Un ricordo che ogni tifoso dell’Inter vorrebbe cancellare. Vivere quei momenti davanti alla tv o sugli spalti è stato duro per ogni sostenitore nerazzurro, ma forse, per chi era in campo e vestiva quella maglia, lo è stato ancor di più. Ai microfoni di Dazn, Bobo Vieri ha raccontato la sua carriera, senza dimenticare quella triste giornata: “Non ho una sfida in particolare che sentivo più delle altre. Ogni partita era una battaglia, ci volevano sempre i guantoni, ma più che quelli usavo i gomiti. Comunque il colpo più forte credo sia stato quello del 5 maggio quando abbiamo perso lo scudetto all’ultima giornata. Ma fare il calciatore è bello perché puoi vincere e perdere. Sei davanti a 80 mila persone allo stadio e senti di non avere motivo per gettare la spugna”.
Nella carriera di un giocatore è importante trovare figure fondamentali come quelle degli allenatori che ti supportano e ti spingono a fare sempre meglio. Quella di Bobo è stata un percorso pieno di grandi figure al suo fianco e di enormi soddisfazioni: “Tutti gli allenatori sono bravi, ti danno una grandissima mano. Col passare del tempo ci diventi amico ma comunque un calciatore deve anche sapersi tirare su da solo. Non ho mai pensato di ritirarmi per salvarmi da una situazione difficile. È il lavoro più bello del mondo e lo rifarei dall’inizio”.