Sua nonna abitava in Piazza Alberti, a 500 metri dal Franchi. Sarri, come molti bambini di allora, si divertiva inseguendo un pallone ai giardini e nel centro sportivo dell'Affrico. Da lontano guardava lo stadio. Probabilmente si immaginava calciatore, non ancora allenatore. Forse mai avrebbe pensato che la Fiorentina potesse rendergli la vita così complicata. Oggi l'ha battuta e la Juventus ha vinto. Non è una notizia, ma fino ad un certo punto.
Nelle sue ultime tre partite contro i viola erano arrivati due pareggi, una sconfitta e soprattutto zero gol. Nella gara di andata era tornato in panchina dopo il lungo stop dovuto alla polmonite: "Mia mamma non mi voleva alla Juve", scherzò il giorno prima. Poi un lungo pomeriggio di sofferenza: 10 angoli a 0 per la Fiorentina, otto tiri in porta a quattro. Douglas Costa, Pjanic e Danilo usciti per infortunio e testa della classifica persa per la prima volta da marzo 2018: "Ma poteva andare peggio - spiegò in conferenza - di solito la prima la perdo sempre". Quella resta l'unica partita della gestione Sarri in cui la Juve non ha segnato.
La tripletta di Simeone
Era la terza giornata, quando cioè un risultato negativo pesa ma fino ad un certo punto. O comunque non come una sconfitta a fine aprile, come accadde al suo Napoli nel 2018. Koulibaly sbaglia e si fa cacciare dopo 6', Simeone frantuma le speranze scudetto con una tripletta: "Tutto, prima o poi, finisce", rispose Sarri riguardo al dominio Juve. Tutto, prima o poi, finisce. Anche le maledizioni. Contro la Fiorentina aveva vinto solo tre volte in dieci partite, l'ultima il 20 maggio 2017 (4-1) quando guidava il Napoli. Nell'anno passato a Londra, lontano dall'Italia, forse la Fiorentina sarà una delle poche cose che non gli sono mancate. Belli i ricordi eh, però il campo è un'altra cosa.
Ronaldo ha segnato ancora. Insegue il record di Batistuta e Quagliarella, ha portato la Juventus alla vittoria numero 1600 della sua storia e ha aiutato Sarri a sfatare un tabù: "Ma la Fiorentina non è mai stato uno spauracchio", assicura in sala stampa. Ricorda con orgoglio un 1-1 quando era al Napoli (era il 2016): "La partita che per molti fu la più bella del campionato". Higuain rispose ad Alonso, poi le traverse viola e i miracoli di Tatarusanu: "Le polemiche di Commisso? Abbiamo avuto il 70% di possesso e il 79% di supremazia territoriale. Il risultato è stata una logica conseguenza", ribatte orgoglioso.
La Juventus non sbaglia mai due volte di fila. Quando ha perso in campionato, in 16 occasioni su 17 ha poi vinto quella dopo. Delle volte serve una certezza per battere una piccola "maledizione".