Tabellone a ricordare che manca poco meno di un’ora alla partenza. Tra i vestiti in valigia sempre lì nello stesso angolo, i sogni del Christian bambino. Ad aspettarlo, l’ennesimo treno da prendere. “Quello che “può regalarmi dei nuovi sorrisi”. Destinazione? (Vis) Pesaro. Nuova tappa e nuova vita di Christian Puggioni. Classe ‘81, trentotto anni. Di mestiere portiere. Svincolato da luglio, corso UEFA B terminato e da ds in corso, ma con ancora troppa voglia di giocare per smettere di tuffarsi dietro ad un pallone.
200 le partite tra Serie A e B, e una nuova esperienza alle porte Nel girone B di Serie C. “Vado in contro a questa nuova avventura, sono molto felice di poter andare a lavorare con persone serie e che hanno un bellissimo progetto, provare a dare una mano è il minimo che si possa fare”. Appuntamento fissato per oggi: visite, firma, conferenza e primo allenamento. Da percorrere per dare il via ad un nuovo capitolo, 440 km nei quali riavvolgere il nastro partendo da dove tutto è cominciato.
A Pesaro porto... la cosa che vorrei portare è il sogno di un bambino, dire a questi ragazzi “io nel 2000 ho esordito in C1 poi sono arrivato in Serie A”: quello è un passaggio per arrivare poi magari a giocare con quelli veramente bravi. Quindi ci si può fare, servono un po’ di sacrificio e un po’ di impegno però ci si può arrivare.
GENOVA: IL BAIARDO, LA SAMPDORIA E I PRIMI ‘CALCI’ AD UN PALLONE
“Genova è la mia città natale, la mia culla calcistica: ho avuto la fortuna di iniziare in una società non professionistica che porto nel cuore che è l'Angelo Baiardo, da lì la scelta quella più giusta di andare in blucerchiato. - a raccontare gli inizi della sua carriera a Gianlucadimarzio.com in attesa del treno per il nuovo viaggio è Christian Puggioni - Poi un peregrinare nel professionismo lungo non so quanto ancora, perché continua” sorride il numero uno.
“Un percorso sempre vissuto tra i pali? Sempre lì, probabilmente non ero bravissimo a fare l'attaccante e mi hanno messo in porta: negli ultimi anni poi col calcio che è cambiato ho dovuto imparare ad usare anche i piedi". Una vita guantoni sulle mani, crescendo nel mito di Gianluca Pagliuca. "Che per noi ragazzini di quell'età era un punto di riferimento, poi con gli anni ho potuto apprezzare altri campioni come Buffon che ho avuto il piacere di conoscere e poi tanti altri: ho cercato di rubare le cose più importanti, con gli anni analizzi il ruolo in maniera più tecnica e cerchi di rubare il meglio possibile da tutti”.
DA VARESE A LISBONA: TRA ESORDI, PRIME VOLTE E ALLENAMENTI CON CR7
“In valigia mi porto anche questo ricordo, ho iniziato nel professionismo in C1 e oggi ripercorro la strada che mi ha iniziato al calcio professionistico”. É il 1 ottobre del 2000, derby tra Varese e Como finito 1-0 per i biancorossi. A fine stagione svincolato dalla Sampdoria vola a Lisbona in prova con lo Sporting di... Cristiano Ronaldo.
“Che abbia giocato con lui è una parola grossa: - sorride Puggio - sono stato due mesi in Portogallo allo Sporting dove Cristiano dalla seconda squadra era appena stato promosso in prima, già da li si capiva che era un talento incredibile per abnegazione, qualità, era eccezionale. Ricordo di essere rimasto sorpreso nel vedere questo ragazzo che a fine allenamento si fermava e mi chiedeva di rimanere per tirare le punizioni. Se gliene paravo qualcuna? Da buon genovese ci giocavamo la camiseta, qualcuna quindi gliel'ho parata”.
