L’avevamo lasciato dietro le sbarre e lo ritroviamo in campo, tre gol in tre partite con il Soci, di nuovo protagonista. Kokorin è tornato.
Uscito dal carcere a settembre dopo 345 giorni di prigionia, l’ex Golden Boy del calcio russo è finito sulle rive del Mar Nero, scartato dallo Zenit, quasi in esilio. Esordio e gol contro l’Arsenal Tula, poi una doppietta contro l’Orenburg nel 5-1. “Sto bene, sono felice. Se continuo così sono… da Europeo!”.
Momento. Lui ci spera, ma la federazione russa ha chiuso i battenti più di un anno fa, e ha pure ragione. Colpa di un’aggressione a un funzionario del governo, Denis Pak. Il tutto insieme a suo fratello Kiril e al suo amico Pavel Mamaev, oggi a Rostov. “Teppisti”, “delinquenti”, “vergogna del calcio russo”, “folli”. Kokorin e Mamaev hanno pagato a caro prezzo l’ennesimo colpo di testa, oggi tentano di riabilitarsi a modo loro.
BAD BOY
Il primo, 28 anni, ha un passato da promessa e un presente da ex galeotto. Capello stravedeva per lui, nel 2014 lo propose alla Roma, Kokorin andò anche all’Olimpico a vedere una partita. Nulla di fatto però.
Con Mancini la stagione migliore: 19 reti nel 2018, prima dell’infortunio al ginocchio che gli ha fatto saltare il Mondiale in casa. Ha buttato via sfilze di occasioni, ha fatto di tutto per crearsi una cattiva reputazione, ma forse non glien’è mai fregato nulla. Esempi sparsi: nel 2016, pochi giorni dopo la disastrosa eliminazione della Russia dagli Europei, andò a Montecarlo insieme a Mamaev e ordinò 300 bottiglie di Champagne per lui e i suoi amici. Critiche, ma niente scuse.
IL CARCERE
Nel 2017 imitò per scherzo i baffoni di Cherchesov - c.t. della Russia - insieme a Dzyuba, anche lui allo Zenit: esclusi entrambi dalla Confederations Cup. Nel 2018 si fece immortalare dagli amici mentre sparava con una pistola, durante un matrimonio in Ossezia. Alla fine è riuscito perfino a perdere “la testa”, colpendo a sediate un funzionario governativo: un anno di carcere, le lacrime della madre in tribunale e i suoi occhi bassi al momento della sentenza, prima di una partitella in carcere.
Prima di trasferirsi sul Mar Nero ha fatto perfino una chiamata a Vilas-Boas, oggi al Marsiglia, suo ex allenatore, ma l'OM si è rfiutato di fare un investimento simile. Kokorin è tornato, segna, sorride, tenterà di salvare il club dalla retrocessione (è ultimo in classifica). Poteva essere, non sarà mai.