Nella conferenza stampa pre-partita del “North London Derby” fra Arsenal e Tottenham, l’allenatore degli Spurs Nuno Espirito Santo aveva avvisato i suoi con una metafora pugilistica. “Dovremo restare in partita anche quando subiremo dei colpi, sarà una sfida difficile”.
Tottenham, è k.o. tecnico. Tre derby, tre sconfitte
In tema con la sfida per il titolo mondiale dei pesi massimi che si è svolta sabato sera proprio al Tottenham Hotspur Stadium. Così come il padrone di casa e campione in carica Anthony Joshua è caduto a sorpresa sotto i colpi dell’ucraino Oleksander Usyk, a pochi chilometri di distanza il Tottenham non ha seguito il consiglio del proprio allenatore e ha subito un k.o. tecnico.
La squadra guidata da Harry Kane (si fa per dire: l’attaccante inglese appare sempre più un corpo estraneo alla causa in queste ultime gare) subisce così la terza sconfitta di fila in Premier League nel 3-1 dell’Emirates Stadium.
Fa ancora più male pensare al fatto che siano tre sconfitte arrivate in tre derby (Crystal Palace, Chelsea e ora Arsenal) e infatti i tifosi avversari hanno scherzato sul fatto che ora manchi solo il West Ham ad unirsi alla festa londinese contro gli Spurs.
L’Arsenal c’è, l’attacco vola e Saka risponde alle critiche
“È mancata l’intensità, specie a centrocampo”, ha ammesso l’allenatore portoghese del Tottenham, “il piano di gioco era corretto, ma ho scelto male gli interpreti”. Dall’altra parte però vanno dati i giusti meriti ad un Arsenal che si è ritrovato dopo una pessima partenza. Alla prova del nove del derby, i Gunners hanno risposto positivamente e hanno trovato la quarta vittoria consecutiva fra campionato e Coppa di Lega.
Bene l’attacco, con Smith-Rowe, Aubameyang e Saka che hanno trovato le reti in un primo tempo dominato anche a livello di qualità. Aubameyang ha esultato per il 2-0 scivolando sotto la curva in stile Henry (presente in tribuna), portando alla mente piacevoli ricordi ai tifosi dell’Emirates.
Mentre Saka ha risposto sul campo ai cori ironici dei tifosi ospiti (“hai deluso l’intera nazione”, con chiaro riferimento al rigore sbagliato nella finale di Euro 2020 contro l’Italia) segnando un gol e trovando l’assist per la rete iniziale di Smith-Rowe.
Ottima anche la prestazione di Xhaka in mezzo al campo al rientro dalla squalifica: dopo l’arrivo sfumato alla Roma e il rinnovo di contratto con l’Arsenal, lo svizzero ha finalmente dimostrato ad Arteta di poter essere un leader della squadra.
Addio “big six”: sono cambiate le gerarchie
Il derby ha raccontato i momenti opposti vissuti dalle due squadre: da una parte il Tottenham che deve riprendersi da un momento di sbandamento e dall’altra l’Arsenal che cerca continuità in un momento convincente.
Il livello di entrambe le squadre però ha anche confermato quanto detto da Jamie Carragher, ex difensore del Liverpool e ora opinionista per Sky Sports Uk. Ovvero che l’idea delle “big six”, le “sei sorelle” protagoniste, è superata.
Arsenal e Tottenham non sono al livello di Chelsea, Manchester City, Manchester United e Liverpool. Le due squadre del nord di Londra devono trovare un equilibrio ad un livello inferiore, per poi magari ritornare ai successi di un tempo.