Non tornava a Firenze da qualche anno. La città è bellissima, ci ha lasciato il cuore ma anche uno scudetto. Scaramantico come è Maurizio Sarri avrebbe preferito un altro stadio per il suo esordio ufficiale con la Juventus, ma gli è bastato vedere una panchina per sorridere di nuovo: “Poi mi piacerebbe tornare a vincere qui, almeno riuscirei a ricordarmi meglio tutto ciò che di bello questo posto mi ha lasciato”, sorride. Eccolo là il solito Sarri, al suo posto dopo oltre tre mesi di esilio forzato e una polmonite che proprio non ci voleva.
Così come i tre infortuni muscolari che, nel giro di un’ora, lo hanno costretto ad altrettanti cambi forzati. Giusto il tempo di azionare il cronometro stretto intorno al polso e si ferma Douglas Costa. Poi Pjanic e Danilo. No, il Franchi non gli porta bene. Nel 2013 Koulibaly viene espulso dopo 6’, poi la furia di Simeone e un Napoli che crolla mentalmente. La Juventus lo ha fatto solo fisicamente, di qui il punto in più portato a casa.
“La forza è nell’organizzazione e nella testa”, aveva detto alla vigilia. La sua squadra resiste anche in una giornata in cui Ronaldo – “l’unico indispensabile” – accusa le fatiche della Nazionale. Come tutti i suoi compagni. Non è un caso infatti che la Juventus non abbia mai vinto nelle ultime tre trasferte di campionato dopo la sosta. E il precedente non poteva far sorridere, perché nell’ottobre del 2013 i bianconeri furono demoliti da Giuseppe Rossi in un 4-2 che Montella ricorda ancora.
L’allenatore viola è stato il primo ad abbracciare Sarri. Lo ha battuto solo una volta in sette partite, ma capisce quanto la panchina sia tutto per chi ha scelto questo mestiere e, di conseguenza, quanto abbia sofferto nello starci lontano. Prima un caloroso bentornato, poi una richiesta particolare, cioè il numero della mamma. Lei, nata in Piazza Alberti, a pochi metri dal Franchi. Non ha sorriso quando il figlio ha firmato per la Juventus, perché il suo cuore è viola. Ma oggi sarà stata una delle mamme più felici del mondo.
L’ultima volta che aveva messo piede al Franchi, Sarri aveva la tuta, che nel frattempo ha sostituito con una camicia. Un giusto compromesso rispetto al vestito mostrato in conferenza stampa. Non ha vissuto emozioni particolarmente diverse dal solito, se non quella di aver pareggiato la sua prima partita: “Perché di solito la perdo sempre”, risponde. La Juventus indossa un completo bianco e rosso per l’occasione, anche se a Sarri non piace molto andare contro la tradizione.
Non avrà gradito dunque. Avrà sorriso, invece, nel vedere l’atteggiamento della Curva Fiesole, che non lo riempie di fischi mentre cammina verso la panchina. Ad Agnelli e Nedved non è toccata la stessa sorte, ma Sarri a Firenze sarà sempre un po’ di casa. Ha sofferto nel vedere le occasioni di Ribery, Chiesa e Dalbert, si è gustato le sponde e le giocate di un Higuain che sembra essere tornato quello di Napoli. In attesa di assaporare anche i primi tre punti della sua era. Una questione di tempo, come il suo ritorno a Firenze.