Questo sito contribuisce all'audience di

Inter, Chivu: “Pressione? Ha ragione Allegri, chi vince lo scudetto parte favorito”

Cristian Chivu (CREDITS: Federico Piovesan)
Cristian Chivu (CREDITS: Federico Piovesan)

La conferenza di Chivu in vista di Inter-Torino 

L’Inter di Chivu si prepara al suo esordio stagionale: nella serata del 25 agosto infatti, i nerazzurri affronteranno il Torino nella gara valida per la prima giornata di Serie A.

Alla vigilia del debutto in campionato, l’allenatore dell’Inter Cristian Chivu ha presentato la partita nella consueta conferenza stampa.

Inizialmente ha dichiarato: “Pressione? Ha ragione Allegri, che dice che chi vince lo scudetto parte favorita. Direi quindi il Napoli. Sono orgoglioso di essere l’allenatore dell’Inter”.

Ha poi aggiunto: “La programmazione di una stagione non è mai quello che affronti davvero. Dobbiamo capire i momenti, quelli belli e soprattutto quelli brutti. Se non riesci a portare a casa quella partita specifica si perde qualcosa, serve fiducia in tutto quello che si fa. Poi si arriva al fondo della stagione, quando manca poco, e si vede cosa si può fare di più”.

Inter, le parole di Chivu in conferenza stampa

Chivu ha parlato di calciomercato: Avevamo individuato diversi nomi, ma alcune società hanno dichiarato i loro giocatori incedibili, proprio come capita a noi. È un diritto che va rispettato. Abbiamo quindi seguito la linea giovane dettata dal club: sono arrivati profili già pronti per darci una mano. Abbiamo una linea coerente, sono contento di quello che ho. Preferiamo la qualità rispetto alla quantità, preferiamo giocatori già pronti, ma siamo consapevoli che con i giovani bisogna avere più pazienza. L’inserimento di un giovane qui, con questi giocatori importanti, viene meglio”.

Poi, ha continuato: Sono consapevole del lavoro che svolgo tutti i giorni. Ho imparato che quando dai il massimo e dedichi tempo, energia e conoscenze per riuscirci le cose diventano semplici. Poi non sai se ci riuscirai o meno, quello che il passato mi insegna è che preferiamo giocare. Non vedevo l’ora di iniziare il campionato”.

Cristian Chivu

Sul giocare a mercato chiuso o aperto: Quello che pensiamo noi allenatori vale poco, sono regole imposte dalla federazione. Vorremmo tutti essere sereni, avere tutte le cose a posto, ma fare l’allenatore vuol dire gestire determinati momenti e determinati giocatori, con i loro pensieri. Mi diceva un grande allenatore che la cosa più semplice è la partita, il resto sono problemi. Sarebbe meglio iniziare la stagione avendo chiaro il futuro della rosa, ma fa parte del gioco. Precampionato? Abbiamo lavorato bene: la preparazione, seppur breve, è stata intensa e i giocatori hanno risposto con grande disponibilità. Siamo ancora un cantiere aperto e c’è tanto da migliorare, ma la squadra è pronta”.

“Non temo niente, abbiamo lavorato bene”. Le parole di Chivu

Chivu ha parlato delle sue aspettative: “Non temo niente, abbiamo lavorato bene e tanto. Poi ovviamente non puoi controllare tutto ciò che accade durante una partita. La mentalità è importante, perché quando parti già pronto e hai una motivazione, consapevole di quelli che sono i passi per raggiungere l’obiettivo, parti avvantaggiato”.

L’avversario: Il Torino ha investito bene, ha cambiato un po’ di interpreti. Il nuovo allenatore è sempre un’incognita, Baroni gode della mia stima per tutto quello che ha fatto. Mi aspetto un Torino che verrà a giocarsi le sue carte. Non hanno niente da perdere, vorranno fare risultato. Ha dei principi, sa giocare a calcio ed è in salute” 

Sui tifosi: “Spero che i miei giocatori non subiscano negativamente dell’influenza dello stadio. Spero che la situazione si risolva subito, la squadra ha bisogno di essere sostenuta, sempre“.

Le parole in conferenza

Chivu è intervenuto anche in conferenza stampa: “La cosa più positiva è che la squadra ha dimostrato aggressività, un grande approccio alla gara, la ricerca della verticalizzazione, le aggressioni fatte. Sono contento perché sono cose su cui abbiamo lavorato. Il merito è tutto loro. Ci vuole calma, è la prima. Ma sono contento perché abbiamo avuto solo 4 settimane di lavoro ed era un’incognita. Si sono messi a disposizione fin da subito e mi hanno accettato“. L’allenatore ha parlato anche della prova dei nuovi: “Sono contento per Sucic, giocare la prima a San Siro non è mai semplice. Lo dice uno che qualche partita qua l’ha fatta. Una prova di personalità. Diouf è un centrocampista che ci mancava. Volevo premiare un ragazzo che è appena arrivato e farlo sentire parte della squadra. L’ho anche messo in difficoltà avendolo messo in un ruolo che non è il suo. Sono felice per Bonny, si sta impegnando molto“.

Sul suo ritorno a San Siro da allenatore: “La prima da giocatore non me la ricordo per la botta in testa. È stato emozionante, i pensieri sono tanti. Ma volevo trasmettere qualcosa di motivazionale alla squadra. Certo, entrare in questo stadio qualcosa ti torna di quello che è stato il mio passato. Ma la cosa più importante non ero, non sono e non sarò mai io ma la squadra. Sono orgoglioso di allenare questa squadra. A volte mi arrabbio e alzo la voce, a volte esagero anche, ma loro solo grandi persone. Non sono perfetto e non lo sono nemmeno loro, abbiamo fatto dei patti insieme. Sono uomini maturi, con la motivazione giusta“.