REGGIO: ESORDIO IN A, SALVEZZA STORICA E PRIME LEZIONI IN UNIVERSITA'
Mancato il trasferimento in Portogallo, Christian prima gioca con Borgomanero in Serie D, Giulianova e Pisa in C. “Anni quelli di Pisa che mi valsero la chiamata nella massima serie, - alla Reggina - in un momento storico nel quale la squadra stava affrontando una penalizzazione incredibile: facemmo 55 punti con Mazzarri in panchina, senza penalizzazione in quel momento avrebbero voluto dire Europa: fu un evento storico per la città e rimasi molto legato alla maglia amaranto, lì fu anche l'inizio della mia carriera universitaria"
Puggioni nell'ottobre del 2018 si è laureato in Giurisprudenza: "Per questo sono rimasto ancora di più legato a Reggio Calabria”. Dove Christian trova l’esordio in Serie A. Parma-Reggina del 4 marzo 2007 - Si infortunò Campagnolo e Nicola Amoruso mi disse "Puggio tocca a te": mi alzai, mi tolsi la felpa, arrivai da Mazzarri che mi disse "tranquillo ragazzo, è come se giocassi una partita di giovedì". Un pò per mascherare la paura dissi "Mister tranquillo che ho sempre giocato la domenica" ed entrai di corsa in campo. Il problema era che girava la testa, andava tutto più veloce, quindi la sbruffonaggine di prima cominciava a latitare. Però poi riuscii a vincere il timore iniziale, presi gol da un certo Giuseppe Rossi al 94' su calcio di rigore, penso che mi si possa perdonare il fatto di aver preso gol da Pepito".
VERONA: IMBATTIBILITA', STORIA GIALLOBLÙ E QUEL NO AL GENOA
"Fu un altro bellissimo traguardo e riconoscimento dopo quello di Pisa, dove avevo fatto il record europeo di imbattibilità che mi valse la chiamata in amaranto: riuscire a mettere il mio nome nella storia del Verona nonostante i grandi portieri che c'erano stati è stato fantastico. Non subire gol in cinque partite e mezza - 515 minuti - fu per me motivo d'orgoglio". Un momento di gioia all'interno di una storia che non finì come Christian sperava.
"La storia non si chiuse bene, per una semplice vicenda di mercato: per le società è facile a volte parlare di un cambio di maglia, per me quel possibile trasferimento - dai cugini del Genoa - voleva dire mancare di rispetto alla città dove ci sono due squadre professionistiche, una della quale sono sempre stato innamorato e un'altra con la quale c'è una rivalità.
Un gesto non passato inosservato ai tifosi della Samp, che dedicarono a Puggioni uno striscione in Gradinata Sud. 'Onore a chi rispetta il suo primo amore. Puggioni uno di noi'. Ci fu quel bellissimo striscione, ma gli attestati di stima arrivarono anche dai tifosi del Genoa, che apprezzarono il fatto che non avessi voluto indossare una maglia che non mi apparteneva".
GENOVA (DI NUOVO): LA CHIAMATA DI OSTI, IL RITORNO E L’ESORDIO IN UN DERBY DA FAVOLA
"Per una serie di combinazioni, per le quali la Sampdoria andò in Europa League, il club ebbe la necessità di rifare il parco portieri: mi arrivò la chiamata dal ds Carlo Osti a dare il via al mio ritorno in blucerchiato". Nastro che si riavvolge, telefono che squilla. "Era il mio agente, mi disse "Ho parlato col direttore, c'è questa possibilità". Stavo guidando, ricordo che ho fermato la macchina: "aspetta un attimo, spiegami bene che non ho capito cosa sta succedendo. Stai scherzando o dici sul serio?". Dopo quindici anni l’idea di tornare nella squadra del mio cuore era incredibile".
