Lione-Olympique Marsiglia entrerà alla storia per essere stata la partita durata solo 110 secondi. Sì, avete letto bene: centodieci secondi. Il tempo necessario agli uomini di Sampaoli per far girare il primo pallone, avvicinarsi alla porta avversaria e ottenere un corner. Ecco fatto: questo è il riassunto della partita. Perché da quel momento il pallone si è fermato e non ha più rotolato.
Cosa è successo
È stato solo l'ennesimo triste e sconcertante episodio che accade con ormai troppa frequenza negli stadi francesi: al momento di battere il calcio d'angolo, Dimitri Payet è bersaglio di un fitto lancio di bottigliette. In un primo momento, il '10' dell'OM si allontana, per provare a stemperare la situazione anche grazie all'intervento dell'arbitro, che con l'ausilio dello speaker dello stadio aveva chiesto al pubblico di calmarsi. Dopo un minuto, Payet effettua un nuovo tentativo di battere il corner, ma la situazione in quel momento precipita. Nel nuovo lancio di oggetti, una bottiglia piena d'acqua colpisce in volto il fantasista marsigliese. In quel momento l'arbitro manda tutti negli spogliatoi. Il cronometro diceva 4:02", ma il gioco era fermo da più di due minuti. Non si gioca più.
Da quel momento e per più di un'ora, l'unica informazione circolata è stata quella dell'immediato arresto del supporter del Lione, individuato dalle autorità e portato via in manette. Per il resto, nessun'altra decisione è stata presa, mentre piano piano gli spettatori iniziavano a lasciare gli spalti.
"Il match riprenderà". Anzi, no
Poi, poco dopo le 22, ecco il primo annuncio dello speaker del Groupama Stadium: "Il match riprenderà, ma al primo incidente sarà sospeso definitivamente". Si alza un boato, e dopo pochi istanti il Lione torna in campo per ricominciare il (secondo) riscaldamento. L'OM, però, resta negli spogliatoi. I giocatori sono furiosi e lamentano le condizioni di Dimitri Payet, sotto choc dopo il colpo ricevuto al volto e non in grado di tornare in campo ("E' rimasto disteso negli spogliatoi per parecchio tempo", spiegherà poi Jacques Cardoze, il responsabile della comunicazione dell'OM, ai microfoni di RMC Sport). Il Lione continua a riscaldarsi per circa un quarto d'ora, poi rientra dentro gli spogliatoi tra lo sgomento generale. Passano altri dieci minuti, ed ecco il nuovo annuncio dello speaker: "La sicurezza non era garantita. Il match non riprenderà". Nel frattempo, erano le 22:45. Quasi due ore dopo l'episodio della bottiglietta.
Il ping-pong tra prefetto e lega calcio francese
'Colpa tua'. 'No, tua'. Più o meno è stata questa la sequenza del dialogo a distanza tra il prefetto della regione e la lega calcio francese. L'uno ha respinto le responsabilità e dato la colpa all'altro per aver preso la prima decisione di riprendere la partita, quando - come riportato poi dallo speaker al momento del secondo annuncio - non sarebbero state garantite le misure di sicurezza necessarie per portare a termine l'incontro. L'arbitro, il signor Buquet, a fine match è intervenuto ai microfoni di Amazon Prime per provare a fare un po' di chiarezza: "Non ho mai voluto riprendere il match: la mia decisione è sempre stata quella di fermarsi subito e non rientrare più". Solo che il prefetto ha detto l'inverso: ossia che l'arbitro aveva dapprima deciso e avvisato che avrebbe fatto rirpendere la partita, per poi fare dietrofront in un secondo momento. Insomma, chiarezza zero.
Gli scenari
Il match, quindi, è praticamente durato un minuto e cinquanta secondi. Cosa aspettarsi ora? Il caso di Nizza-OM dello scorso agosto può essere un precedente: in quel caso, dopo il lancio di oggetti che colpì Payet (sì, ancora una volta lui), e dopo la sua reazione (aveva rilanciato la bottiglietta sugli spalti) che aveva scaturito l'invasione di campo dei tifosi di casa, il match fu sospeso, poi ripreso e dichiarato concluso al 75' a causa dell'assenza della squadra ospite: in quell'occasione, infatti, l'arbitro richiamò le squadre in campo dopo un'ora e mezzo d'indecisioni e confusione generale, ma l'OM decise di non presentarsi, lamentando mancate misure di sicurezza. L'arbitro, quindi, fischiò la fine, dando la partita vinta a tavolino per il Nizza, anche se il risultato non fu mai omologato, in attesa delle sentenze della lega calcio francese. Qualche settimana dopo infatti, la commissione di disciplina dell'organo che governa il calcio d'oltralpe stabilì che il match si sarebbe dovuto rigiocare a porte chiuse, in campo neutro e dal primo minuto.
Questo è un possibile scenario che potrebbe ripresentarsi, anche se a differenza dei fatti di Nizza dello scorso agosto, sebbene a Lione non ci sia stata invasione di campo, un giocatore è stato colpito al volto. Già questo lunedì, comunque, in lega si discuterà sui fatti di domenica sera al Groupama Stadium, e delle prime decisioni in merito verranno prese.
Francia: negli stadi continua a regnare il caos
Quello di Lione è purtroppo solo l'ultimo caso da inizio stagione di confusione, tra lanci d'oggetti, invasioni di campo e partite sospese. Era iniziato tutto nella prima giornata, con un giocatore dell'OM (Valentin Rongier) colpito al labbro da una bottiglietta lanciata da un tifoso del Montpellier; poi il famoso fatto di Nizza (di cui sopra), e a seguire le invasioni di campo in Lens-Lille e Angers-OM, i fumogeni che hanno ritardato il calcio d'inizio in Saint-Etienne-Angers, il lancio di oggetti in OM-PSG (senza, per fortuna, colpire nessun giocatore). Ora l'episodio di Lione.
Negli stadi francesi regna il caos. Il presidente del Marsiglia, Pablo Longoria, intervenuto in diretta dopo la decisione definitiva dell'arbitro, alla domanda se ora si aspetta la partita vinta a tavolino, ha risposto nella maniera più saggia ed elegante possibile: "Non ci interessa. C'è solo bisogno di agire: quello che conta ora è che le istanze francesi pensino a risolvere questi problemi. Lasciamoli lavorare per trovare le giuste soluzioni. Si deve tornare il prima possibile a parlare solo di calcio e non di questi tristi eventi". È una partita che vale molto di più di tre punti.