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Contratti, contatti e dichiarazioni: la lunga corte “verbale” del Milan a Ibra

Zlatan Ibrahimovic ha detto sì al Milan. C'è l'ok definitivo del calciatore svedese che sarà un nuovo giocatore rossonero. Una vittoria di tutto il Milan che è riuscito nel corso di questi mesi, dopo l'addio ai LA Galaxy, a convincere l'attaccante a tornare in Serie A con la maglia rossonera. Un'opera di convincimento portata a termine, ovviamente, con un'offerta economica e tecnica, ma anche dopo un lungo lavoro ai fianchi fatto di dichiarazioni d'interesse prima e quasi d'amore poi da parte di tutti. Da Boban a Maldini, passando per Pioli e i nuovi compagni di squadra,


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Ultime in ordine di tempo sono le parole di Pioli al termine della sonora sconfitta di Bergamo dove indirizzò una volta per tutte la sua idea: "Ibra è un campione che alzerebbe la competitività". 

A metà dicembre, dopo il pareggio con il Sassuolo, lo stesso Boban non si nascose, ammettendo chiaramente come "Ibra è unico, è un giocatore diverso rispetto a tutti gli altri". 

Da una parte la voglia di alzare l'asticella, dall'altra ammettendo la difficoltà di una trattativa tutt'altro che semplice. Boban e Maldini: pompieri dello stesso incendio. "Più andiamo avanti, più è difficile". Una lunghezza d'onda condivisa anche da Massara, ds silenzioso e cauto: "SIamo in attesa".

Parole, tante. Tutte nella stessa direzione e, visto il risultato finale, dette con l'unico scopo di allentare la pressione attorno al club rossonero. 

Visto che, a inizio dicembre, attraverso le colonne di GQ, lo stesso Ibrahimovic svelò la sua nuova destinazione, dopo l'ammissione di pochi giorni prima: "Io come Garibaldi"


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Una trattativa portata a termine anche con "l'aiuto" del Napoli, che dopo l'addio di Ancelotti, si è fatto da parte nella corsa a Ibrahimovic, come ammesso dallo stesso presidente De Laurentiis a metà dicembre. E senza rivali italiane, dopo l'uscita di scena del Bologna di Mihajlovic con le parole di Sabatini: "Ibra ha fatto altre scelte".   E il "no" categorico di Mourinho e del suo Tottenham. 

Da una parte una dirigenza sempre attenta a lavorare su due binari paralleli: quelli imprenditoriali e quelli comunicativi. Dall'altra i protagonisti, i calciatori. Tutti uniti verso il sì. Da Piatek, pronto ad accoglierlo a braccia aperte, a Musacchio

C'è l'ufficialità e il 2 gennaio Ibra arriverà a Milano. La nuova avventura rossonera sta per cominciare.