Delusione e rabbia per l’eliminazione dall’Europa, ma per l’Inter c’è subito un “Piano B”. Parola di Massimo Moratti, ex presidente nerazzurro, che intervenuto ai microfoni di Radio Anch’io Sport ha espresso il suo punto di vista sulla sua ex squadra.
“L’eliminazione è stata una grande delusione, senza dubbio. Non era un girone semplice alla fine, ma si poteva fare di più. Adesso c’è la possibilità del campionato, dove i nerazzurri si stanno esprimendo bene, quindi credo che Conte e i suoi ragazzi punteranno sulla Serie A”.
Una Serie A nella quale sta andando molto forte un’altra squadra di Milano, i cugini rossoneri con in panchina Pioli, un ex nerazzurro.
“Per me il Milan sta giocando molto bene. Anche ieri sera si è espresso bene, ha avuto una di quelle partite particolari che possono capitare. Per il momento è senza Ibra e quando non è in campo vedi quanto è indispensabile”.
Poi Moratti si addentra nel mondo Inter, iniziando a commentare la situazione inerente ai diversi giocatori che sembrano essere in uscita nel prossimo mercato invernale.
“Quando vedi che alcuni giocatori non hanno una resa che consenta di puntare a obiettivi importanti, è normale cambiare per cercare di metterli in condizione di giocare in squadre più alla loro altezza. Eriksen? Nessuno si aspettava un rendimento del genere, ma gioca poco quindi è difficile giudicarlo. Conte lo fa giocare poco e avrà le sue motivazioni, ma se deve essere così è inutile continuare insieme”.
Conte e la Juventus, gli ultimi due argomenti trattati dall’ex presidente nerazzurro, che si esprime sui rivali e sulla possibilità di vincere il campionato.
“Conte tiene molto alla squadra e a tutto quello che fa, ma ha un carattere molto difficile. È stata una scelta coraggiosa quella di prenderlo e come tale aveva dei rischi. Credo che quello che debba distinguere l’Inter dalla Juventus è questa grande voglia di vincere, anche perché sennò non vinci niente”.
Moratti, poi, esprime un pensiero su Paolo Rossi, l’eroe del Mundial ’82 che ci ha lasciato qualche giorno fa. “È stato un grande dolore. Per quanto mi riguarda è stato uno dei più grandi in assoluto in Italia. L’ho seguito da ragazzo e se fossi diventato presidente prima lo avrei sicuramente provato a prendere. Mi piaceva come giocava, come era utile e come si muoveva. Sicuramente è una grande perdita”.