un ragazzone di 191 centimetri che sta provando a prendersi il Chelsea. Loftus-Cheek è una mezzala fisica e più matura di quanto dica la carta d’identità (23 gennaio 1996). In una parola? Efficiente: in stagione conta 6 gol (di cui una tripletta al Bate in Europa League) in 17 presenze, spesso da subentrante. Uno ogni 150 minuti. Numeri da attaccante più che da interno destro, dove si sta esaltando negli schemi del Sarriball. Il giocatore vuole più spazio, ma l’ex allenatore del Napoli ha dichiarato di non lasciarlo andar via in prestito. Probabile che, da qui a giugno, gliene darà. Per Loftus-Cheek, sopravvissuto per tre volte ad un fulmine e ad altrettante stagioni incolori con i Blues, il peggio sembra davvero alle spalle.



James Maddison

(Leicester)

L’acquisto più caro della storia della Championship (24 milioni di sterline al Norwich), nuovo numero 10 del Leicester, erede designato di Riyad Mahrez. Quanta pressione, per il classe ’96. Ma la prima stagione in Premier di Maddison si sta rivelando all’altezza delle aspettative: 5 gol in 19 presenze e le chiavi dell’attacco della squadra di Puel ben custodite alle spalle di Vardy. La tragica morte del presidente Vichai non ha avuto ripercussioni sul campo per il Leicester e per Maddison. Lo segue con attenzione anche il ct Southgate: il passo dall’Under 21 alla Nazionale maggiore inglese potrebbe essere più breve del previsto. Così come lo è stato quello dalla Championship alla Premier. La sana sfrontatezza della gioventù.



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