Harry Kane è tornato a fare quello che meglio gli riesce: fare gol. Dopo un mini-letargo nelle prime tre partite del girone, l'uragano HurriKane si è risvegliato ritrovando il suo innato feeling con le reti delle porte avversarie.
Un attacco "timido"
In un reparto offensivo che abbonda di talenti come quello della nazionale inglese, la difficoltà più grande per l’Inghilterra era stata proprio quella di segnare. Solo 2 reti (entrambe di Raheem Sterling) nel gruppo D contro Croazia, Repubblica Ceca e Scozia. La squadra e il CT Southgate erano stati fortemente criticati in patria per la “troppa timidezza” e per l’atteggiamento troppo difensivo, rivelatosi comunque fondamentale dato che i Tre Leoni non hanno ancora subito gol.
Poi la svolta anche dal punto di vista realizzativo. Una svolta storica visto che è arrivata contro la Germania, avversaria e rivale di sempre sconfitta 55 anni dopo l’ultima volta. Kane si è sbloccato dal nulla contro i tedeschi e sulla scia dell’entusiasmo non si è di certo fermato.
L’attaccante del Tottenham ha segnato una doppietta nell’ultimo quarto di finale di Euro2020 contro l’Ucraina e ha trascinato gli inglesi alla seconda semifinale consecutiva: ai Mondiali del 2018 il sogno si era interrotto contro la Croazia, mercoledì, invece, ci sarà da affrontare la Danimarca dei miracoli.
Un trofeo (e il titolo di capocanniere) per la consacrazione
Il capitano dell’Inghilterra, dopo essere stato il miglior marcatore della Premier, può puntare anche a diventare il capocannoniere di questo torneo. Schick è fermo a 5, Kane con 3 realizzazioni e due ipotetiche partite da giocare può raggiungerlo e superarlo visto che tutti gli altri “bomber” davanti a lui in classifica sono stati eliminati.
Forse non gli interessa nemmeno essere il migliore sotto quel punto di vista. Sul fatto che sia uno dei migliori attaccanti in circolazione non ci sono dubbi e l’abbraccio con Andriy Shevchenko, leggenda dello stesso ruolo, è solo la conferma di un'evidenza già chiara a molti. Nella testa di Kane l’obiettivo è solo uno: vincere e “riportare a casa” un trofeo che all’Inghilterra manca dal lontano 1966 e che lui aspetta da inizio carriera.