L’esordio poi è stata una storia scritta come meglio non si poteva. "Nel derby! - vinto - Sembra un pò un segno del destino, Emiliano (Viviano, ndr) si infortuna a Pescara, dopo i suoi esami mi dissero che avrei dovuto giocare il derby. Va bene, sono due anni e otto mesi che non faccio una partita ma va bene. - sorride Christian - Affrontai quella settimana stando tranquillo, mi chiusi in casa con la mia famiglia e miei figli, avevo il telefono che non la smetteva di suonare ma non rispondevo a nessuno"
"In settimana chiesi a Giampaolo di non fare il ritiro pre gara, perché secondo me era giunto il momento di spaccare un'inerzia di un certo tipo. Giampaolo da grande uomo di calcio qual è mi disse "ok, allora vi prendete voi la responsabilità di dire che non andate in ritiro", con il rischio che i tifosi potessero vedere in modo sbagliato un mancato ritiro in caso di sconfitta, allora quella responsabilità decisi di prendermela io. Andammo dal mister comunicando la nostra decisione e gli dissi che se c’era bisogno di prendersi la responsabilità io c’ero. Ridendo Giampaolo disse "assolutamente no, le responsabilità qui le prendo io: ma in campo per vincere questa partita ho bisogno di uomini che devono sapersi prendere delle responsabilità". Detto fatto. Finì 2-1 per la Samp con le reti di Muriel e Izzo (autogol).
BENEVENTO: UN’ALTRA PAGINA DI STORIA DA SCRIVERE
"Il presidente Vigorito mi chiamò perché nel girone di andata aveva avuto un rendimento non all'altezza dell'impegno economico e fisico che metteva nella squadra: voleva fare un girone di ritorno che gli ridesse la credibilità che come presidente meritava e merita. La prima vittoria in trasferta nella massima serie della storia del club la raggiungemmo a San Siro contro il Milan: a fine partita, in memoria del fratello che era molto vicino ai colori rossoneri, il presidente fece un giro di campo particolare, ci ritrovammo dopo le interviste poi per una chiacchierata. Fu un momento molto particolare e molto sentito"
"Purtroppo le cose nel calcio cambiano velocemente, andarono via allenatore e direttore sportivo, si trovarono presupposti completamente diversi e iniziò una scelta mirata da parte della componente tecnica che mi vedeva fuori dai piani. Dopo essere finito prima in panchina e poi fuori rosa in estate scelsi di risolvere il contratto”. Il resto è storia recente.
“Ho fatto questo bellissimo percorso per avere l'abilitazione al patentino di Uefa B: mi sono sempre detto che un domani dovessi mai parlare a mio figlio che gioca a calcio non saprei da che parte iniziare, perché i bambini non sono dei piccoli grandi ma un mondo a parte e questo corso mi ha dato tanti spunti interessanti. Parallelamente, vista la nausea di giocare a calcio che avevo dopo l’ultimo periodo a Benevento - dove Puggioni era finito fuori rosa - ho intrapreso anche il corso per fare il direttore sportivo che mi ha dato molto”. Si arriva ad oggi: mi sono un pò pulito dalle scorie accumulate ed è arrivata la chiamata della Vis”.
PESARO: UNA NUOVA STORIA TUTTA DA SCRIVERE
"Nella Vis Pesaro ho trovato entusiasmo giovanile, voglia di crescere, di migliorare e di mettersi in discussione: di potersi confrontare, di dare e di ricevere e queste ad un certo punto della carriera sono cose importanti. Da una parte c'è la fame di crescere e da parte mia una grande voglia di rivincita, perché le cose non è giusto che ti vengano tolte senza un motivo valido, ma devono essere condivise"
"Cosa porta Puggioni alla Vis Pesaro? - oggi la firma sul contratto fino al 2021 - Porto un pò di capelli bianchi che mi sono fatto su tutti i campi dove ho giocato dall'interregionale alla Serie A. - scherza Christian - Cercherò di dare un aiuto a tutti questi ragazzi che hanno bisogno di crescere, perché alla fine il vero futuro del calcio sono loro. Noi con un'età anagrafica calcistica più importante abbiamo il dovere di mettere a disposizione quello che abbiamo già vissuto in modo che loro possano fare un percorso migliore”. Quello intrapreso tanti anni fa da Puggioni, prossima fermata Pesaro. Una nuova storia tutta da scrivere.