Il Psg riparte da Christophe Galtier. Sarà lui l'allenatore del Paris Saint-Germain per i prossimi due anni. Un uomo meno di facciata rispetto ai suoi predecessori o ai giocatori in campo, ma uno con lo sguardo deciso e serio di chi non vuole tante chiacchiere ma solo serietà e credibilità dalle sue squadre. È forse questo ciò che è mancato al Psg negli ultimi anni ed è proprio su questo aspetto che Al-Khelaifi ha voluto battere l'accento per presentare il nuovo ciclo: “Basta 'stelle bling-bling'. Da ora in poi vogliamo una squadra feroce” (CLICCA QUI per leggere le sue parole). Un messaggio che dovrebbe soddisfare anche i tifosi, che nella seconda metà della scorsa stagione avevano manifestato la propria frustrazione e rabbia dovuta agli obiettivi sfumati, causati – secondo loro (qui il testo del vecchio comunicato) - da una squadra definita “ammasso di star poco complementari tra loro” e da calciatori più da “fashion week” che professionisti in campo.
Ma ora il Psg cambia rotta, per ripartire verso nuovi e ambiziosi traguardi e per riavvicinare tutto il pubblico alla squadra. Come conduttore sportivo della rivoluzione ci sarà Galtier. Uno che senza godere di un passato da star finirà per allenare Neymar, Mbappé, Messi e gli altri campioni. E tutto grazie alla sua passione e al suo lavoro.
La scalata di Galtier
Christophe Galtier è nato a Marsiglia il 28 agosto 1955. Dopo una carriera da difensore senz'infamia e senza lode (con un'esperienza anche in Italia, con la maglia del Monza, in Serie B, nella stagione 1997/1998), Galtier inizia a studiare per diventare allenatore. Comincia come vice, un ruolo che ricoprirà per dieci anni: prima all'OM, poi all'Aris Salonicco e in seguito al Bastia, all'Al-Ain, al Portsmouth, al Sochaux, al Lione e al Saint-Etienne. Qui le cose cambieranno per sempre. Nel novembre del 2009 Alain Perrin, di cui era stato il 'secondo' da cinque anni, viene esonerato e il club gli affida la prima squadra. Avrebbe dovuto essere un'esperienza ad interim, di poche settimane, fino a gennaio. Ma Galtier scuote i suoi giocatori, convincendo tifosi e proprietà, portando il club prima alla salvezza e poi ad avere una nuova dimensione nelle stagioni successive, arrivando fino all'Europa League, sfiorando la Champions (mancata per soli due punti nella stagione 2013/14) e vincendo la Coppa di Lega nel 2013, l'unico trionfo degli ultimi quarant'anni di storia dei 'verdi' (oggi, peraltro, sprofondati in Ligue 2).
Simile ma ancora più bello è il percorso di Galtier al Lille: chiamato nel 2017 per risollevare una squadra sull'orlo del baratro e della retrocessione in Ligue 2, ha raggiunto la salvezza, ridato un'anima alla squadra, l'ha riavvicinata al suo pubblico e ne ha valorizzato i talenti (Pepé, Maignan, Ikoné, Osimhen, Renato Sanches, per dirne alcuni), e in seguito l'ha riportata in Champions. Poi, nella stagione 2020/2021, la sua masterpiece: la vittoria del campionato, da outsider, battendo proprio il Psg dell'ammasso di stelle.
Nell'ultima stagione, Galtier è stato a Nizza (dove era stato scelto per portare avanti l'ambizioso progetto dei nuovi proprietari) e ha concluso il campionato al quinto posto, riportando i rossoneri in Europa (giocheranno la Conference League).
4-4-2 o difesa a tre? Come potrebbe giocare il Psg di Galtier
Galtier negli ultimi anni si è specializzato nel 4-4-2: è questo il metodo da lui utilizzato sempre, salvo in rarissime occasioni. Difesa solida, con esterni a tutta fascia, centrocampo roccioso con le ali offensive e i due attaccanti davanti. Equilibrio, ripartenze letali, efficacia sotto porta. Stando però a quanto detto dallo stesso Galtier nella conferenza stampa di presentazione (CLICCA QUI per leggere le sue parole), l'ipotesi di utilizzare una difesa a tre sta prendendo sempre più quota nella sua testa: la formazione tipo a quel punto potrebbe essere con Donnarumma in porta (o Keylor Navas), Kimpembé-Sergio Ramos-Marquinhos in difesa, Hakimi e Nuno Mendes a sfrecciare sulle fasce, Verratti e Danilo nel mezzo e il tridente composto da Neymar, Mbappé e Messi. Il tutto, chiaramente, senza considerare l'incognita del mercato, con possibili mosse in entrata e in uscita.
Personalità: perché Galtier può essere compatibile con il Psg
In molti si staranno domandando come possa essere Galtier l'allenatore giusto per far fare al Psg il salto di qualità e per portarlo al vertice in Europa, lui che sì, da allenatore ha fatto benissimo dovunque, ma che manca probabilmente di esperienza ad altissimi livelli. Se però si analizzano le parole di Al-Khelaifi (il concetto, lo ripetiamo, è: un po' meno estetica, più fame e voglia di vincere), nessuna scelta poteva essere più azzeccata. Anche perché Galtier è un marsigliese puro: animo caldo (ma mai scomposto in campo), ambizione sconfinata e sguardo freddo e da duro, ma sempre aperto e onesto con i suoi giocatori che in cambio, per lui, hanno sempre dato l'anima e raggiunto grandi risultati. Lo dice la sua carriera. Come farà a gestire le pressioni? Questo forse sarà l'aspetto più delicato, ma uno come Galtier ha il carattere adatto anche per gestire la critica.
Meglio averlo con sé, che contro
Il Psg quindi riparte da colui che recentemente è stato la 'bestia nera' del club parigino, almeno in Francia. Quattro esempi: 1) aprile 2019, Lille-Psg 5-1, la seconda sconfitta più pesante dell'era Al-Khelaifi dopo il clamoroso 6-1 di Barcellona, il giorno della famosa 'Remontada'; 2) nel 2021 il suo Lille ha meritatamente 'soffiato' la Ligue 1 al Psg; 3) nella passata stagione ha passato il turno in Coppa di Francia col Nizza proprio contro il Psg e 4) sempre col Nizza ha vinto in campionato l'ultimo confronto (1-0). E se è forse vero che Galtier non era il marsigliese che tutta Parigi aspettava sfregandosi le mani (Zidane), lo è altrettanto il fatto che l'ex allenatore del Nizza per il Psg sia un 'guastafeste' che è meglio avere in casa più che da avversario. Un guastafeste competente, con lo sguardo freddo, l'animo bollente, l'ambizione sfrenata e l'istinto feroce. Uno che è partito dal niente ed è arrivato ad avere tutto. Senza gesti di facciata, senza raccomandazioni né presunzioni. Solo con il lavoro quotidiano e con il sudore. Proprio quello che vuole Nasser per il suo nuovo Psg.